Quest’anno è stata una Befana un po’ diversa dal solito… Al posto della signora con la scopa e la verruca sul naso abbiamo visto dei magnifici “cigni”, che danzavano sulle note del grande compositore russo P.I. Tchaikowky, in uno dei teatri più belli di Siena, il teatro dei Rinnovati.
La compagnia di ballo, che ci ha regalato l’ultima notte delle vacanze natalizie, è stata l’Opera Nationala Româna Iasi.
La regia e la coreografia sono dell’artista rumena Ileana Iliescu, le fiabesche scenografie di Evgeny Gurenko, i bellissimi costumi di Adriana Urmuzwscu, e infine il maestro di balletto/danza, che ha perfezionato ogni singolo dettaglio e ogni piroetta, Dan Berihoi.
PRIMO ATTO
Al calar del sipario è iniziato il primo atto del balletto, e ci siamo ritrovati nel mezzo della festa in onore del principe Sigfrido, appena diventato maggiorenne. Sua madre, la regina, tra un ballo e l’altro annuncia che suo figlio è pronto a sposarsi. Motivo per cui, verrà annunciato che, qualche giorno più tardi, si terrà un ballo dove verranno presentate le giovani aspiranti principesse.
Dopo la festa, il principe si dirige nel bosco del castello e vede dei cigni volare in cielo e, voglioso di cacciarli, prende la sua balestra e li insegue.
SECONDO ATTO
Ed ecco che inizia il secondo atto: degli eleganti cigni ballano per noi, leggiadri, delicati, e senza nemmeno rendercene conto i cigni diventano delle bellissime ragazze. Sigfrido rimane stupito da ciò che ha appena visto, e si fa avanti verso le ragazze; Odette, la più bella di tutte, va in contro al principe, i loro sguardi si incrociano ed è subito amore. La ragazza le svelerà il segreto dei cigni.
Il mago oscuro Rothbart, con un potente sortilegio, le ha trasformate in cigni, e solo di notte lungo il lago dove si trovano proprio in quel momento, possono ritornare umane. L’incantesimo può essere spezzato solo se un giovane innamorato inviterà una delle ragazze-cigno a un ballo, dove la presenterà come sua futura sposa. L’unica grande difficoltà è che le giovani non possono lasciare il lago sotto sembianze umane ma solo da cigno. I due giovani infelici si salutano all’alba, ignari di essere osservati da Rothbart.
TERZO ATTO
Dopo dieci minuti di pausa, il sipario si riapre con la bellissima sala da ballo del palazzo reale e il terzo atto ha inizio.
Si passa dal flamenco, a una allegra tarantella napoletana, una mazurka polacca, un csardâs ungherese e infine arriva il momento del valzer, ed entrano le aspiranti principesse. Sigfrido non presta molta attenzione alle ragazze, fino a quando non entra Rothbart con accanto Odette, o meglio Odille, la sorella del mago oscuro che grazie a un incantesimo ha le sembianze di Odette.
Sigfrido, ingannato dalla magia oscura, tradisce il suo amore per Odette con Odille, presentandola a sua madre come la sua futura sposa.
Rothbart, soddisfatto del suo piano lo rivela a Sigfrido, che lascia il castello per andare al lago dei Cigni, da Odette.
QUARTO ATTO
Le luci si spengono, le note scritte da Tchaikowky si diffondono nel teatro, piano piano le luci si riaccendono tenuemente, e davanti a noi vediamo Odette, intenta a raccontare alle sue compagne di aver visto il suo amato ballare con Odille, tradendo il loro amore. Rothbart, appena tornato dal palazzo reale, si scaglia contro le ragazze-cigno, cerca Odette ma non è con loro. Nel frattempo, Sigfrido raggiunge il lago e trova Odette. Le spiega disperato di essere stato ingannato dalla magia oscura, e che il suo amore per lei è indissolubile. La giovane innamorata lo perdona.
Rothbart, in preda alla furia, scatena una tempesta sui due amanti, sperando di dividerli, ma la forza del loro amore scaccia via la tempesta e il mago oscuro.
L’incantesimo è finalmente spezzato e i due giovani possono finalmente stare insieme.
E così finisce il quarto e ultimo atto di uno del Lago dei Cigni.
CONCLUSIONE
La danza classica è la danza “madre” per eccellenza; solo osservando i suoi delicati e ritmati movimenti si può comprendere. È difficile spiegarla a parole. Il Lago dei Cigni ne è la sua massima dimostrazione.
La danza è arte, e l’arte riempie da sempre l’animo umano.