Sanremo 2024: le pagelle di uRadio per i testi dei cantanti in gara (seconda parte)

Proseguono le pagelle uRadiane di questa 74esima edizione del festival, siete prontə a questa seconda tranche? Vi avverto, ci sarà qualche giudizio bollente!


MARIPOSA – FIORELLA MANNOIA

Sesta volta a Sanremo, quarantatre anni dopo la prima volta. Tuttavia la partecipazione di Fiorella non può certo essere ascrivibile soltanto alla quota nostalgia: non è Orietta Berti o i Cugini di Campagna e neanche Loredana Bertè, ma una artista che, al contrario dei suddetti, ha la credibilità, il testo e la capacità vocale per avere qualcosa da dire in questo Festival.

Con Mariposa è palese il tentativo di proporre un manifesto. Un tentativo patetico e grandioso allo stesso tempo: del resto a cosa serve un artista se non a trasferire dal proprio personale parole o immagini che diventano anche il modo con cui altri raccontano sé stessi.

La quota di radical chic che è in ognuno di noi dirà che i topoi sono più o meno sempre gli stessi (Nascosta dietro a un velo / Profonda come un mistero / Sono la terra, sono il cielo/ Valgo oro e meno di zero) e che la poetica del listone (Jovanotti ce lo siamo trovato quasi Ministro della Cultura per ‘sta roba) è sostanzialmente un fantastico orpello a tanti nulla cosmici contenutistici. Tuttavia il radical chic che è dentro ognuno di noi generalmente è una merda.
Questo pezzo rischia di diventare un nuovo Quello che le donne non dicono. E se non lo diventerà almeno Fiorella ci avrà provato.

Voto: 9

Cosimo Francini


IL CIELO NON CI VUOLE – FRED DE PALMA

Devo essere sincero, quando mi è stato chiesto di recensire questo brano ho pensato alla classica canzonetta alla De Palma. Preoccupato per l’assenza di qualsiasi cantante spagnola ad accompagnarlo, ho cominciato la lettura del testo con spirito di rassegnazione, sicuro di ciò che mi sarei trovato davanti. Questa volta però, sono rimasto sorpreso.

 Fred De Palma almeno ci ha provato. Testo che resta banale, che parla del solito amore tossico, ma che ogni tanto regala qualche frase che un me tredicenne avrebbe dedicato, non senza un po’ di vergogna, alla fidanzatina delle medie.

Le sonorità latine non sorprendono, come non sorprenderà lo sguardo ammiccante al termine di ogni sua esibizione. Nonostante tutto sento di poter dire, con un pizzico di amarezza, che poteva andare peggio, poteva piovere una frase in spagnolo messa a casaccio.
Invece, pare abbia nascosta una citazione a De André. Un testo che fa ciò che ci si aspetta, nulla di davvero interessante, diversamente dalla citazione, che sarà divertente da individuare. 
E voi? L’avete già trovata?

Voto: 3.5

Carmine Calabrese


TUTTO QUI – GAZZELLE

“Palesemente Gazzelle” quello che ho pensato dopo la lettura delle prime righe del testo della canzone che l’artista ha scelto di portare per la sua prima volta all’Ariston. Sì, perché si sente pienamente la sua penna di cantautorato indie. Una ballata romantica di cui già si può riuscire a immaginare la melodia malinconica che la contraddistinguerà.

Nessuna sorpresa, insomma, ma è bene così: Gazzelle in poco tempo è riuscito a costruirsi uno stile riconoscibilissimo che non ha intenzione di abbandonare. 
Un pezzo che o lo ami o lo odi.

Voto: 7 e mezzo 

Alice Muti Pizzetti


I P’ ME, TU P’ TE – GEOLIER

Non era manco uscito il testo integrale che già l’opinione pubblica piangeva perché Geolier porta una canzone in napoletano. Ricordiamo in questa sede che il regolamento prevede dal 2009 la possibilità di cantare in dialetto, e che questa modifica venne sostenuta all’epoca dagli stessi esponenti politici che ora si lamentano. Per citare un noto personaggio del mondo del calcio, spiaze. (Nota a margine: ho sperato fino all’ultimo che portasse Liberato come ospite ma Gigi D’Alessio va benissimo, almeno io e mia madre avremo qualcosa da cantare insieme a 1600 km di distanza).

Ma a parte la polemica (perché non è Sanremo senza qualche polemica inutile, e in realtà proprio per questa edizione mi verrebbe da citare Keeping up with the Kardashians dicendo “Kim, there’s people that are dying”), la canzone del rapper napoletano non è nient’altro che un brano su un amore finito praticamente ancora prima di iniziare: “agg sprecat tiemp a parla / Nun less pnzat maij / Ca all’inizij ra storij er gia a fin ra storij p nuij”, ovvero “ho perso tempo a parlare / non avrei mai pensato / che l’inizio della storia era già la fine della storia per noi”. Di per sé è qualcosa di già visto e rivisto, specialmente sul palco dell’Ariston, ma la novità sta proprio nel fatto che mezza Italia e più non capirà niente di ciò che viene cantato.
E comunque non riesco a leggere il testo senza pensare a Yo x Tì, Tu x Mi di Rosalía.

Voto: 7

Federica Pisacane


CASA MIA – GHALI

Ghali torna sul palco del Festival di Sanremo dopo la sua apparizione come super ospite nel 2020. Rispetto a quattro anni fa, la carriera di Ghali ha subito una leggera involuzione, a causa della folta concorrenza nel suo genere, visto che il trapper di Baggio è stato uno dei precursori del suo genere in Italia insieme a Sfera Ebbasta.

Il brano in gara si intitola “Casa Mia”, e non è il classico stereotipo dei testi tanto in voga nella trap mainstream. Nel testo Ghali immagina un dialogo con un’entità extraterrestre, curiosa di sapere come sia il pianeta Terra. Nell’insieme del testo, l’alieno fa notare gli aspetti positivi della vita della Terra, mentre il suo interlocutore si sofferma su tutto ciò che vede di negativo. Momento clou del brano è il ritornello “Casa mia, Casa tua, Che differenza c’è? Non c’è?”

Il testo di Casa Mia è qualcosa di diverso dal solito, e ammiro il coraggio di Ghali di proporre un testo con lievi sfumature sociali e politiche. Un brano interessante e sorprendente.
Dal punto di vista della produzione del brano, a fianco di Ghali c’è anche Michelangelo Zocca, salito al vertice dell’industria come produttore musicale di Blanco, vincitore del festival due anni fa. 

Voto: 9

Alessandro Baldi


FRAGILI – IL TRE

Guido Luigi Senia, in arte il Tre, come il voto che lo rappresentava al liceo, romano doc classe ‘97, nato e cresciuto nel quartiere di Santa Maria delle Mole, è considerato da tutti come il rapper diverso per le tonalità pop che usa nelle sue canzoni. É in circolazione nel panorama musicale italiano dal 2015, ma è stato conosciuto dal grande pubblico con i brani usciti nel 2021 “Cracovia pt3” e “Te lo prometto“ hit dell’estate di quell’anno. Si presenta al Festival con il brano “Fragili” in cui ogni ascoltatore potrà ritrovarsi, perché ciò di cui parla è qualcosa che tutti noi abbiamo vissuto. 

Mi aspetto grandi cose da lui, poiché spero che dimostri con la sua capacità di trasformare una ballata rap in una canzone da Sanremo da primi posti!

Voto: 8

Bianca Frezzotti


CAPOLAVORO – IL VOLO

Potevano farlo “il capolavoro”.
Il pubblico sarebbe stato pronto per una esibizione al di fuori dell’operatic pop. 
Pensateci: i due tenori bellocci ed il baritono bellissimo che, con le loro capacità tecniche indiscutibilmente sopra la media, orchestrano una operazione shock e ci presentano un pezzo un pochino funkettone o addirittura elettropop. Il mio sogno bagnato? Un pezzo in stile Viba dei Verdena. 

Ne avrebbero parlato le persone per strada, i sacerdoti nelle omelie in chiesa, nei bar niente calcio per una settimana ed i nomi familiari di Lautaro Martinez, Federico Chiesa e Olivier Giroud si sarebbero sostituiti quelli di Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble. 
Cioè avrebbe pubblicato dei servizi sui gusti e le curiosità sui 3 ragazzi e tutti su Facebook avremmo fatto il test “Che Volo sei? Piero, Ignazio o Gianluca?”

Ne esce fuori invece un pezzo che dal testo rientra pienamente nella confort zone de Il Volo e funzionale a capitalizzare il gradimento della propria nicchia di riferimento che è più che sufficiente per volare in alto con televoto e demoscopica (quest’ultima lo ribadiamo male assoluto).

La tematica è un amore che si trova dopo un momento buio. L’amore che, non lo avrei mai detto, è una cosa veramente ganza.
Rime che mettono i brividi Io che mi sentivo perso / Come un fiore nel deserto sono a corollario di un testo che metricamente non può non ricordare Grande Amore.
La performance pare già scritta nel testo, con 6 versi, da cantare con ogni probabilità a due a due con voci alternate per un crescendo finale con il ritornello in coro. Accetto scommesse.

Voto: 3 (come il piazzamento minimo che avranno in classifica finale)

Cosimo Francini


TU NO – IRAMA

Filippo Maria Fanti, meglio conosciuto come Irama, ci ha regalato negli anni successi estivi come Nera, Arrogante, Mediterranea e Pampampam. Ma Irama è molto di più un summer hits maker, come ci ha dimostrato due anni fa a Sanremo con Ovunque sarai, e la Ragazza con il cuore di latta nel 2019. E, anche quest’anno, porterà una canzone profonda e sentimentale. Tu no di Irama ci regalerà sorrisi dolceamari.

La canzone è una ballata intensa, parla di qualcuno che non c’è più e di quanto sia radicata dentro all’anima del cantante. Ed è per questo motivo che ogni parola è scelta con cura, e la malinconia regna sovrana tra i suoi versi. Leggendo semplicemente il testo è già possibile immaginare la sua voce profonda e penetrante avvolgere il palco dell’Ariston e il cuore di chi l’ascolterà.
Irama siamo pronti ad essere stupiti dalla tua Tu no.

Voto: 8

Maria Teresa Frezzotti


AUTODISTRUTTIVO – LA SAD

It’s not a phase, mom!

Che il 2024 sia l’anno dell’emo? Probabile, considerato che gli adolescenti americani su TikTok stanno riscoprendo proprio quell’estetica là. Ma non siamo negli USA, bensì sul palco dell’Ariston, dove La Sad promette di portare un po’ di pop punk, emo e trap. La band infatti è composta da tre ragazzi con esperienze musicali diverse alle spalle: Theø è già membro di una band metalcore e di un duo trap; Plant è un rapper; Fiks è un emo punk con un passato nella scena techno-rave e rap demenziale.

“Questa è la storia di un’altra vita sprecata / Di un figlio triste appena scappato di casa”: così inizia Autodistruttivo, firmato anche da Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. Un urlo di rabbia e dolore, ma anche di speranza: la band, infatti, afferma che “tutti noi nella vita passiamo periodi difficili in cui si corre il rischio di autodistruggersi, ma bisogna darsi una scossa. Perché la rabbia lasci il posto alla rivalsa e alla rivoluzione”. Poco importa se “vomito anche l’anima per sentirmi vivo dentro ‘sto casino / Affogo in una lacrima perché il mio destino è autodistruttivo / E prendo a pugni lo specchio io non ci riesco a cambiare chi vedo riflesso”: l’importante è rialzarsi sempre, riprovarci ancora, finché non raggiungi i tuoi obiettivi. E magari pure il palco dell’Ariston.

Voto: 8

Federica Pisacane


PAZZA – LOREDANA BERTÉ

Loredana Bertè non si discute. Carattere e padronanza del palco sono le sue doti distintive che l’hanno resa famosa in tutto il mondo. Ormai volto Rai fisso, grazie alle numerose declinazioni del format televisivo “The Voice”, di cui è giudice, la Bertè si ripresenta sul palco dell’Ariston dopo il successo di “Cosa ti aspetti da me” dell’ultimo festival di Baglioni del 2019, firmando la sua dodicesima partecipazione al Festival di Sanremo. 

Il brano presentato in gara quest’anno si intitola “Pazza” e possiamo dire che il testo è un inno all’egocentrismo e alla genuina follia di Loredana Bertè, su cui ha creato il suo stile inconfondibile e ha caratterizzato i suoi 54 anni di carriera musicale. Il brano è una sorta di piccola autocelebrazione. 
Il ritornello si sofferma sulla pazzia, tramite i versi “E sono pazza di me, Sì perché mi sono odiata abbastanza, Prima ti dicono basta sei pazza e poi, Poi ti fanno santa”.
Il testo ha un sapore rock, in base alla riconoscibilità del personaggio che si è costruita in anni di onorata carriera.

Voto: 6,5

Alessandro Baldi


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