Vaginismo: quando il piacere si trasforma in dolore

Non riesco a fare sesso: questo è quello che si ripete chi soffre di vaginismo. Si stima che colpisca il 15-17% delle donne in età fertile (questo se ci focalizziamo solo su quelle che si sottopongono a controlli clinici e che dichiarano spontaneamente il disturbo). Un numero chiaramente sottostimato: si presume che siano in realtà molte di più. Chissà in quanti di voi conosceranno davvero il significato di vaginismo, forse nessuno. A cosa porta questa mancanza di informazione e perchè dovremmo conoscere tale disfunzione?


Cos’è il vaginismo?

Il vaginismo è la contrazione involontaria dei muscoli che circondano la vagina e che rende difficile, se non impossibile, la penetrazione da parte di un dito, un assorbente interno, un vibratore, una sonda, un pene oppure anche solo portare a termine una visita ginecologica. In questa situazione le ragazze non riescono ad avere un rapporto sessuale penetrativo. La sensazione che si prova è quella di un muro invalicabile. Non ha nulla a che vedere con la mancanza di desiderio sessuale; la contrazione muscolare non influenza in alcun modo la lubrificazione, né la possibilità di provare piacere e di raggiungere l’orgasmo attraverso altre stimolazioni. Il vaginismo fa parte del dolore pelvico cronico. Si può curare? Assolutamente si! Scopriremo più tardi in che modo.

Cosa prova una ragazza che ne soffre – i sintomi

Immaginatevi per un attimo di essere una giovane donna in adolescenza. Si sa, sono anni complicati, gli anni dei conflitti con i genitori, delle ribellioni e dei primi amori. Muovi i primi passi incerti lontana dalla dimensione famigliare. Inizi ad uscire con qualche ragazzo, senti le prime farfalle nello stomaco. Capisci che è arrivato il momento della tua prima volta. Vuoi che tutto sia magico e perfetto, un po’ come nei film. Sei agitata ma sai di essere pronta. È quello che vuoi.

Il momento arriva ma non riuscite, c’è qualcosa che non va.

Ti senti diversa, sbagliata e non capisci proprio cosa possa essere successo. Provi, riprovi, passa il tempo, cambi patner e il problema persiste. Ti senti dire “sento un muro”, “rilassati”, “un po’ di dolore è normale, poi passa” ma non passa mai. E ancora “forse non ti piaccio abbastanza”, “troverai quello giusto e sarà tutto più facile”. Ma tu continui a non capire: in quel momento eri pronta, era quello che volevi. Come provano ad avvicinarsi alla zona senti dolore. Provi a resistere. Impossibile! Fa male e non sei tu che hai una soglia del dolore troppo bassa.

Le tue amiche ti dicono “La prima volta è sempre dolorosa, è la normalità”. Cerchi su internet quale problema tu possa avere; non trovi nulla che faccia al caso tuo. Non sai con chi parlare. Pensi sia questione di tempo e che tutto dipenda dalla tua testa. E così provi una prima volta, una seconda, una terza, una quarta… per giorni, mesi, anni. Ti arrendi.

Eppure nella vita di tutti i giorni sembra sia tutto apposto. Inizi ad avere paura ad avvicinarti ad un ragazzo perchè sai che in intimità potresti riscontrare gli stessi problemi di sempre. Hai paura del giudizio. Ti senti sola. Ti senti pazza. Provi a scaricare la colpa sui ragazzi che hai frequentato, ma poi capisci che non hai motivo. Arrivi a pensare di essere tu il problema. Ti isoli.

Questo è quello che accade a molte donne che soffrono di vaginismo.


Un problema non solo sociale ma anche medico

Nel scrivere la parola vaginismo al computer mi dà errore: non riconosce questo vocabolo nel suo dizionario. Direi che è una perfetta similitudine con quello che accade nella società. Si stima che una ragazza ci metta dai 4 ai 10 anni per trovare una diagnosi proprio per mancanza di informazione sul tema. Un tempo assurdo considerando che la terapia, se svolta correttamente, può durare un paio di mesi. Anni e anni di insicurezze solo perchè non si parla abbastanza di disfunzione del pavimento pelvico.

L’ignoranza che abbiamo deriva dal classico circolo vizioso dei tabù: se non si sente nessuno parlarne non se ne parla.

Ma il problema non è solo a livello sociale ma lo riscontriamo anche nell’ambito medico, il che è ancora più grave. Alcuni ginecologi non sono aggiornati e non sanno indirizzare le ragazze verso una figura specialistica che le possa aiutare. Donne che passano da un ginecologo all’altro sentendosi ripetere “il dolore è nella tua testa”.

Etichettate come bugiarde, stressate e ansiose. Con il tempo, a forza di sentirselo dire, arrivano a crederci. Una ragazza che soffre di vaginismo ma non lo sa, non sa proprio dove sbattere la testa.

Per fortuna che oggi esistono sempre più specialisti del pavimento pelvico per cui guarire è possibile! Così come chi si occupa di sensibilizzare su queste tematiche. Ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo.

Per tanti il momento della diagnosi sembrerebbe una condanna. In realtà è una liberazione. Dare finalmente un nome al problema che ti porti dietro da tempo, sapere che c’è una terapia e altre persone come te hanno provato esattamente quello che hai vissuto tu. Capisci che quel dolore ha un nome e non è colpa tua.

La soluzione ottimale sarebbe una campagna di sensibilizzazione a partire dalle scuole e poi all’interno delle squadre sportive (e capiremo tra poco perchè lo sport è coinvolto). Oltre a poter permettere alle ragazze di capire fin da subito che quelli sono i sintomi di una disfunzione, eviterebbe anche tutti i pregiudizi verso i quali sono esposte difronte alla sfrontatezza di alcuni ragazzi che non ci pensano due minuti nel definirle “fi**e di legno”.

Perchè una ragazza arriva a soffrire di vaginismo – le cause

Il vaginismo si definisce permanente (o primario), nel caso in cui la donna ne soffra fin dall’inizio della sua attività sessuale; oppure acquisito (o secondario) laddove il disturbo subentri in seguito. Esistono due tipi di cause, una psicologica e una muscolare. Una può essere la conseguenza dell’altra.

Per quanto riguarda l’ambito psicologico può derivare da:

  • Traumi (violenze fisiche);
  • Un’educazione sessuale piuttosto rigida. A volte non ci si rende davvero conto di quanto l’educazione che ci viene data abbia un impatto sul nostro modo di relazionarci. Alcune donne sono portate a pensare, da famiglie particolarmente religiose (o bigotte aggiungerei), che il sesso al di fuori del matrimonio sia un peccato. Nel momento in cui queste ragazze arrivano ad avere un’intimità con un uomo, non per procreare ma per puro piacere, i loro muscoli perineali su comprimono involontariamente. Ma attenzione devo sottolineare proprio questa parola: INVOLONTARIAMENTE. Un po’ come quando qualcuno avvicina un dito al vostro occhio, cosa accade? Che il vostro occhio senza che neanche ve ne accorgiate si chiude. Bene, lo stesso accade alla vagina non appena si cerca di inserire qualcosa.
  • Dalla paura della penetrazione. Anche la completa assenza di educazione sessuale nelle scuole porta a non conoscere se stesse e non sapere come approcciarsi al sesso.

Lo sport

A livello muscolare invece si tratta di caratteristiche biologiche: un imene piuttosto fibroso, rigido che può essere dato da un’educazione sportiva non adeguata. Quello che fa rabbia è che in quei pochi articoli che si trovano sul web dove si parla di vaginismo ci sia così tanta disinformazione e un linguaggio che non fa altro che aumentare i sensi di colpa della donna che ne soffre.

Si legge SOLO di cause psicologiche, di fobie del sesso. Per quanto possono essere una causa di tale disfunzione dobbiamo sapere che non c’è solo questo. A contribuire alla contrazione e dunque l’ipertono, sono anche cattive abitudine e lo sport che si pratica. Gaia Salizzoni ha raccontato a Will che nonostante le sue tante sedute da uno psico-sessuologo, che le erano state consigliate da un ginecologo, lei non riusciva a risolvere il problema (anche se comunque le è stato utile nell’aiutarla a convivere più serenamente con la sua disfunzione)

Ci sono degli sport infatti che più di altri hanno un forte impatto sul pavimento pelvico e richiedono un buon lavoro di stretching quotidiano per far si che i muscoli si rilassino. Spesso accade che questi muscoli sono abituati solo a contrarre e mai a rilassarsi. Da qui proprio come può accadere per qualsiasi muscolo del nostro corpo si forma una vera e propria contrattura. Tra questi sport possiamo inserire:

  • pallavolo
  • basket
  • ginnastica artistica
  • atletica
  • danza
  • equitazione
  • …. e molti altri

Ma allora smettere di fare sport può essere la soluzione?

Assolutamente no, fare sport fa bene. L’importante è sensibilizzare sempre più il mondo dello sport per avere cura anche di questa parte del corpo e prevenire le disfunzioni


Nel prossimo articolo…

Continueremo il nostro discorso sul vaginismo, cercheremo di capire a quali specialisti ci si può rivolgere, cosa aspettarsi da una prima visita e come convivere con tale disfunzione.


Alice Muti Pizzetti

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