A casa tutti bene – La serie

Il regista Gabriele Muccino, dopo i film di successo come Baciami ancora, La ricerca della felicità e Gli anni più belli, decide di buttarsi sulle serie tv. Eccovi una piccola recensione (spoiler free, non preoccupatevi) dei primi otto episodi disponibili su Now TV.

Dai film alle serie

Ormai il mondo delle serie tv è un mercato in continua espansione. La stragrande maggioranza di noi giovani preferisce pagare un abbonamento annuale e guardare ciò che vuole “svaccato” sul letto piuttosto che andare al cinema e vedere un film sul grande schermo, forse anche per via della situazione pandemica in atto. Un vero peccato ma purtroppo è la realtà con cui bisogna convivere.

Sembrano essersene accorti anche i registi del grande panorama cinematografico italiano. Uno di questi è Gabriele Muccino, conosciuto dal grande pubblico per film come Baciami Ancora, La ricerca della felicità e altri successi. Tra queste pellicole c’è anche il film A casa tutti bene, uscito nelle sale nel 2018, che racconta di una famiglia che tenta di nascondere i propri problemi facendo buon viso a cattivo gioco e facendosi vedere felici all’esterno mentre in realtà all’interno stanno tutt’altro che “tutti bene”.

Muccino ha deciso di riprendere i soggetti di questa storia e trasportarli in una serie tv.

Attualmente sono presenti su Now TV i primi otto episodi della prima stagione ma è in programma l’uscita di quelli nuovi, anche se non si sa ancora la data.


La trama

Per chi ha visto il film, i personaggi sono gli stessi (anche se con attori diversi): una famiglia, un po’ allargata, apparentemente felice e spensierata.

A cambiare è però la storia. Pietro Ristuccia (Francesco Acquaroli) e sua moglie Alba (Laura Morante) hanno un ristorante che gestiscono insieme ai figli. La famiglia Ristuccia ha rapporti con la famiglia Mariani tramite la sorella di Pietro, Maria Ristuccia (Paolo Sotgiu). Tutti i parenti si ritrovano insieme a festeggiare il 70esimo compleanno di Pietro. Ridono, scherzano. Fanno la solita sceneggiata della famigliola felice ma pian piano Muccino ci presenta i vari problemi che stanno sotto all’apparente spensieratezza. Alcuni di questi erano già presenti nel film del 2018 come ad esempio le crisi di Beatrice (Milena Mancini nella serie) che deve gestire il marito malato di Alzheimer (Valerio Aprea nella serie).

Ma con la serie tv Muccino ha voluto fare di più. Ha inserito all’interno della storia un problema ancora più grosso, che ci viene svelato a piccole dosi. Sin dai primi minuti infatti notiamo che c’è un mistero dietro questa famiglia, un mistero che si tinge di rosso sangue. Ma non voglio svelarvi troppo!


La sigla

Il primo dei punti a favore di questa serie è sicuramente la sigla iniziale cantata da Jovanotti. Se siete abituati alla classica sigla che riprende una canzone già nota siete sulla strada sbagliata. La canzone infatti è stata scritta apposta per la serie e Jovanotti la interpreta magistralmente. Se fate parte inoltre di quegli insensibili che cliccano il pulsante salta intro, sappiate che con questa sigla non dovete farlo assolutamente, anche se è un po’ lunghetta. Vi spezzo le dita. Merita davvero!


La presenza di Emma

Dopo essere stata già interprete di un film di Muccino, Gli anni più belli, la cantante Emma Marrone torna a vestire i panni di attrice con questa serie tv. Interpreta Luana, la compagna di Riccardo, figlio di Maria. Il compagno ha perso 50.000 euro al gioco e lei sta per dare alla luce un figlio.

Come per il precedente film, Emma si dimostra non solo una grandissima cantante ma anche un’eccellente attrice. Riesce perfettamente a far trasparire la debolezza di una donna che sta per avere un figlio ma che ha paura di farlo crescere in un’atmosfera così problematica, tra strozzini e liti familiari. Muccino ci ha visto lungo portandola dal palcoscenico allo schermo!


Valutazioni finali

Veniamo infine alle valutazioni complessive. La serie ovviamente non è ancora finita (essendo presenti solamente i primi 8 episodi), ma mi è piaciuta molto. Gabriele Muccino riesce sempre a tenerti attento alla vicenda che ti sta raccontando svelandoti a poco a poco ogni altarino, ogni problema, ogni insicurezza dei personaggi. È un climax ascendente di suspense che culmina con lo svelamento del grande mistero sanguinoso nell’ultimo episodio che ti lascia con l’amaro in bocca desideroso della nuova9 stagione.

Poche le note negative. L’inizio è forse un po’ lento e ci vuole un po’ per capire i vari legami di parentela dei personaggi che ti vengono presentati ma una volta entrato nel mondo della famiglia Ristuccia vuoi scoprire tutto di loro e dei loro problemi. Gli episodi forse sono un po’ lunghi, circa 50 minuti l’uno. Tuttavia Muccino riesce a non farti calare l’attenzione per tutta la durata della puntata e alla fine riesce sempre, con un colpo di scena, a farti iniziare il nuovo episodio.

Se state cercando una serie che non sia un passatempo tra una sessione di studio e l’altra o mentre state cucinando, è la serie giusta. Una serie che va gustata, dall’inizio alla fine della stagione. Una volta arrivati all’episodio 8 non vedrete l’ora che escano i nuovi episodi.


Ludovico Proia

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