Un mondo di pane

Componente primario dell’alimentazione mediterranea, il pane è, per noi italiani, unico e vero sinonimo di “cibo” in quanto “nutrimento”. Nella cucina più antica, infatti, si usava il termine cumpanaticum (oggi companatico, ndr.) per sottolineare il ruolo fondamentale del pane che, come sappiamo, sa accompagnare straordinariamente ogni tipo di pietanza.

Ma la domanda è: e nel resto del mondo? Il pane viene guardato nello stesso modo in cui, da piccoli, ognuno di noi s’incantava ad ammirare lo spettacolo delle mani laboriose della nonna, avvolte da quella magica nebulosa di farina che si spargeva tutt’intorno?

Se ne è parlato ieri, 11 giugno, nel cortile del Rettorato dell’Università degli studi di Siena, attraverso il secondo appuntamento con il ciclo d’incontri Il nostro cibo, la nostra storia, il nostro futuro” questa volta incentrato sulle Giornate del pane, per EXPO 2015.

Il primo capitolo, tenutosi ieri appunto, “Un mondo di pane. Forme, colori e sapori del pane nel mondo”, poneva proprio l’attenzione sulla domanda: il pane è apprezzato in tutto il mondo? Cosa varia?

Ad intervenire, in quella che sembrava una tavola rotonda di colori differenti ma provenienti dallo stesso pennello, sono stati: il Prorettore Prof. Francesco Frati, la Prof. Anna Maria Aloisi e il Dott. di ricerca in Letteratura, Storia della lingua e Filologia italiana, Andrea Felici.

Il Prorettore Prof. Frati ha introdotto il tema approfondendo il concetto di alimentazione, in continua evoluzione attraverso le tecnologie più moderne, le quali tendono ad avvicinarsi sempre più ai bisogni della gente, o meglio alla loro soddisfazione.

La Prof. Annamaria Aloisi, poi, in un intervento tutto dedicato all’internazionalità del nostro ateneo, ha unito idealmente tutti gli stand presenti attraverso il “bridge” della condivisione. In fondo il pane è cibo e il cibo ci unisce tutti, perchè è di tutti.

Il Dott. Andrea Felici, in seguito, ha illustrato un breve seminario sulla storia del pane, non solo dal punto di vista culinario, ma anche e soprattutto artistico. Basti pensare a René Magritte, famoso pittore surrealista belga, che nell’opera “La leggenda dorata” riproduce delle baguettes come fossero delle navi spaziali. Ma anche in letteratura, attraverso Manzoni e i suoi, ma anche nostri, “Promessi Sposi”, il pane assume un ruolo decisivo. È il “pane della provvidenza”, quello che dà speranza e vita, per il quale le folle tanto s’agitano, ma è anche il “pane del perdono”, quello che Fra Cristoforo chiede al fratello dell’uomo che aveva ucciso.

Ma il pane, che già in Italia viene arricchito e caratterizzato frequentemente da ingredienti prettamente regionali, nel resto del mondo assume forme e sapori completamente diversi: in Cina, dove l’alimento più consumato è il riso, si produce un pane che non prevede la cottura in forno; in Belgio con gli scarti del pane si produce birra; in Germania sembra sia molto più salato.

E che dire del nome? Sapevate che in America, per “panino” utilizzano “panini” al singolare e “paninis” al plurale? Questo, a riprova del made in Italy nel mondo.

Ad allietare la serata inoltre, era presente l’azienda vinicola Castel di Pugna.

Per concludere, l’interessante spiegazione del cuoco di Sapori&Dintorni, Pietro Capecchi, che ha illustrato, con la passione di chi sa quel che fa, i motivi che rendono il pane buono davvero così buono.

Ricordiamo che oggi, 12 maggio, dalle ore 17:00, sempre all’interno del cortile del Rettorato dell’Università degli Studi di Siena, ci sarà il secondo incontro per Le giornate del pane con “Il pane nel Cortile. Impasti e cotture con le farine di grani antichi”, sempre in compagnia di uRadio.

 

Mariana Palladino

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