IL GIARDINO CHE FIORIVA DI NOTTE – KATHRIN LASKY

Natura e amore si intrecciano indissolubilmente in questo romanzo, colmo di magia e suggestioni, che ci trascina come per incanto in una storia che sa ammaliare lettori e lettrici di qualsiasi età.

La protagonista, Maggie, è una donna di sessantun anni di origini irlandesi che vive nel New England, che deve combattere per tornare a un’esistenza normale dopo che un ictus l’ha colpita, paralizzandogli il lato sinistro del corpo e creandole difficoltà nel parlare. È una donna ancora ricca di fascino e bellezza, ma per certi versi rassegnata alla decadenza: osserva i suoi figli ormai adulti cadere sempre di più nel vortice dell’alcool (stesso vizio del marito defunto), contempla il suo giardino un tempo rigoglioso ormai totalmente abbandonato a se stesso, e, con la stessa mestizia, guarda al corpo ormai parzialmente inerte dentro il quale è costretta.

Tirate le somme, sembra non esserci più molto per cui valga la pena continuare nella sua vita; accade però inaspettatamente, che i facoltosi vicini di Maggie decidano di far sistemare il proprio giardino a un famoso architetto di giardini, Tristan Mallory. Nella noia e autocommiserazione della vita di Maggie non può non scatenarsi la curiosità: attraverso una provvidenziale crepa nel muro che separa i due giardini ella può osservare i progressi dei lavori e notare l’affascinante Tristan, suo coetaneo, che dirige il tutto. La curiosità è reciproca: anche l’uomo, dalla stessa crepa, nota la donna, intenta a praticare i suoi esercizi di riabilitazione, e rimane stregato dalla forza che emana quella figura, pur così fragile nella sua malattia.

A lavori conclusi decide così, di sua spontanea volontà, di fare una sorpresa alla donna disponendo durante la notte alcune piante e pietre nel giardino di lei, per dargli un aspetto meno trascurato e fargli tornare una scintilla di vita. Al suo risveglio Maggie rimane felicemente stupefatta e intuisce subito chi può averle donato tutto ciò; non può dunque che porgergli i suoi ringraziamenti, e il passo è breve perché nasca tra loro un forte legame di empatia e comprensione, che presto si trasformerà in un impetuoso sentimento d’amore.

Ogni notte, come un loro personale accordo segreto, si ritrovano insieme per ridare vita pian piano al giardino di Maggie, fiore dopo fiore, arbusto dopo arbusto. In questa atmosfera magica di perfetto idillio capita leggendo quasi di riuscire a sentire gli odori dei fiori, lo stormire delle foglie alla lieve brezza estiva, il frinire dei grilli mentre la sera cala dolcemente su questo giardino quasi incantato.

Maggie, parte di una famiglia e di una vita che non le apparteneva davvero, ritrova con Tristan la vera se stessa e l’amore a lungo dimenticato, o probabilmente mai veramente conosciuto. La passione che sboccia apparentemente fuori luogo tra loro permetterà a Maggie di riuscire a battere quasi completamente la sua paralisi e a riscoprire in sé sentimenti forti e potenti da sempre soffocati, simili alle tante piante che giacevano nel suo giardino asfissiate dalle sterpaglie.

La purezza e il candore di un amore semplice e intenso simile a quello tra due adolescenti, accostato alla meraviglia di un giardino che cresce e riprende lentamente vigore in tutta la sua magnificenza, fanno di questo libro una piccola perla da gustare tutta d’un fiato.

L’ideale è leggerlo proprio in un giardino, una sera estiva, magari ai piedi di un albero, mentre il tramonto scende lieve.

Ci si ritroverà così catapultati in questa delicata fiaba moderna dal profumo dolce e fragile dell’estate.

 

Con la mano destra, Maggie sfiorò delicatamente i petali delle viole. Fu uno dei gesti più belli e teneri che Tristan avesse mai visto. Quel tocco gli penetrò in qualche recesso segreto del cuore, ed egli si sentì trasportato sempre più vicino al punto misterioso in cui l’anima del giardino e quella di Maggie si toccavano.”

Kathryn Lasky (Indianapolis, 24 giugno 1944) è una scrittrice statunitense, nota soprattutto per i suoi libri per ragazzi. Vive a Cambridge, Massachusetts.

 

Rossella Miccichè

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