Sanremo 2023: le pagelle di uRadio per i testi dei “veterani” in gara

Tutto pronto per la 73esima edizione dello show più amato dagli italiani. Quest’anno l’Ariston si è trasformato in un ‘cielo’ stellato: una grande cupola sotto la quale risuonerà la musica di Sanremo. Amadeus, che calcherà il palco come direttore artistico per la quarta volta consecutiva, mantiene la linea tenuta in questi anni: un mix tra talenti emergenti e volti storici della musica italiana.

Come ogni anno i testi sono stati già resi noti da Tv Sorrisi e Canzoni e non poteva mancare il commento della redazione di uRadio. Saranno promossi o bocciati? Partiamo subito dai veterani in gara


Anna Oxa – Sali (Canto dell’anima)

Anna Oxa con la sua voce strega chiunque l’ascolti dal’78. Vinse Sanremo’89 con Fausto Leali interpretando “ Ti Lascerò” e dieci anni dopo vinse con “Senza Pietà” che le ha fatto acquisire il titolo di regina di Sanremo. Quest’anno la vedremo scendere le scale dell’Ariston per la quindicesima volta.

Il brano della cantante pugliese è un invito alla sincerità sia con se stessi che con il mondo che ci circonda. Abbandonare,dunque, le ambiguità  e le falsità che ci “ingabbiano” nella società odierna. 

La sua professionalità e la sua capacità di interpretazione le potrebbero permettere  non solo di far emozionare il pubblico ma di posizionarsi  tra i primi posti. 

Voto: 8 

Maria Teresa Frezzotti 


Articolo 31 – Un bel viaggio

La reunion più attesa dopo quella di Paola e Chiara, gli Articolo 31 approdano all’Ariston per la prima volta. Forse il miglior gruppo hip hop italiano, il duo composto da J-Ax e DJ Jad ha sicuramente scritto la storia della musica leggera italiana. Al testo di Un bel viaggio collabora la cantautrice Federica Abbate.

Un bel viaggio ripercorre la gioventù del duo a fronte del loro essere “diventati grandi”. Partiti dalla strada (“Là, dove scegli o lavori per due spicci/O spacci pezzi”) col sogno di sfondare nella musica, i due hanno attraversato tutti i riti di passaggio del diventare adulti: la carriera, la famiglia, i lutti (“E fai tutte le cose che/Giuravi non avresti fatto./Anche morire giovani non puoi più perché/Adesso c’hai la family e dipende da te.) Cosa significa, dunque, fare hip hop quando si è grandi, quando si hanno bollette da pagare e figli da mandare all’università? Vivere la strada è ancora possibile o ci si è inevitabilmente trasformati in quei borghesi che si prendeva in giro nelle prime canzoni? A prescindere da tutti i dilemmi una cosa rimane salda: l’amicizia. “Siamo stati due coglioni infatti funzioniamo in coppia./Nella vita gli amici li scegli,/Noi siamo quelli/Che si vogliono bene anche quando si fanno la guerra,/Come i fratelli.”

Un testo hip hop, dunque, che per i suoi temi può tranquillamente diventare una ballad sanremese. L’hype è sicuramente alto (così come il rischio di cadere e sfracellarsi al suolo) e questa canzone potrebbe giocarsi anche il premio miglior testo. In classifica, tuttavia, potrebbe non arrivare nelle prime cinque: si sa com’è la giuria demoscopica…

Voto: 8

Federica Pisacane


Colapesce, Dimartino – Splash

Il duo siciliano ha consolidato negli ultimi anni la sua dimensione nell’immaginario collettivo: con la fortunata Musica leggerissima il marchio Colapesce Dimartino è divenuto sinonimo di saudade, di malinconica e rassegnata consapevolezza, tinta di note calde e appiccicose che rimandano a estati passate. Anche la successiva bossanova di Toy Boy ha insistito su questo percorso, e alla luce del testo di Splash possiamo immaginare che la strada sonora e concettuale tracciata finora proseguirà linearmente.

Mentre il vento arpeggia / una ringhiera” è già l’immagine più bella evocata da questo Sanremo, una prospettiva che gli autori però rifiutano perché “io lavoro per non stare con te”, fuggendo quindi da ogni emozione troppo impegnativa. Se a Musica leggerissima soggiaceva un po’ sinistramente l’ansia pandemica da solitudine esistenziale, Splash è la presa di coscienza di quel mondo lì: “preferisco il rumore delle metro affollate / a quello del mare” ci dice che una monotona serenità vale più di un fugace tuffo caricato di aspettative di catarsi, un salto fatto tanto perché si deve o peggio, per consolazione.

È con questa consapevolezza collettiva che ascolteremo Colapesce e Dimartino, accomunati da recenti scoperte emotive tanto a molti prima sconosciute quanto adesso così forti da farci empatizzare con un testo del genere. Non è detto che Splash vinca questo Sanremo, ma non mi stupirei se arrivasse tra le prime cinque.

Voto: 9

Nicola Carmignani


Coma_Cose – L’addio

Per chi scrive, i Coma_Cose sono sempre stati un mistero. Oggettivamente abbastanza piacevoli, cos’è che però li rende così speciali da giustificare il successo che macinano da quando calcano le scene? Qualche bella immagine nei testi sembra troppo poco per farli assurgere a miracolo cantautorale, così come le loro produzioni sono intelligenti, sì, ma senza guizzi particolari. L’unica risposta che ho saputo darmi, benché mi sembri talmente banale da nascondere una qualche fregatura o fallacia, è che i Coma_Cose piacciano in quanto scrittori di filastrocche. A ben vedere, non c’è nulla di difficile nelle loro canzoni: parole piane e immagini semplici, benché inconsuete o financo scorrette e giocose (“se la pioggia fosse transitiva / io ti temporalo”), e di certo non si può nemmeno urlare ai virtuosismi quando Fausto Lama e California performano. E allora è proprio forse la natura cantilenata dei brani, la loro sghemba ma rassicurante artefazione che li rende immediatamente potabili ai più. Troppo scontato? Forse, ma con Fiamme negli occhi ha funzionato.

L’addio sembra meno ispirata della precedente fatica sanremese, niente veneri di Milo affettuose o inverni che sono estati, le immagini che si susseguono sono poche e meno ficcanti, il testo appare molto più didascalico. Curiosamente, come per la canzone di Colapesce e Dimartino si scomodano balaustre con “davanti al mio cuore c’è una ringhiera / sul tuo cuore che è sempre stato uno strapiombo”, anche se è prevedibilmente il ritornello in rima baciata il momento che farà di questa canzone sfacelo dei passaggi radio. “E sparirò ma tu promettimi che / potrò sempre ritornare da te” descrive la crisi di coppia del duo, nonché la difficoltà di chiunque abbia mai deciso di prendersi una pausa da una relazione: sarà la facilità nel far immedesimare chi ascolta, ancora una volta, che salverà i Coma_Cose.

Il brano finirà tranquillamente tra i primi dieci, ma la sua fortuna inizierà una volta finito Sanremo, ed è probabile che ci accompagnerà da qui all’estate. E io sarò ancora qui a cercare di capire perché i Coma_Cose sono una fregatura, ascoltando per l’ennesima volta molto attentamente la loro intera discografia.

Voto: 6,5

Nicola Carmignani


Cugini Di Campagna – Lettera 22

Dopo una carriera cinquantennale, un tour estivo nelle sagre di paese e discutibili magre figure in qualche reality show targato Mediaset, per la storica band capitanata da Nick Luciani è arrivato il momento del debutto a Sanremo.

Sul palco dell’Ariston porteranno “Lettera 22” una canzone scritta da Dario Mangiaracina e Veronica Lucchesi, i due membri de La Rappresentante di Lista, duo che ha spopolato nelle ultime due edizioni del festival con grande successo.

Il testo parla di una storia d’amore finita in frantumi, e a primo occhio il testo ricalca la classica canzone d’amore sanremese “non lasciarmi solo, non lasciarmi qui” sono le frasi che indicano la parte centrale del ritornello del brano. Testo a dir poco banale e ritrito.

Leggendo il testo, il brano non  sembra niente di chè, e probabilmente in classifica generale occuperà le ultime posizioni. Mentre, al contrario, sono convinto che al FantaSanremo i Cugini di Campagna siano un ottimo investimento in termini di baudi, vista la loro storia recente

Voto: 3

Alessandro Baldi


Elodie – Due

“Colpevole” di aver portato sul palco dell’Ariston nel 2021 uno dei monologhi più proletari nella storia recente della Rai, Elodie è la Dua Lipa italiana. Nata in una borgata romana, cubista e vocalist nelle discoteche, dopo la partecipazione ad Amici nel 2015 scala rapidamente le classifiche della musica italiana. E a ben vedere. Questa è la terza partecipazione al Festival della canzone italiana come concorrente; Festival che ha co-condotto, appunto, nel 2021, edizione che ricordiamo anche per la meravigliosa esibizione con un medley, tra le altre, di Beyoncé.

“Due”, scritta insieme a Fulvio Abbate e Jacopo Ettorre, è una canzone su un amore difficile, iniziato in modo complesso e, forse, destinato a finire male. “Che rumore fa/Il silenzio alla fine/Di tutte le nostre/Telefonate interrotte?” si chiede la cantante: in questa coppia non c’è dialogo, nemmeno durante le telefonate. Il risultato è un conflitto continuo (“Baby mi fulmini/Con gli occhi lucidi”). Il problema, la red flag, pare essere proprio la cantante: “Nascoste dal velo più sottile/Tutte le mie paure/Che anche stanotte/Si avvolgono su di te”. Il suo giudizio è definitivo: “Per me le cose sono due/Lacrime mie o lacrime tue”. O piange uno o piange l’altra.

Basandosi solo sul testo potrebbe essere una canzone pop molto ritmata; conoscendo Elodie sarà sicuramente una hit e un probabilissimo tormentone estivo. Potrebbe raggiungere il podio? Difficile a dirsi: il tema è un po’ banale, bisogna vedere come verrà eseguito.

Voto: 7

Federica Pisacane


Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato

Per il “poeta maledetto” è la settima volta sul palco del temutissimo teatro Ariston.

Grignani quest’anno ci riprova portando sul palco Quando ti manca il fiato, un testo intimo che parla del suo difficile rapporto con il padre, che lo ha abbandonato in tenera età. “Tu verrai o no al mio funerale” è la frase che squarcia il silenzio durato anni tra i due.

Forse non sarà la canzone vincitrice della palma d’oro ma sicuramente è tra le candidate al premio per il miglior testo.

Voto: 9

Ludovico Proia


Giorgia – parole dette male

Giorgia, un nome una garanzia. Solare, fresca, romantica, auto ironica dalla voce potente, colorata, ricca di sfumature e riconoscibile già dalla prima nota. Lei, che è la storia della musica italiana, torna in gara a Sanremo dopo 22 anni: la prima volta nel 1993 con E poi, l’anno dopo con Come saprei, e ancora nel 1996 con il brano Strano il mio destino e nel 2001 con Di sole e d’azzurro. Grandi successi che l’hanno portata al successo mondiale e hanno lanciato la sua carriera.

Voglio dimenticarmi per un attimo della grande artista che è per dare un commento e un voto oggettivo al testo di “Parole dette male”. Da lei mi aspetto una canzone d’amore, ed infatti, da una prima lettura non è difficile capire che si tratti di un amore finito e dei ricordi che ha lasciato. La sensazione che mi dà dalle numerose rime baciate presenti, è che sarà un pezzo comunque ritmato e che non si tratti di un lento. Bel testo anche se sono parole che non rimangono particolarmente impresse per la loro profondità. Un brano fresco e in cui potranno ritrovarsi molti giovani.

Ipotizzo già una sua entrata nei primi tre della classifica finale

Voto: 7 e mezzo

Alice Muti Pizzetti


Levante – Vivo

Seconda partecipazione al Festival di Sanremo per Levante, dopo aver registrato buoni consensi con “Tikibombom” nel Festival di Sanremo 2020. Levante per l’occasione ha cambiato look, con una nuova capigliatura bionda che la fa sembrare un’altra persona rispetto a tre anni fa.

Levante torna in Riviera con “Vivo”, un pezzo nato a seguito della depressione post-parto vissuta dopo la nascita della primogenita. Il testo, di natura autobiografica, parla di rinascita dalla crisi, è ben costruito e ha il suo clou nel ritornello, “Vivo il male, vivo il bene/Vivo come piace a me/Vivo per chi resta e chi scompare” che sarà cantato molto probabilmente a squarciagola da Levante. Personalmente, uno dei migliori testi del Festival, vediamo come sarà alla prova dell’ascolto.

Nonostante un pregevole testo del brano, Levante sarà a metà graduatoria a fine Sanremo 2023. Ancora manca la prova dell’ascolto, ma Levante non è assolutamente da sottovalutare per i concorsi secondari, come il Premio della Critica “Mia Martini” o il Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo.

Voto: 8,5

Alessandro Baldi


Madame – Il bene nel male

Francesca Calearo conosciuta a tutti come Madame si presenta nuovamente al Festival di Sanremo con Il bene nel male. Testo importante che parla di un rapporto tra una prostituta ed un suo cliente. Il brano pone l’accento sull’innamoramento della donna verso il cliente che però la definirà solo uno sbaglio. Si affrontano temi di grande impatto sia morale che sociale, un crescendo di emozioni che si conclude con una tanto dolce quanto amara consapevolezza, nonostante tutto si può sempre cogliere il buono anche dal dolore. 

Madame naviga in un mare che ha imparato a conoscere bene, e sicuramente ci troveremo davanti una cantante più consapevole e si spera riesca a trasmettere tutta la maturità di questo testo.

Voto: 8

Carmine Calabrese


Marco Mengoni – Due vite

Marco Mengoni vinse Sanremo 10 anni fa con “ L’essenziale”, brano romantico-pop con il quale incantó il popolo italiano. Dal 2013 Mengoni non ha mai smesso di stupire i suoi ascoltatori, cimentandosi in diversi generi musicali: soul, blues, gospel e funk; mostrando la sua poliedricità musicale come in Materia ( Pelle), suo ultimo album uscito nel 2022, nel quale si riscontrano note elettropop.  

La canzone è una ballata romantica, nella quale si parla attraverso immagini e suggestioni di una storia d’amore, che è pronta a tutto pur di resistere e rimanere insieme, fino a volersi isolare dal resto dal mondo per non sentire il caos della vita per rimanere soli, l’uno con l’altro essendo tutto ciò di cui hanno bisogno. 

Mengoni probabilmente sarà sul podio del festival, grazie alla sua capacità di trasmettere l’emozioni da lui percepite e farle diventare proprie dello spettatore. 

Voto: 8

Maria Teresa Frezzotti 


Modà – Lasciami

I Modà, la band adolescenziale per eccellenza. Tornano dopo 10 anni dalla loro ultima partecipazione, a seguito di un periodo di stop che ha aumentato l’attesa dei fan. Festeggeranno i 20 anni di carriera musicale con Lasciami, pezzo che invita a guardarsi dentro. Un testo, in cui si riconosce bene lo stile inconfondibile dell’artista che racconta molto di lui: Kekko, la voce del gruppo, porta non solo un amore finito ma anche la depressione, male contro cui il cantante lotta da anni. Personalmente mi piacciono i testi romantici e strappa lacrime ma credo che, un po’ come tutti i loro brani, sia per certi versi troppo straziante. Come non ho amato l’eccessiva ripetizione di “Ma che giorno è? È il primo giorno senza te…” e di “Lasciami…”.

Non ipotizzo un alto posto in classifica ma un gran successo in radio.

Voto: 4 e mezzo

Alice Muti Pizzetti


Paola & Chiara – Furore

Con il tempo era successa una cosa bella: ci eravamo dimenticati di Paola e Chiara. Accade poi che il trascorrere degli anni ingiallisce i ricordi, li ammorbidisce, e anche i traumi più taglienti li rende piacevole solletico. Ecco, questo credo che sia successo con Paola e Chiara: che guardando indietro non vediamo più l’insulto al buon gusto che hanno sempre rappresentato, ma un tenero memento di giorni più spensierati. In un certo senso, se ce le ritroviamo a Sanremo è perché la fuori c’è gente che da decenni le attendeva su quel palco. Parafrasando Woody Allen, “non ho niente contro Paola e Chiara, è il loro fan club che mi spaventa”.

Il testo è quello che ci si aspetta, un richiamo a quella locura di borisiana memoria della quale tanto ci pare di avere bisogno, tanto al contempo siamo consapevoli della sorda vacuità. Perfino il titolo è sciatto revival e suggerimento subliminale nei confronti del repertorio più vergognosamente frivolo che ci passi per la testa. “Dentro ai tuoi occhi / c’è un fuoco, una strobo” è il guizzo letterario più alto che ci viene concesso, non c’è nemmeno un fiacco tentativo di produrre una canzone che non suoni vecchia fin dall’uscita: siamo al grado zero del superfluo.

Non c’è nulla di male nel voler far ballare, nel voler essere leggeri e nel proporre canzoni senza pretese, è francamente solo la circonvenzione di incapace che questa canzone metterà in atto che è discutibile, il suo tentativo di riproporre una ricetta ammuffita spolverandola di qualche glitter. Poi per carità, un testo è solo un testo e il resto lo vedremo, il timore è che ci sia là fuori un’orda di assetati di nostalgia che sarà capace di giustificare tutto, anche la peggior offesa acustica mai prodotta, pur di poter partecipare al rito collettivo del: “no cioè guarda che dee io moiooooo”.

Parafrasando un altro grande, “io non temo Paola e Chiare in sé, temo Paola e Chiara in me”.

Voto: 1

Nicola Carmignani


Tananai – Tango

Alberto Cotta Ramusino meglio conosciuto come Tananai, qui alla sua seconda partecipazione al festival di Sanremo con “Tango“. Dopo essere stato a mani basse il meme della scorsa edizione, grazie al suo ultimo posto ed ai grandi festeggiamenti annessi, e dopo il grande successo riscosso con i suoi singoli, grazie ai suoi testi attuali ed un ritmo che ti spinge a ballare, il cantante meneghino torna carico ma ora con molte più aspettative. 

“Tango” è un racconto fatto per immagini, un viaggio pop che ci racconta di un ” Amore tra le palazzine a fuoco” intenso e potente, e di un addio amaro con una finta promessa “Io tornerò un lunedì/Ma non è mai lunedì”. Tananai non si sottrae alla schiera di cantanti che parlano di amore al festival, ma decide di farlo parlando una lingua che tutti possono capire, con rimandi alla pop culture, tra tutti citando i Police, e soprattutto lo fa parlando di un amore finito a tratti tossico, che ora è l’ombra di quello che è stato. Una canzone che sa bene quali corde toccare in cui però l’autore non si snatura, scegliendo una narrazione che gli é familiare, e che troviamo anche in altre sue canzoni.

Dopo il “successo” dello scorso anno difficilmente lo rivedremo ultimo, cosa che so dispiacere anche a lui, ma ci auguriamo che porti nel festival quella ventata di aria fresca e imprevedibilità a cui ci ha abituato. Io, come sempre, tifo per lui.

Voto: 9

Carmine Calabrese


Ultimo – Alba

Il cantautore romano calca per la terza volta il palco del teatro Ariston con la canzone “Alba”. Ci ha sempre abituati a canzoni d’amore capaci di far impazzire e urlare le fan ai concerti. Con il testo di questa nuova canzone non sembra smentirsi.

Il testo sembra essere meno lungo degli altri in gara ma nonostante questo è un buon testo che può far emozionare. Si spera che non arrivi secondo anche questa volta per non rivedere un piccolo Ultimo arrabbiato come nel 2019

Voto: 8

Ludovico Proia


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