Tutto quello che non avevano detto a Eva

Festa della Donna

La Donna, la mimosa, le quote rosa, la vita domestica, donne single di successo considerate eroine. Poi abusi, esibizionismi del proprio corpo di ragazzine sui social. Ci sono moltissimi altri casi molto più sfortunati riguardo al genere donna ma, per rimanere in linea con la quotidianità delle letture che mi appresto a introdurre, mi limito a queste situazioni che nella nostra vita da studente medio ci affiancano.

La Venere di Giorgione non ha i peli sotto le ascelle e si copre la farfalla con la mano

Venere di Giorgione e Tiziano allievo, primo decennio del 1500

La consapevolezza e il rapporto col nostro corpo che ci accompagnano quotidianamente è un argomento ancora non totalmente scardinato dalle varie convinzioni e convenzioni sociali. Come ogni concetto, parola e situazione credo che tutto abbia chilometriche radici nel passato. Con l’”evoluzione” (esito ad attribuire a questa parola il significato di progressismo che denota, visti i tristi casi di attualità) le cose sono cambiate e ricambiate ma, allo stato attuale, il canone di bellezza che vige è abbastanza preoccupante e la consapevolezza dello stesso e il suo noncurante sviluppo altrettanto.

Sono cose dette e stradette ma sfido chiunque a non sentire una piccola ventata di bollente imbarazzo nel sentire le pure parole di Valeria. Dico questo non per il tono provocatorio in cui sono impostati i testi, ma per il genere di sentimento che ci tocca quando si parla di noi e non siamo a nostro agio con quello che si dice di noi.

Valeria una di noi

Quindi Valeria: una di noi, una come noi. A un certo punto della sua vita, come si augura a tutti quanti, ha iniziato a frequentare persone nuove, persone con le quali le problematiche ordinarie del gentil sesso (peli – soprattutto se sei mora, masturbazione, alimentazione, ecc) venivano discusse a un livello superiore. L’upgrade era dovuto al fatto che queste donne si sentivano bene con loro stesse, indi per cui certi tabù non venivano sentiti come tali all’interno del gruppo.

E nulla di più vero nell’individuare la chiave del benessere personale e intimo nelle persone che ti circondano: se stai con chi sta bene impari a stare bene.

Letture teatrali

Ed è stato da questa esperienza che Valeria ha iniziato a scrivere quelli che poi sono diventati undici monologhi su queste varie tematiche. L’ispirazione è venuta, quindi, da discorsi tra amiche, riflessioni personali, ma anche origliando casualmente sul bus o nella coda al supermercato. I monologhi che reciterà sono sette. Ognuno ha come voce narrante una donna dal nome diverso: ad esempio, Agata parlerà del tema dei peli e, difatti, il sottotitolo al suo personaggio è Il Mantello.

Questa brillante e genuina performance si terrà in Certosa, luogo aperto a chi ha voglia di mettersi in gioco artisticamente, di esprimersi e di confrontarsi.

Agata è giovane, da diversi anni. Agata è mora, lo è sempre stata. Agata è scura, come la voce del sud. Agata è l’esplosione ormonale dei suoi vent’anni, odora di donna, profuma di buono. Agata è bella, è bellissima. Agata è lo specchio perfetto dei suoi occhi neri, come un gatto. Agata è pelosa, come un gatto.

La lettura si terrà giovedì 7 marzo alle 21.15 in Via di Certosa 106 A.

Un canto a singhiozzi di rabbia e risate, dedicato a tutti, maschi o femmine che si sentano, ma anche, o forse soprattutto, all’uomo interiore in ogni donna e alla donna interiore in ogni uomo.


Ludovica Carlini.

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