Scandalo di Ivan Cotroneo

Quando ieri sono entrata all’incontro con il pubblico e poi in sala per vedere lo spettacolo “Scandalo”, con Anna Valle e Gianmarco Saurino, ho capito subito che c’era qualcosa di speciale nell’aria. Tutto sold out, un hype pazzesco e soprattutto un pubblico attento, pronto a cogliere ogni sfumatura. E infatti, penso che nessuno sia uscito indifferente, perché questo spettacolo più che dare risposte ci ha riempito di domande.

La storia

La storia ruota attorno a Laura, una scrittrice, interpretata da una sorprendente Anna Valle. Prima si innamora di Goffredo, scrittore molto famoso e molto più grande di lei; poi, dopo la sua morte, arriva Andrea, 28 anni, spontaneo, ironico, lontano da qualsiasi cliché borghese. Ma dire che la trama riguarda solo le differenze d’età sarebbe riduttivo. Qui l’amore diventa un modo attraverso cui guardare a pregiudizi, ruoli di genere, fraintendimenti e quella zona grigia in cui il desiderio femminile viene ancora oggi giudicato, ridimensionato o letto, appunto, come “scandalo”.

A teatro queste dinamiche sono arrivate con una chiarezza disarmante: una relazione con una grande differenza d’età diventa subito un secondo fine, ma solo dal punto di vista della donna. Nel caso di Laura e Goffredo era lei che si vociferava avesse un piano, un tornaconto, mentre nel caso Laura-Andrea era considerata quella ingenua e che si faceva manipolare. Lo spettacolo lavora proprio sulla fragilità di queste convenzioni e su quanto siano ancora oggi interiorizzate.

I personaggi

Tra i personaggi che influenzano tutto il racconto c’è Giulia, l’editrice cinica, tagliente, legata ai soldi e al successo ma con una schiettezza che la rende viva e autentica. Molto forte anche Alberto, che dichiara il proprio amore per Laura scrivendo un libro: un gesto che apre, sicuramente, il tema dei fraintendimenti, delle interpretazioni e di ciò che crediamo di leggere negli atteggiamenti degli altri. Non dimentichiamoci poi di Alice, che pur parlando poco riesce ad essere pungente ogni volta, come se le sue poche frasi arrivassero dritte al punto.

E poi Andrea, bello, ironico, divertente, quasi un anti-borghese. Ma proprio nel suo rapporto con Laura si apre il nodo etico più scomodo: chi manipola chi? Lei trasforma quei 6 mesi di relazioni e di amicizie nel libro “Scandalo” perché, come dice lei, “nessun libro è solo un libro”. Ha usato lui per dimostrare un punto? Ha trattato Andrea come gli uomini trattano le donne? E soprattutto, dopo aver visto le foto che lui le ha scattato: se ne pente?

Parallelamente, Andrea ha, fin da subito, accettato i suoi soldi, i regali, gli aiuti. È amore? È sfruttamento? La sua delusione finale nasce davvero dal fatto che lei non l’ha mai amato o dal fatto che ha perso un’occasione per scalare le posizioni sociali?

Conclusioni

Uscendo da teatro, mi sono accorta che ognuno di noi stava ragionando ancora. Non si parlava di bello o non bello, ma di tutto ciò che avevamo visto e sentito: potere, desiderio, ruoli, narrazione.

Come è stato detto anche durante l’incontro con il pubblico: è raro trovare uno spettacolo che non ti dica cosa pensare, ma che ti faccia domande scomode e ti lasci lì a conviverci. “Scandalo” ci riesce.

Francesca Carriero

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