Il tour di Luca Abete, #noncifermanessuno ( http://www.noncifermanessuno.org/ ), ha fatto tappa anche a Siena. Nella giornata di mercoledì 5 febbraio la facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche è stata il palcoscenico dove, dalle ore 9.30 fino alle 16, si è tenuta quella che viene definita dagli operatori dell’evento “la festa dell’ottimismo”. Perché era questo il tema della giornata: motivare i giovani studenti alle prese con il loro incerto futuro.
Lo slogan è presto detto: #noncifermanessuno è una reinterpretazione in chiave moderna (l’hashtag diventa ormai una prerogativa essenziale) del vecchio e impolverato adagio “ciascuno è artefice della sua fortuna”, al quale tutti noi abbiamo un po’ smesso di credere.
Ma chi è Luca Abete? Una volta era un animatore, poi un clown. Amava far ridere i bambini e per farlo ci metteva una cospicua dose di passione. L’ambizione era di continuare a fare il suo lavoro ancora meglio e con un palcoscenico più grande: da qua la sua prima esperienza in televisione, prima all’emittente avellinese (Avellino è il suo paese natìo) IrpiniaTv e poi a Campania Uno. Era solo l’inizio. Luca continua la sua ascesa fino ad arrivare a lavorare come inviato per Striscia la notizia, il telegiornale satirico in onda su Canale 5, proponendo servizi sull’illegalità della sua regione legata a questioni ambientali.
Detta così, il passo verso il successo sembra immediato; eppure, per citare le sue parole, non si nasce famosi. Il suo attuale status è stato il risultato di una lunga gavetta costellata da sacrifici, delusioni e ostacoli che però non lo hanno demotivato ma, anzi, stimolato a perseguire il suo obiettivo. Dopo alcune esperienze a contatto con gli studenti, notando la frequenza di domande che riguardavano soprattutto il suo lavoro, ha deciso di farci un tour: parlare della sua vita per incoraggiare i ragazzi a trovare la loro strada, e non arrendersi mai. #noncifermanessuno attraversa l’Italia passando per le principali università dando l’occasione di parlare con Luca e non solo: per dare riscontro concreto con le sue parole, il tour è accompagnato da banchetti informativi di alcune aziende che danno la possibilità di lasciare curriculum o chiedere semplicemente informazioni (Best western o Tecnocasa), Radio 105, che lancia l’iniziativa di proporre un’idea per un format originale (il regolamento sul sito http://www.105.net/) e l’università La Sapienza di Roma, che propone un questionario a scopo di ricerca sociologica inerente al tema del tour.
Il messaggio di Luca è semplice e, perché no, anche efficace: non arrenderti alla prima difficoltà, la perseveranza paga, non usare degli alibi (l’esempio citato è quello delle raccomandazioni) e realizzati in ciò che ti rende felice: non cercare di diventare a tutti i costi il migliore del mondo, diventa il migliore del tuo mondo. Nel cupo clima pessimistico che ruota intorno ai temi dell’istruzione e del lavoro, una nota lieta di positività non può che far piacere. Ma attenzione a non ipersemplificare la realtà: le qualità e i suggerimenti chiamati in causa da Luca sono di sicuro universalmente condivisibili, ma possono essere anche le parole che ogni buon genitore direbbe a suo figlio e che, purtroppo, non sempre bastano. La vita di ognuno di noi passa per così tante variabili e tante coincidenze che, per quanto ci si possa armare delle corazze più robuste, non sono necessariamente abbastanza resistenti da farci arrivare laddove si voleva arrivare. La realtà è che non sempre le cose che vogliamo dipendono solamente da ciò che noi facciamo per cercare di ottenerle. Ma la vera domanda forse è questa: che cosa vogliamo, esattamente? Un lavoro? Il successo? La felicità? E queste tre cose vanno necessariamente tutte insieme? Magari è proprio questo ciò che genera confusione.
Forse è questo che ci rende un po’ spaesati nei confronti del futuro e forse gli unici che possono chiarircelo siamo noi stessi. Ma i Luca Abete non sono del tutto superflui: possiamo tacciare il messaggio di banalità o riconoscere che, senza una buona dose di fortuna, tutta la tenacia del mondo non valga un soldo bucato. Tuttavia, sono proprio le ovvietà quelle di cui abbiamo più bisogno sentirci ripetere più spesso: gli insegui i tuoi sogni o i non mollare mai appaiono così sfocati al giorno d’oggi che li si scambia facilmente per banali esercizi retorici. Ma, checché se ne dica, ci è ancora concesso scegliere (o tentare) la propria strada; e ne varrà la pena, in ogni caso.
Leonardo Marinangeli