L'Africa sui media occidentali: luoghi comuni, approssimazioni e dimenticanze – #ijf15

Si è tenuta ieri nella Sala Raffaello dell’ Hotel Brufani l’incontro con il giornalista africano Tolu Ogunlesi di “The Africa Report”, vicitore di numerosi premi giornalistici e considerato uno fra i cento unomini più influenti del continente africano e, fra gli altri, Antonella Sinopoli, la cofondatrice e direttrice di “Voci Globali”.

Il panel si è incentrato principalmente sull’analisi dei modi diversi con cui le notizie vengono trattate dalla stampa internazionale rispetto a quella locale africana. Tolo Ogunlesi ha sottolineato come la situazione Africana sia ricca di sfumature che bisogna saper cogliere se non si vuole cadere nei soliti stereotipi, cosa possibile solo attravero una più attanta analisi e comprensione dei fatti, che vanno per questo vissuti in prima persona e non seguiti da lontano.logo_ijf

Finchè si continuerà a pensare solamente ad un immagine dell’Africa composta da bambini affamati o con in braccio un fucile sarà difficile poter cogliere tutte queste sfumature e si conuinuerà ad appiattire la complessa situazione africana.

Antonella Sinapoli chiama “metodi acquisiti” questi appiattimenti apportati dai grandi media internazionali, ed il motivo di questi comportamenti è dato dal fatto che l’unica prospettiva che i vari Paesi mondiali vogliono trasmettere è la continua richiesta d’aiuto che parte dall’Africa; richiesta che non potrebbe ricevere risposta se non continuando a far leva solo e soltanto sugli aspetti negativi di questo continente, escludendo a prescindere tutti gli altri.

Per non tralasciare i problemi che purtroppo comunque questo continente continua ad avere è necessario abbandoare questa ottica in cui l’Africa ha bisogno d’aiuto, ma cercare di passare ad una nuova impostazione, quella del commercio paritetico con gli altri paesi.

I social media sono i principali fautori di questo necessario percorso, così come i fenomeni di citizen journalism che da essi derivano; poichè da voce ai media locali, presenti di persona e ben consapevoli delle svariate situazioni presenti.

Queste prospettive possono veramente contribuire a combattere questa disinformazione dilagante, anche se, senza una maggiore sensibilizzazione dei lettori occidentali non sarà facile portare al termine con successo questa enorme impresa.

 

 

Irene Barbieri

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *