La pluralità della musica riscoperta nella 95esima edizione della “Micat in Vertice”

Conferenza stampa di presentazione della stagione “Micat in Vertice” dell’Accademia Musicale Chigiana.

Orchestre senza direttori, voci bianche e molto altro ancora, il tutto all’insegna del dialogo tra i linguaggi della musica.

 


Martedì 10 è stata presentata la 95esima edizione di Micat in Vertice: un traguardo molto importante, come ha sottolineato il Direttore artistico Nicola Sani. All’evento erano presenti anche Angelo Armiento, direttore amministrativo dell’accademia, Francesca Vannozzi, assessore alla cultura, e Francesca Piccioni, viola dell’orchestra Spira Mirabilis.

L’Accademia Musicale Chigiana

Fil rouge del programma: la congiunzione fra generi musicali diversi, fra antico e moderno, fra veterani e giovani.

L’assessore Vannozzi ha sottolineato il ruolo portante dell’Accademia Chigiana nella realtà senese: come istituzione didattica, certo, ma anche e soprattutto come esperienza di incontro. Per questo motivo è necessario che l’Accademia si inserisca nella realtà culturale senese, aprendosi soprattutto ai giovani e spogliandosi della patina di “luogo d’élite” che ancora la caratterizza e che, diciamocelo, un po’ porta fieramente.

Il direttore artistico Sani, inoltre, ha definito la nuova stagione una “stagione plurale”, proprio per il carattere di dialogo tra i vari linguaggi della musica. Questo dialogo non ha niente da invidiare alle più moderne sperimentazioni ermeneutiche e, anzi, trae origine proprio dall’idea di fondo dell’Accademia, ribadita ancora una volta: la Chigiana è in primo luogo una scuola di alta formazione musicale, che accoglie centinaia di studenti provenienti da ogni parte del mondo. Il dialogo è inevitabile, l’esigenza di rinnovamento è sentita ed attesa, potrei azzardare, con un po’ di ansia. Non ci si può più permettere alcun tipo di chiusura.

Un cartellone variopinto e diversificato.

Quale orchestra poteva incarnare questo spirito di comunione e dialogo più della Spira Mirabilis, l’unica orchestra al mondo che suona senza direttore? Protagonista della “prima” della stagione, il 22 novembre alle 21 al Teatro dei Rozzi, quest’orchestra, come ci spiega Francesca Piccioni, ha una sola necessità: lo studio e la comprensione profonda di una partitura.

Le prove si trasformano in un vero e proprio gruppo di ricerca, dove ognuno degli orchestrali ha la responsabilità di conoscere a fondo il brano. Ognuno dice la propria, e le decisioni si prendono all’unanimità. Per questo portano un solo brano (in questo caso la strabiliante Prima sinfonia di Brahms). Farne di più sarebbe impossibile: proverebbero dieci ore al giorno per mesi… Alla fine del concerto, l’orchestra apre il dialogo con il pubblico che può esprimere liberamente apprezzamenti e critiche, uno spazio di discussione sulla musica – e sulla vita -. Un simposio, se vogliamo dargli un nome.

Armonie di punti d’incontro: un dialogo generazionale e culturale.

Nemmeno i più piccoli vengono esclusi: per il terzo anno si esibirà anche il coro di voci bianche “Chigiana Children’s Choir”, diretti da Raffaele Puccianti. Il concerto, che si terrà il 4 maggio, punta ad essere l’apoteosi dell’ideale di questa edizione: verranno presentati brani contemporanei (compresa una prima assoluta) eseguiti dalle nuove generazioni che, più delle vecchie, portano avanti l’idea di pluralità.

La stessa idea è espressa dal Trio Gaon, vincitore del Premio “Trio di Trieste” 2017 che omaggeranno Debussy, nel centenario della sua morte, il 15 dicembre. Altrettanto giovani sono i componenti del Quartetto Tchalik, quattro ragazzi russi ma di formazione parigina che si esibiranno il 6 aprile, inseriti nel filone “Talenti Chigiani in concerto”.

La stagione si apre anche al mondo extraeuropeo: il 1 dicembre Palazzo Chigi – Saracini ospiterà Daniel Melingo, cantautore argentino che ci farà assaggiare un po’ di musica inusuale. Quanti di voi possono dire di aver ascoltato un cantautore argentino?

I festeggiamenti per il Natale e la Pasqua saranno coronati rispettivamente il 22 dicembre e il 30 marzo dai concerti del Coro della Cattedrale “Guido Chigi Saracini” diretto da Lorenzo Donati, che porranno in dialettica classico e contemporaneo.

La musica torna ad emozionare.

Ascolteremo ancora Debussy, ma anche Chopin, nello straordinario concerto del 19 gennaio 2018 del pianista Giuseppe Albanese, che ci guiderà lungo le atmosfere parigine dei due compositori. Durante il concerto vi sembrerà di camminare sulle sponde della Senna, stretti nei vostri cappotti e a braccetto con la persona che amate, o con un cartoccio di macarons.

Il cartellone della stagione

Si torna a festeggiare il 9 febbraio con la musica popolare italiana interpretata da Ambrogio Sparagna, fondatore della Notte della Taranta e grande interprete del nostro folklore. Ma il grande evento di febbraio è sicuramente il recital solistico di uno dei massimi violinisti dei nostri giorni, Dmitry Sitkovetsky, che il 16 febbraio ci farà conoscere il Bach delle sonate e delle partite. Il grand tour dei linguaggi musicali ritorna poi in Italia in occasione del 150° anniversario della scomparsa di Gioacchino Rossini. Insieme al soprano Gemma Bertagnolli e al pianista Alessandro Stella scopriremo, il 23 febbraio, un nuovo volto del compositore pesarese: le canzoni e arie da camera.

Un’estrema sintesi dei grandi linguaggi della storia verrà data dal Trio Montrose il 16 marzo, con un programma dedicato ad Haydn, Šostakovič e Mendelssohn. Capiremo quali sono le differenze e i punti in comune tra questi grandi maestri e ascolteremo le loro riflessioni sull’epoca a loro contemporanea; una grande occasione per imparare a fermarci e riflettere sul nostro tempo e sulla nostra psiche.

Il mondo antico invece verrà presentato dall’Ensemble Zefiro, che il 23 marzo ci farà riscoprire le radici della musica, l’”alfabeto” di qualsiasi corrente e movimento musicale. Infine, grande ritorno dell’Orchestra della Toscana il 20 aprile con il celebre clarinettista Alessandro Carbonare, diretta da George Pehlivanian, con un programma concentrato sul Novecento con un pizzico del classicismo di Schubert.

Appuntamenti da non perdere!

Insomma, una grande stagione concertistica con un obiettivo molto ambizioso e anche parecchio difficile. Noi studenti universitari abbiamo la possibilità di assistere ai concerti pagano solo 5 euro. Se vi sembra troppo, pensate che un biglietto ridotto costa il doppio, e un biglietto intero il quintuplo.

La nostra speranza è che l’Accademia Chigiana sappia adempiere all’obiettivo che si è proposta, e che sappia mantenere il dialogo tra i diversi linguaggi. Siamo certi che non verremo delusi.

Info sul programma della “Micat in Vertice” e i biglietti sul sito www.chigiana.it.

Federica Pisacane

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