Accelerazione: un viaggio nella controcultura

Ci sono case editrici che si raccomandano da sole. Questo è il caso della romana Nero, che ora ha pubblicato un testo a mio parere fondamentale dello statunitense Edmund Berger. Con un occhio storico il libro analizza le correnti di controcultura che hanno attraversato il Novecento per giungere fino ad oggi.

Accelerazione. Correnti utopiche da Dada alla CCRU, già il titolo ci dà delle informazioni molto chiare. Il testo di Berger è un testo di carattere storico. Il suo scopo è quello di mettere un ordine in un grande caos, o meglio, nel grande caos che è stata la controcultura nel Novecento. Non una controcultura qualsiasi, ma quella di stampo marxista o di stampo anarchico, il cui cuore pulsante gira intorno all’accelerazionismo.

Cominciamo da qui: cos’è l’accelerazionismo?

È una corrente utopica? In un certo senso sì. Gli economisti non me ne vogliano, ma la chiamerò una filosofia economica, il cui fine è quello di portare al collasso il capitalismo, non necessariamente per ottenere un mondo comunista, perché difatti alcune di queste correnti analizzate sono anarchiche e non in ottimi rapporti con i loro contemporanei comunisti.

In effetti, leggendo questo testo una cosa è chiara sin dall’inizio: vi è uno scontro costante, molto vivo, appassionante sicuramente, tra le varie correnti. Correnti che possono nascere, crescere, morire, fondersi tra loro, avere eredi, ma difficilmente i matrimoni saranno felici. Da qui il caos.

Ed ecco che così vedremo i “lettristi” tirare pomodori contro i dadaisti; Guy Debord attuare una scissione dal lettrismo e fondare l’Internazionale Situazionista; i surrealisti danesi creare comuni anarchiche nelle campagne svedesi; i punx dire che i punk sono vecchi; scioperi degli artisti per far chiudere le gallerie d’arte in quanto simboli della borghesia capitalista; la nascita della coscienza di classe tra studenti ed operai di fabbrica nella Torino del ’72. Ma tanto altro, Berger prende in esame anche le Brigate Rosse, le comuni berlinesi, il Luther Blisset Project (cioè l’antenato del collettivo Wu Ming), chiudendo con la speranza che la contemporaneità produca nuove “mitologie”, chissà, magari il “comunismo acido” di Mark Fisher.

Una parola a parte va detta sull’ultimo capitolo, in cui l’autore si concentra sulla nascita, sviluppo e morte della CCRU, cioè Cybernetic Culture Research Unit. Cito il suo esponente principale Nick Land: “La vera rivoluzione fermenta nelle biotecnologie mutanti del sottoproletariato. I virus stanno diventando sempre più inquietanti e nessuno sa realmente cosa sta accadendo nel cyberspazio. BENVENUTI A KAPITAL UTOPIA, vaporizzata direttamente nel cuore morto del prossimo futuro”.

Dalle parole di Land si comprende bene come la matrice di stampo marxista si sia fusa con le cybertecnologie. In definitiva, si evidenzia il fatto che gli scioperi degli operai nelle fabbriche non siano molto diversi da chi fa attività di hackeraggio per “rubare ai ricchi per dare ai poveri”. Diffondere dati e rendere gratuiti in rete prodotti altrimenti a pagamento: è quello che Wu Ming ha fatto con i suoi romanzi, per esempio.

Ciò che ho particolarmente apprezzato…

è il modo, anche ironico a volte, in cui ci dà un perfetto quadro della situazione storico-culturale di autori come il già citato Debord e anche Herbert Marcuse, la coppia Deleuze Guattari, o tutt’ora vivi come il nostro Franco “Bifo” Berardi (più volte pubblicato dalla Nero).

Non è un caso che Accelerazione sia stato pubblicato da Nero, dal momento che questa casa editrice, nata nel 2004, si batte proprio per dar voce a quelle controculture emergenti che hanno poco spazio mediatico, almeno in Italia. Vorrei inoltre consigliare un altro testo edito da Nero, Realismo capitalista di Mark Fisher, filosofo inglese che fece parte della CCRU, prematuramente scomparso nel 2017.


Lavinia Consolato

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