POST IT – WHO ARE YOU? @Aria

@Aria

Qualche volta, d’estate, prima di cena, io e la mia famiglia facciamo una breve passeggiata nel parco vicino casa; è un parco costruito da poco, non trasuda storie e non ha su di se i segni del tempo ma è davvero molto accogliente.
All’entrata, sulla sinistra, c’è un gigantesco Mappamondo, mentre dall’altro lato c’è “la fontana dell’acqua colorata”, così chiamata per il gioco di luci al suo interno; proseguendo su questa strada incorniciata da maestosi alberi, c’è uno spazio dedicato alle panchine dove gli anziani sono soliti sedersi e parlare di tutto, dai racconti di guerra alle notizie del giorno.
Il posto più bello però è dietro il parco giochi: c’è un’immensa distesa verde che va a finire ai piedi di un muretto, non troppo alto. Se ti ci affacci, la bellezza del paesaggio ferma il tempo e il tuo corpo viene sopraffatto da qualcosa che è difficile spiegare a voce, è come se entrassi a contatto con una figura mistica, come se un’altra anima ti entrasse dentro.

Quella sera i miei genitori avevano un impegno ma non avrei rinunciato a fare quella passeggiata, la consideravo una tradizione! Presi l’Ipod e a ritmo di “Ho imparato a sognare” mi avviai.

La situazione era sempre la stessa: c’era la mia vicina di casa che aveva portato fuori il cane, c’erano i soliti signori anziani che stavano lì seduti a parlare delle cose più improbabili perché voglia di tornare a casa proprio non ne avevano, c’erano i bambini che facevano gli ultimi tiri a pallone prima che le mamme si affacciassero alla finestra per avvisarli che era ora di tornare a casa perché la cena era pronta.

La riproduzione casuale del mio Ipod decise di farmi ascoltare una canzone molto importante per me, canzone che ho sempre considerato essere la colonna sonora della mia vita, canzone che mi regala forti emozioni e mi fa tornare indietro nel tempo in un momento molto bello della mia esistenza, momento che se volessi provare a rivivere non potrei farlo.

Con quella musica nelle orecchie e quei ricordi nel cuore mi incamminai verso quel muretto perché si era creata l’atmosfera giusta per dare una sbirciata al panorama ma, stranamente, c’era già qualcuno.

Rimanendo un po’ distante cercai di capire chi fosse, come ho già detto era molto strano vedere qualcuno in quel posto che solitamente era deserto.

Vidi questa ragazza dai capelli rossi e lunghi, indossava un vestito bianco che le arrivava alle caviglie e non portava le scarpe. La figura non era nitida, non riuscivo a focalizzarla bene, non riuscivo a notare i dettagli. Speravo che questa ragazza si girasse, volevo vedere il suo volto, avevo bisogno di vederlo perché avevo una strana sensazione: credevo di conoscerla, la sua aura mi sembrava essere molto vicino alla mia. Rimasi lì ad aspettare, tolsi le cuffiette e continuai ad aspettare per almeno dieci minuti ed ecco che finalmente…

…Aveva un viso pallido adornato con delicatissime lentiggini, aveva delle sopracciglia molto scure e folte che facevano risaltare i suoi occhi color nocciola, delle labbra carnose e molto scure. Non aveva un filo di trucco ed era ugualmente bellissima, sembrava un angelo, mi ricordava qualcuno ma non riuscii a collegare subito chi, solo dopo che parlò capii a chi assomigliasse o meglio, chi fosse.

Mi guardò fissa negli occhi e mi disse: “Mi sento come il mare d’inverno: tempestoso, artico e spaiato. Nessuno ci si immerge, è troppo rischioso. Si limitano tutti a scrutarlo da lontano, a pensare che è una meraviglia del mondo ma una bellezza indomabile. Aspettano tutti la rovente estate per sperare di vederlo più inerte e allora, solo allora, avvicinarsi e bramarlo, come se l’inverno non ci fosse mai stato. Io sono stanca di essere così, io sono migliore di quello che la gente pensa ma non posso, non riesco a dimostrare il contrario. Io questa sera andrò via, per sempre.”

Bastò sbattere le palpebre per non vederla più, puff! Sparita! Come se non ci fosse mai stata, come se fosse stato frutto della mia immaginazione. Non sapevo neanche il suo nome.

***

Sono passati 5 anni da quell’incontro mistico e surreale. In questi 5 anni tutto intorno a me è cambiato, la mia vita è cambiata, io sono cambiata.
Per 5 anni, prima di dire o fare qualsiasi cosa, prima di prendere qualsiasi decisione, nella mia mente rimbombavano le sue parole, rimbombavano fortissime, come un martello che batte sull’incudine, affievolivano solo quando la decisione presa o la parola detta non contrastavano il suo pensiero: fare la cosa giusta per essere una persona migliore.
Magari è vero quello che pensavo anni fa, è vero che in quel posto incantato un’altra anima  potesse entrarti dentro ed affiancare la tua.
Sarà una cosa stupida ma da quell’incontro ho sempre creduto di vivere per due persone: per me e per quella ragazza senza nome e senza identità ma che se ce l’avesse avute si sarebbe chiamata Aria e sarebbe stata una meravigliosa creatura, dentro e fuori.

 

Angela Lucia

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