L’idea più brillante che puoi avere è quella di voler realizzare la tua prima intervista dal vivo a Lo Stato Sociale. Così un caldo sabato pomeriggio ti dirigi verso Empoli, dove la sera stessa i tuoi futuri intervistati si esibiranno al Palazzetto delle Esposizioni per un concerto organizzato dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani). Per l’occasione ti seguono in quest’avventura anche alcuni tuoi amici che dovrebbero farti da supporto morale, in modo da evitarti improvvisi e destabilizzanti attacchi di panico dettati dalla paura di trasformare una banale intervista di un totale disastro. E anche se con quest’introduzione i membri de Lo Stato Sociale potrebbero apparire come feroci mostri pronti ad ingoiare te, malcapitata inviata alle prime armi a suon di battute, giochi di parole e motti di spirito, non è assolutamente così. L’imprevedibilità farà da padrona in questo caldo pomeriggio primaverile e trasformerà una semplice intervista in una chiacchierata fra amici in cui le risate diventano protagoniste e in cui senza neppure sapere perché ti ritrovi a parlare di argomenti come programmi al alto contenuto culturale del calibro di “The Club” e improbabili (ma nemmeno tanto) titoli di album ancora neppure concepiti.
Si fa fatica a distinguere il serio e il faceto in questa mezzora trascorsa in mezzo ad un prato fiorito alle cinque del pomeriggio. E forse anche io ho fatto un po’ di fatica a trasmettere per iscritto quanto è stato detto, supposto, suggerito o soltanto pensato. Sperando di esserci riuscita, ecco il risultato del mio incontro con Lodo, Albi e Bebo de Lo Stato Sociale.
Se doveste presentarvi e descrivervi a chi ancora non vi conosce e non vi ha quindi mai ascoltato, come lo fareste?
Bebo: Piacere Albi, piacere Bebo, Lodo e poi ci sono anche gli altri, Carota Checco, Costa che fa i suoni, Porky che è il “luciaio”, Matteo che ci cambia i pannolini … così ci presenteremmo! Siamo ragazzi semplici, simpatici, solari …!
Lodo: … frizzanti anche! Perché nelle presentazioni si deve dire sempre che si è frizzanti! Questa potrebbe essere una presentazione di quelle che c’erano a “The Club”, tra l’altro bellissimo programma, peccato non lo facciano più! Soprattutto quando raccontano del “Paese Reale” e di Rieti … perché Rieti è la “pancia del Paese!” Poi parlano del tallone d’Achille, anzi “tallone da killer”. Qual è il tuo tallone da killer? (domanda rivolta alla sottoscritta, che a questo punto si è sentita di nuovo un po’ come davanti alla commissione durante la maturità)
Se volessimo parlare dello spettacolo teatrale “Tronisti della Democrazia”, che dallo scorso 22 febbraio portate in giro per l’Italia, potreste spiegarmi com’è nata quest’idea? Ma soprattutto vi aspettavate il successo che poi avete effettivamente riscosso? Seguendovi tappa dopo tappa si assiste al sold out quasi ovunque..
Bebo: In realtà non avevamo niente di peggio da fare, è stato soltanto un modo con cui toccare il fondo dato che stavamo un po’ perdendo la dignità, dopo 125 date circa qualcosa ci dovevamo inventare!
Lodo: … E soprattutto con lo spettacolo teatrale tutti possono venire a vederci, anche le persone anziane possono non solo stare sedute, ma addirittura addormentarsi! Ma per i sold out devo rispondere seriamente? Ecco, in molti ci chiedevano di mettere a disposizione delle prevendite, ma i bassi prezzi che abbiamo fissato in realtà non rendono possibile l’attivazione di un circuito di prevendite – ho detto la parola circuito? Adesso mi sento più vecchio di un anno! -. Inoltre abbiamo scelto determinati spazi che sono particolari di per sé, come ad esempio i teatri occupati … e quindi noi cerchiamo di far cultura, voi cercate di impedircelo e il mondo va avanti. Ci dispiace ogni volta che non tutti riescono ad entrare, non è quindi un vanto il fatto di dover lasciare le persone fuori dal locale …
Albi: Sì, diciamo che però negli ultimi tempi ci abbiamo un po’ preso gusto, adesso per decidere chi far entrare facciamo una selezione all’ingresso. Prima invece facevamo la selezione all’ uscita obbligando la gente a rimanere dentro – “No dai state qua, vi prego!” – ecco diciamo che col tempo siamo diventati un po’ stronzi! Adesso siamo nel pieno della nostra maturità … stiamo “cadere dall’albero della merda”!
E adesso che il tour teatrale è finito? Avete altre idee in mente?
Albi: Di idee ce ne sono tantissime, ma ancora diciamo che sono soltanto nell’aria, sono abbastanza rarefatte. Fino a Settembre ci dedicheremo al rock’n’roll girando i più bei festival del paese e poi faremo una pausa …
Lodo: Sì una pausa per dedicarci a quello che veramente è il nostro talento, vale a dire l’essere autori di format televisivi! Poi dovremmo forse anche fare un album nuovo, ma più ci penso e meno mi va … perché sai prima dobbiamo “cadere dall’albero della merda”, e quello sarà il periodo “dei giorni della merda”, che tra l’altro sono i giorni più freddi dell’anno. Dobbiamo aspettare che arrivi il nostro momento, “il tempo delle merde” … potremmo aver appena coniato il nome del nostro prossimo album !!!
Albi: Oppure potremo fare qualcosa di nuovo, per esempio fare un album orchestrale, perché tutti a un certo punto arrivano a fare un album orchestrale. Hai presente quei progetti in cui l’orchestra è composta da così tanti elementi che può capitare che, che ne so, per quarantacinque minuti determinate sezioni, come ad esempio gli archi, non fanno niente, quindi se ne vanno a casa a cucinare e poi tornano?! Ecco, noi potremmo fare quelli che non fanno niente e se ne vanno a casa a cucinare … per tutti!
Le vostre canzoni hanno testi che almeno a mio parere soltanto all’apparenza possono risultare semplici, ma in realtà celano comunque determinati significati che spesso si ricollegano a varie problematiche particolarmente presenti nel nostro Paese. Ad esempio in “Cromosomi” cantate “Il lavoro debilita l’uomo”: il primo maggio è passato da poco, quale importanza ha questa ricorrenza per voi?
Albi: Beh, “Primo maggio tutto l’anno”, alla fine il 25 aprile e il primo maggio rappresentano sicuramente ciò che c’è di più bello, per un motivo o per un altro. Quindi va bene sicuramente festeggiarlo in una determinata occasione, ma dobbiamo pensare all’importanza del lavoro ogni giorno, specialmente adesso.
Lodo: Il lavoro purtroppo in questo Paese sta diciamo scomparendo, ma io non dico di dover lavorare sempre, ma almeno ogni tanto con una certa costanza, per esempio due-tre volte al giorno, come succede con i pasti!
Albi: Ci sono varie teorie a questo proposito, tutte molto interessanti!
Lodo: … Lavori un paio d’ore, poi mangi, poi lavori altre due-tre ore, rimangi, poi dormi …
Bebo: Ciò che sarebbe auspicabile sarebbe poter dare un’offerta lavorativa dignitosa e garantita a tutti, sempre più ci dimentichiamo di come il lavoro dovrebbe rappresentare anche e soprattutto uno stimolo che ti fa alzare la mattina convinto di andare a far qualcosa che ti piace. Il lavoro non dovrebbe essere qualcosa che ti senti obbligato di fare, dovrebbe riempirti la vita in modo positivo. Alcuni hanno la fortuna di farlo, anche se forse ormai la maggior parte di noi lavora per necessità o lo fa senza poter ambire a raggiungere questa sorta di felicità, e ciò sicuramente non può far altro che condurti a un’esistenza di merda, poco importa se hai una famiglia meravigliosa. Se hai passato otto ore a scoglionarti e ad odiare il prossimo fai un po’ fatica ad andare ad amare qualcuno …
Lodo: E poi per questa grande “capacità osmotica” che l’uomo ha di trasmettere emozioni, più persone fanno una vita di merda più persone la faranno.
E cosa ne pensate di manifestazioni quali ad esempio il concerto del primo maggio a Roma, oppure quello organizzato quest’anno a Taranto? Avreste voluto partecipare? E ritenete importante che gli esponenti del mondo della musica o comunque dell’arte e della cultura in generale si pongano in prima linea per poter descrivere e parlare di determinate situazioni che riguardano l’attualità e la società nel nostro Paese?
Lodo: A Roma avremmo dovuto partecipare anche noi, ma per motivi non meglio definiti poi non è stato possibile. Ci avevano invitati anche a Taranto, ma in questo caso siamo stati poco reattivi noi a muoverci in tempo affinché potessimo partecipare, però abbiamo mandato un nostro video per far sapere a tutti che ci avrebbe fatto davvero piacere. Per quanto riguarda ciò che facciamo noi con le nostre canzoni e i nostri spettacoli ciò che ci muove non è tanto l’obiettivo di voler risvegliare le coscienze degli altri a tutti i costi, di voler parlare di determinati argomenti per sensibilizzare chi ascolta. Le canzoni che scriviamo assumono una determinata forma, dicono determinate cose perché quelle sono le cose di cui noi vogliamo parlare, a prescindere dal fatto che poi possano rientrare in tematiche quali ad esempio quella del mondo del lavoro o di altri argomenti affini. Poi è vero che comunque fare concerti, fare in modo che un gruppo di persone esca di casa, si riunisca e lo faccia per venire ad ascoltarti è già in un certo senso “fare cultura”.
Ultima domanda: avete già molte collaborazioni all’attivo specialmente per quanto riguarda la scena alternativa italiana, c’è qualcuno però con cui non avete mai suonato ma con cui vorreste farlo? E se poteste farlo anche con artisti non più viventi?
Lodo: A me piacerebbe collaborare con Cremonini, perché sicuramente appartiene a un mondo completamente diverso dal nostro e sarebbe bello vedere cosa viene fuori. Se poi parliamo di artisti non viventi vorrei che fosse possibile suonare con Jannacci.
Bebo: Se parliamo dei viventi sicuramente i Sonic Youth, altrimenti Adam Yauch dei Beastie Boys, scomparso un anno fa.
Dopo questa sorta di chiacchierata tra amici il pomeriggio è trascorso veloce, assistendo al soundcheck e trovandosi a scambiare battute con ancora intrepidi e arzilli vecchietti che chiedono a me e ai miei accompagnatori se per caso abbiamo partecipato alla Resistenza, e non sembrano rimanerci troppo male quando gli rispondiamo che nonostante l’impossibilità di averlo potuto fare fisicamente, almeno con lo spirito cerchiamo di farlo ogni giorno.
La serata non delude le aspettative di chi già conosce gli spettacoli offerti da Lo Stato Sociale e si rivela sorprendente anche per coloro che non vi avevano mai assistito fino a quel momento. I ragazzi danno ancora una volta prova delle loro capacità di saper far divertire, saltare e ballare e ciò accade soprattutto, come ormai d’abitudine, appena parte quella che ormai è diventata l’inconfondibile melodia di “Quello che le donne dicono” … alzi la mano chi non si è mai cimentato nella coreografia che loro ogni volta ci propongono?! Oltretutto con una scioltezza e un senso del ritmo davvero invidiabili!
Ma c’è spazio anche per parlare della strage di Piazza Fontana avvenuta il 2 Agosto del 1980 a Bologna, che pur avendo causato diciassette morti e ottantotto feriti dopo più di trent’anni continua a rimanere impunita, oppure per ricordare, prendendo ad esempio il nonno di Bebo, quel pezzo di storia fondamentale che ha per protagonisti la Resistenza e tutti i partigiani italiani.
Questo è il resoconto di una giornata fatta di altisonanti conversazioni al limite dell’assurdo, risate e tanta buona musica. Questo e molto altro è Lo Stato Sociale, e se anche soltanto leggendo quel poco che si può dire a parole non vi siete spaventati ma al contrario vi siete divertiti, non vi rimane altro che iniziare ad ascoltarlo.
Alice Masoni