L’amore è eterno finché dura: Netflix

Gli italiani e la televisione, una lunga e solida storia d’amore di oltre  cinquant’anni verrà messa a dura prova questo ottobre con l’arrivo di un nuovo pretendente oltremare con qualità e fascino tali da far vacillare anche il più tenace e fedele degli amanti: Netflix, il gigante del video in streaming da oltre 62 milioni di abbonati al mondo.
Nascendo nel 1997 come società statunitense per il noleggio di DVD e Videogiochi via Internet, dal 2008 Netflix diventa uno dei principali distributori di video in streaming seducendo col passare del tempo diversi paesi a livello mondiale. Da questo ottobre anche gli italiani verranno sottoposti alla sua proposta d’abbonamento: serie TV e film ad alta definizione, ma anche in Ultra HD 4K, su qualsiasi schermo connesso ad internet. L’offerta includerà anche delle produzioni originali Netflix, film e documentari di vario genere e verrà arricchita continuamente.
La dichiarazione d’amore agli italiani è stata ufficializzata nel modo più conforme alla nostra epoca: con un tweet dal profilo Usa. E a sostegno del pretendente Netflix, nelle pagine della rivista mensile Wired, l’amministratore delegato Reed Hasting provoca il suo rivale digitale: «Per 50 anni abbiamo avuto la Tv lineare, ma ogni cosa ha il suo tempo e prima o poi viene sostituita: la Tv del futuro sarà un grande Ipad». Degna frase di un uomo del suo tempo in cui ogni cosa ha una durata determinata dal suo consumo.
Ma come un vecchio e risoluto amante, pur avendo perso quel fascino che soltanto qualcosa di nuovo e non ancora consumato può vantare, non si rassegna placidamente a lasciare andare la propria donna, così in Italia si cercano le strategie per fronteggiare l’arrivo di questo aitante pretendente straniero: Rupert Murdoch e Silvio Berlusconi si sono incontrati con la probabile intenzione di un’alleanza tra Sky e Mediaset per contrastare Netflix. Da parte sua Reed Hasting sembra molto sicuro del potenzialità della sua proposta facendosi forte del fatto che con Netflix «i consumatori italiani avranno presto un’offerta più ampia tra cui scegliere».
Insomma su un piatto della bilancia una più ampia ed autonoma scelta di serie Tv e film, sull’altro una programmazione prestabilita e tradizionale: stiamo per assistere alla fine di un amore?  La televisione che dagli anni 50 ha assunto un ruolo fondamentale nella rivoluzione culturale della società italiana è arrivata al termine della sua durata di consumo? O reagirà di fronte all’ennesima sfida propostagli dal Web reinventandosi per venire incontro al gusto cangiante e consumistico del pubblico di massa?
Difficile fare previsioni su cosa succederà da ottobre, sembra però evidente che tali cambiamenti non siano innocenti, ma riflettano in una certa misura lo stato delle cose presenti in cui viviamo.
Dunque se questa dovesse essere la fine di un amore dovremmo, a tempo debito, farcene una ragione.

 

Roberta Grazia Leotta

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