Posso dirlo con assoluta convinzione: la regola 34 è possibile anche per i LEGO®. “Se esiste qualcosa su Internet, allora esiste anche la sua versione pornografica”. Ecco, togliete i termini “Internet” e “pornografica”, e metteteci al loro posto “realtà” (o tenete pure Internet, che tanto c’è più realtà lì dentro che nel mondo fisico…) e “LEGO®“ – anche se, stando alla logica, dovrebbe esistere anche una versione porno…oh mio Dio…
Bricks it!
Ho passato un intrigante pomeriggio presso lo stand ObiHall a Firenze, per una delle due giornate del Brick in Florence Festival, “l’evento dedicato agli appassionati dei mattoncini LEGO®, adattato per tutte le età!”, col patrocinio del ToscanaBricks e in collaborazione con Obihall, Teatro di Firenze e ItLUG – Italian LEGO® Users Group.
Per fare una sinossi, si parla di tre ore e trentacinque minuti di un pomeriggio domenicale investiti a vedere “una varietà di opere realizzate dai migliori “master builder” italiani […] e stranieri”. Un pomeriggio passato tra bambini in fase di alfabetizzazione, genitori disperati e stressati per il caos dei bimbi, nerd/geek/hipster in stato di adorazione e coppiette in luna di polistirene a visionare i lavori più stravaganti. A momenti mi volevo far investire da uno dei trenini dei diorami.
Un mondo su misura dei LEGO®
Dopo una fila di oltre sessantatré minuti sono addentrato nella cupola museale, ove già all’entrata trovi forse il Capolavoro dello stand LEGO®: un enorme complesso medievale grande quasi quattro-cinque metri quadrati, raffigurante scene prese dal Trono di Spade, dal Signore degli Anelli e da – credo – Sleepy Hollow. Ed è così enorme che l’addetto, nonché uno dei tanti costruttori dell’impianto artistico, ha parlato di dati come “tre anni di lavorazione”, “40.000 euro solo per i blocchetti” e di “un gruppo di oltre venti persone”.
Dopo questo si può passare con medesima figaggine ad altri lavori, come il grattacielo SHIELD della serie degli Avengers (Marvel®), alto praticamente centosettanta centimetri, oppure la ricostruzione perfetta delle scene madri della trilogia del Signore degli Anelli. Come l’assalto al Fosso di Helm, o la piana di Mordor con annesso cancello e torre di Sauron – e di Saruvan, curiosamente messa accanto più per affinità estetica che geografica. Oppure alcune imprese di pura genialità, come una scena crossover ispirato alla battaglia tra Batman e Superman, con Batman che lascia morire tutta la stirpe dei Kryptoniani su un letto di criptonite liquida.
Inoltre, sul fronte tecnologico e smanettone, viene proposta la serie Robotronics, che ha conquistato l’interesse anche del mondo ingegneristico nel trasformare i LEGO® in potenziali oggetti per lo studio della robotica (grazie ad un nuovo processore ecc. ecc.). Il bello però è stato vedere i bambini tentare di rovinare il lavoro più-che-mensile del curatore facendo schiantare il gancio della gru su quanti più passanti possibili.
Particolarità: easter eggs e il diavolo
Nota meravigliosa di queste strutture, a parte l’ovvia dedizione e la cura estrema per i dettagli, è anche nella formidabile intrusione (voluta) di piccoli Easter Eggs all’interno dei diorami: un cavaliere stile Sleepy Hollow e un soldato in groppa ad un maialino nella ricostruzione; Homer Simpson a pesca in una ricostruzione – credo – di Waterworld. E la Mistery Machine a farsi un pieno all’Agip e poi ad apparire nel luogo del crimine: un palazzo di due piani che, a ogni mio passaggio, crolla su se stesso – e io non c’entro nulla, sono i bambini pre-scolari i colpevoli!
Poi, con una piccola strizzata a Firenze, non è mancato il riferimento ai due cavalli di battaglia del fiorentino tipico: il Cupolone e Dante. E abbiamo una ricostruzione, semplice, tranquilla, della Cupola di Santa Fiore a Firenze, ma tanto importante che la sua costruzione è resa disponibile nel dépliant del Brick.it, un magazine, appunto, sui mattoncini.
In più abbiamo una divertente e metodica ricostruzione a cura di Fabio Broggi di alcune scene esemplari tratte dalla Cantica dell’Inferno. Tutta ricostruita unendo ad una scenografia naturale i blocchetti della linea LEGO®. modellati su immagine e ispirazione dell’iconografia dantesca – anche se alcune scene richiamano la regola 34…
Ossessione e costruzione
E per finire, e almeno dare un senso al titolo filosofeggiante, nel palco del Teatro Obihall è disponibile una serie di banchi dove poter sfogare la propria voglia costruttivista e lasciare libero spazio all’immaginazione e alle violazioni dell’estetica e della fisica. Con molta probabilità, se fossi passato io, un blocchetto me lo sarei portato a casa.
Perché, a differenza di un museo – o di Tiger, che a essere un museo non gli manca molto – i LEGO ti ispirano al gioco. A vedere tutte quelle costruzioni, quei complessi e quelle strutture, solo gli adulti o generalmente gli esseri senzienti si sono frenati dal voler giocare a fare le divinità sulle proprie creazioni. Ecco perché non sopporto i bambini: loro l’hanno potuto fare e al massimo sono stati richiamati dai genitori, con affetto. L’avessi fatto io a quest’ora avreste come riferimento geografico dell’articolo la Questura di Firenze.
Niccolò Mencucci.