BOTTE DA OR(O)BI(CI) – 32^ GIORNATA

Sarebbe potuto essere il giorno delle celebrazioni, del record dei record, quello che avrebbe permesso alla Juventus di ottenere il quarto tricolore consecutivo, il trentunesimo della sua storia, con ben sei giornate di anticipo (il Grande Torino nel 47/48, la Fiorentina nel 55/56 e l’Inter di Mancini nel 2006/07 si erano fermate a cinque). La combinazione era piuttosto semplice: vittoria della Juve nel derby di Torino, vista la sconfitta della Roma contro l’Inter nell’anticipo di sabato, debacle interna della Lazio contro il Chievo. Purtroppo per i bianconeri, però, la storia è stata un’altra. Il Torino vince in rimonta un derby che mancava da venti anni e il Chievo riesce solo a sfiorare l’impresa, pareggiando 1-1 contro il biancocelesti. Per i festeggiamenti quindi, ci sarà tempo (magari proprio dopo il turno infrasettimanale di mercoledì). Nel frattempo la Fiorentina crolla al Sant’Elia contro il Cagliari e il Napoli si porta a distanza di sorpasso sulla Roma dopo la vittoria contro la Sampdoria nel pirotecnico posticipo (4-2 finale) di domenica. Non si fanno male (almeno sportivamente) Empoli e Atalanta, spartendosi il bottino e si allontanano sempre più verso la salvezza. Il Verona dimostra grande carattere e va a vincere per 3-2 in dieci (espulso il portiere Rafael) contro il Sassuolo mentre il Parma continua ad onorare il campionato battendo per 1-0 il Palermo. Stramaccioni e Stankovic vincono il loro personale derby contro il Milan per 2-1 nell’anticipo di sabato, relegando i rossoneri a tristi momenti di depressione in attesa di nuovi proprietari orientali. Andiamo quindi a scoprire chi sono i Promossi e i Bocciati della tredicesima giornata di ritorno!

I Promossi:

-I guastafeste– Com’è stata la domenica del torinista tipo? In una parola: fantastica. Riuscire in un sol colpo a vincere un derby che mancava in bacheca da un ventennio e, contemporaneamente, costringere la Juve ad attendere i ritardare i festeggiamenti per lo scudetto non ha prezzo. Certo, lo juventino medio potrà sottolineare come il torinista non vincerà mai quattro scudetti di fila (sbagliando, il Grande Torino era riuscito ad infilarne cinque, ma la memoria dei più, in tempi come questi, latita…), e potrebbe addirittura cominciare con la solita litania dei trentuno scudetti, di Champions League ecc. ecc. Ma il torinista non se la prenderà più di tanto. Perché fare il guastafeste, checché se ne dica in giro, non è mai stato così divertente in casa granata.

-Lo stato dell’arte– Sul lato juventino invece, stupisce come il derby dell’Olimpico di Torino si sia rivelato praticamente come un match fra i granata e Pirlo. Forse presi da altri pensieri di tipo europeo, e quindi non abbastanza concentrati, gli uomini di Allegri si sono ritrovati ben presto a fare affidamento solo sui fantastici calci piazzati di Andreino da Brescia. Il gol dell’1-0 è una perla: rincorsa breve, palla che si abbassa quel tanto che basta per toccare la traversa e trafiggere Padelli. Altro giro, altra prodezza, che stavolta però colpisce in pieno il palo e torna in gioco. Al di là dell’occasione persa rimane comunque un dato di fatto: se cercate lo stato dell’arte del calcio di punizione, chiedete a Pirlo. Non ve ne pentirete.

I Bocciati:

Botte da or(o)bi(ci)- Cogliamo il gioco di parole che ci viene offerto dalla scazzottata negli spogliatoi di Atalanta-Empoli per estendere i fatti locali a quello che accade ogni domenica, in ogni campo, dalla Serie A ai campionati cadetti, fino ad arrivare alle giovanili. Botte da orbi, bombe carta, agguati ai pullman delle squadre, padri di famiglia che si picchiano, si insultano, davanti ai loro figli. È questa l’immagine che vogliamo dare del nostro calcio? Un calcio retrogrado, in mano ai violenti, incapace di reagire da solo e mal supportato dalle autorità governative, impegnate in tutt’altri affari. Ogni sistema calcistico ha attraversato il suo momento difficile, il suo momento di guerra contro una cultura sportiva ormai inesistente. Questo è il nostro momento. O combattiamo, denunciando, educando, creando una diversa cultura dello sport nelle nuove generazioni o il nostro calcio sarà destinato ad un sempre più inesorabile declino. Ricordare la tragedia di Superga se il Toro vince il derby, augurare la morte al giocatore avversario che segna il gol decisivo, semplicemente gridare “merda!” al portiere avversario che rinvia la palla su calcio di rinvio. Insultare l’arbitro a prescindere dalla sua conduzione di gara perché “lui, come tutti i suoi simili”, deve essere insultato per fargli abbassare la cresta. Suggerire al proprio figlio di buttarsi in area, di simulare per prendere il calcio di rigore a favore invece di rimanere in piedi e continuare a giocare. È davvero questo ciò che vogliamo?

Andrea Coscetti

Fonte foto: eurosport.yahoo

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