Alabama Shakes – “Sound & Color”

Un esordio come quello degli Alabama Shakes è davvero cosa rara: dopo un solo album, un successo sempre crescente ha travolto la band dell’Alabama, che si è trovata a suonare addirittura alla Casa Bianca, di fronte a Barack Obama in persona. Dopo tutto ciò, la seconda prova in studio appare come un banco di prova quasi decisivo, nonché come un momento davvero complesso: saranno riusciti gli Alabama Shakes a reggere le aspettative, a questo punto piuttosto pesanti, e a produrre un album all’altezza dell’esordio? La risposta a questa domanda è in Sound & Color e, vi anticipiamo, è decisamente positiva.

 

L’elemento che più di ogni altro caratterizza il sound degli Alabama Shakes è la voce di Brittany Howard, da molti accostata a quella di Janis Joplin, da qualcuno a quella di Prince. La verità è che la singer americana possiede un timbro decisamente particolare, capace di declinare efficacemente le molte sonorità, sia bianche che nere, made in south, ossia originarie del sud degli USA. Ed è dunque qui che si gioca la partita: ancora più che nel predecessore, in Sound & Color troviamo proprio queste influenze, con uno spettro ancora più vasto, ma al contempo con un’invidiabile coerenza stilistica. Ci si muove dal soul delicato dell’opener Sound & Color, per passare poi alla più movimentata Don’t Wanna Fight, giusto per fare un esempio. Ma i momenti in cui gli Alabama Shakes fanno sul serio sono davvero tanti: ci hanno convinto, in particolare, l’atmosfera acustica di This Feeling, il southern rock (venato di blues) di Shoegaze e la straordinaria prova vocale della Howard in Future People. Ed è proprio la sua voce fuori dal comune a fare da collante tra i vari brani del disco. È davvero strabiliante sentire a che altezze riesce ad ergersi, così come lo è constatare come riesca a muoversi con invidiabile naturalezza tra sottogeneri ed atmosfere molto diversi tra loro, per donare al sound degli Alabama Shakes un carattere davvero unico.

 

La domanda sorge spontanea: come suonerebbe Sound & Color senza la voce di Brittany Howard? Avrebbe lo stesso appeal? Difficile da dire. Certo è che l’abilità canora della singer di Athens dà alla formula quel qualcosa in più, quel quid che fa preferire gli Alabama Shakes alla marea di band simili che ci sono ad oggi sul mercato. La base c’è e si sente, i pezzi sono ben scritti ed ottimamente arrangiati, ed in generale il livello medio della musica qui contenuta è ben sopra la sufficienza. Se a ciò aggiungiamo che ad interpretare i brani c’è una cantante in grado di caricarli di una potenza emozionale (e perché no, anche erotica) davvero fuori dal comune, ecco servito un disco che ha tutte le carte in regola per bissare, e magari anche superare, il successo dell’esordio. Niente storie, nessun dubbio: gli Alabama Shakes sono una grande band, e Sound & Color è per loro una splendida conferma.

 

Giacomo Piciollo

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