The Zen Circus @ Sonar – L'intervista

Ecco a voi 7 minuti di intervista e di delirio nel camerino del Sonar di Colle Val d’Elsa, qualche ora prima del concerto degli Zen Circus.
Un’intervista veloce, che esprime comunque il loro essere sempre diretti, irriverenti, provocatori come le loro canzoni, come la vita vera.
Beniamino Valeriano, Tilde Randazzo e Martina Lorenzoni hanno cercato di scoprire, nell’ultima data del Busking tour, i miti dell’anticonformismo e i loro prossimi progetti.

Ormai è passato quasi un anno dall’uscita del vostro ultimo disco “Canzoni contro la natura”. Come è andata a livello di pubblico e di critica?
Karim: Il pubblico è stato il migliore della nostra carriera.
Appino: Di critica “ci ‘mporta na sega”.
Karim: Io personalmente ho smesso di leggere le recensioni da “Nati per subire”.
Appino: Io qualcuna sì, ma poi non c’ho voglia….. Dopo il nono disco, seriamente, comincia a non fregartene più!

Spieghiamo cosa significa “Busking tour” e qual è la differenza con un tour normale.

Ufo: E’ più raccolto, spogliato, scheletrico, fatta di cose essenziali come le performance di un artista di strada. Si caratterizza da pochi cambi di strumenti, pochi strumenti. La batteria di Qqru è rielaborata in una chiave un po’ più “stradaiola” , un po’ più di fortuna.
Appino: Al posto dei fusti usa degli innaffiatoi!
Karim: Paradossalmente si tratta di un concerto più violento.
Ufo: E’ un concerto rock a tutti gli effetti, ma crea un clima più immediato, mette in luce i nostri trascorsi. La scaletta è tutta rimpastata.
Appino: Gli strumenti , oggettivamente, sono tutti acustici o elettroacustici, però più tipici del blues. Sono gli strumenti con cui abbiamo cominciato a suonare per la strada, applicati ovviamente al punk. Qualcuno immaginava che ci sarebbero stati sgabelli, candele….. le candele ci sono, ma gli sgabelli no! Facciamo una scaletta sempre diversa, non troppo legata all’ultimo disco.

A proposito di Sanremo, cosa pensate di Sanremo?

Karim: Ci deve essere e non ho nulla contro Sanremo. Mi fa anche ridere la gente che passa il tempo a prendersela con Sanremo. Il problema in Italia non è Sanremo, ma la mancanza di una visione a trecentosessanta gradi della musica portata in televisione, ma non è Sanremo, né X-Factor.
Appino: Sanremo non smuove più niente, se non quella settimana di share televisivo e quattro chiacchierette.

Ci sono dei gruppo del passato che hanno partecipato a Sanremo che in qualche modo vi hanno interessati?

Karim: Minchia! Nada per esempio!
Ufo: Dentro Sanremo c’è una serie di cerchi concentrici: ci può partecipare il Tenco della situazione ma anche il paracadutato buffone preso da una giuria di altrettanti buffoni.
Karim: Io lo guardo, se capita, come “Una poltrona per due” il 24 dicembre. Cioè, come una cosa che è là…c’è… come la tonsillite: una volta l’anno ti viene!

Avete collaborato con grandi artisti come Giorgio Canali o Manuel degli Afterhours. C’è un altro artista in particolare , con cui vorreste collaborare?

Appino: Con Giorgio non lo facciamo nemmeno per piacere, ma lo facciamo perché dobbiamo, nonostante ci faccia anche un po’ schifo..
Ufo: Ci porta fortuna!
Appino: Sì, quindi di sicuro ricollaboreremo con Giorgio Canali -con lo sdegno di entrambe le parti-. Questa è l’unica che posso dire di sicuro. Per il resto, vedremo cosa capiterà..
La collaborazioni estere sono quelle di cui andiamo più fieri.
Ufo: Le collaborazioni sono capitate, non ci sono state perchè ce le siamo prefissate.
Appino: Non me le sarei mai sognate la notte, sono capitate per caso.
Le aspettative poi sono fatte per essere puntualmente mancate, quindi non te ne fare.

A proposito invece dei progetti paralleli, Appino cosa ci dice?
(Il riferimento va al progetto solista di Appino e all’uscita del suo nuovo album ndr )
Appino: Non lo reputo un progetto parallelo, ma lo reputo un’altra cosa.
Karim: Il progetto “parallelo” è come quando vai con un’altra e la chiami “la ganza”.
Appino: Farò un altro disco che esce a maggio, ne sono felicissimo, ci ho lavorato una marea e non c’entrerà niente con l’ultimo che ho fatto. Gli Zen hanno un immaginario musical-testuale ben preciso, e quando faccio le cose da solo mi piace fare un po’ cosa mi pare a me. Quindi non vedo l’ora… Anche perchè dopo quindici anni …. un annetto e mezzo senza vedere loro ci sta! Abbiamo imparato questa regola di fermarci ogni tot. Tanto poi ci si ritrova.
Karim: Se non si schiatta prima.
Ma poi ognuno durante l’anno “si fa i cazzi sua”… chi fa dischi, chi mette dischi…
La cosa migliore che abbiamo fatto in questi ultimi cinque anni è stata la pausa tra “Nati per subire” e “Canzoni contro la natura”.
Appino: Abbiamo fatto in modo che il pubblico si immaginasse un mondo senza Zen, cosa che negli ultimi dieci anni era impossibile. Bisogna che sappia che prima o poi non ci saremo più, ma non perchè ci sciogliamo.
Ufo: Abbiamo superato i limiti di età.. di salute!

(Nel frattempo, entra qualcuno porgendo una vecchia foto esposta da qualche parte al Sonar che ritrae gli Zen durante un vecchio concerto. ndr)

Ufo: Ma guarda com’ era secco Andre!
Karim: ………..c’aveva ‘na botta allucinante!
Beniamino Valeriano

Tilde Randazzo

Martina Lorenzoni

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