Pretty woman: 25 anni e non sentirli!

Era il 23 marzo 1990 quando per la prima volta, nelle sale americane, veniva proiettata la commedia romantica Pretty woman. Divenuto un classico del genere, il film diretto da Garry Marshall risulta essere ieri come oggi, uno dei più amati dal pubblico europeo e americano: nella sua ultima replica, la ventiquattresima in Italia, ha raccolto ben 4,2 milioni di spettatori.


Instancabile quindi, l’ormai nota storia d’amore tra Vivian ed Edward, una giovane prostituta interpretata da Julia Roberts ed il miliardario uomo d’affari rappresentato da Richard Gere.
Ma a cosa è dovuto tutto questo successo? Pretty woman è sicuramente per molti una fiaba moderna, sempre attuale, che lega bene sorriso e commozione, un mix che funziona bene evidentemente con un pubblico eterogeneo e le diverse generazioni.

Il principale motivo però sembra essere proprio la scelta dei due protagonisti, e in particolare quella della Roberts, la quale riesce sempre ad incantare semplicemente col suo unico e travolgente sorriso. In Pretty woman l’attrice ha interpretato alla perfezione il difficile ruolo di Vivian Ward, drammatico per alcuni aspetti della sua vita, come la realtà cui appartiene della Hollywood Bouleward fatta di prostituzione e droga, simpatico e leggero per molti altri.

Sarà questa sua leggerezza a farsi spazio pian piano nella vita di Edward Lewis, fatta invece solo di affari, fino a cambiarla profondamente, fino a cambiare lo stesso protagonista che finirà col ridimensionare l’importanza del suo lavoro e col dare priorità a piccole cose conosciute solo grazie alla giovane e frizzante Vivian.
In tutto ciò non va sottovalutato il fondamentale ruolo di Richard Gere, che ha aiutato molto Julia a sentirsi a suo agio durante le riprese, tanto da far emergere fin da subito un profondo feeling tra i due, altro elemento forte del successo di questo cult. Lo stesso regista a tal proposito dice: “Sapete, si può fingere ogni cosa in questo mestiere tranne la chimica e quando due persone si baciano il pubblico si accorge se c’è o meno… e tra loro due c’era”. Chimica che ha fatto sperare più volte, nel tempo, in un sequel del film o addirittura nello sviluppo di una vera storia d’amore tra Gere e la Roberts, purtroppo!

 

Speranze infrante a parte, come dicevamo, questo film rappresenta per molti una fiaba moderna, una fiaba con la capacità di modificare dinamiche sociali che il tempo non ha cancellato: vediamo una ragazza etichettata per quello che fa, da gente che si ferma in superficie, che non va oltre le apparenze, niente di diverso dunque,da quel che accade oggi. L’incontro con Edward farà sì che vengano superate difficoltà e preconcetti vari e nel “vissero tutti felici e contenti” si racchiude l’ultimo elemento di vicinanza del pubblico che di certo, non rifiuta e non ha mai rifiutato un bel lieto fine!
Pretty woman racconta la storia di un sogno che si avvera, e nel finale ci chiarisce un messaggio che valeva allora come oggi, come domani:

“Questa è Hollywood, la città dei sogni, alcuni si avverano, altri no! Ma voi continuate a sognare”.

 

Luana De Simone

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