1° POST IT- Who Are You?

@Adele

Il cielo era di un colore strano, non era azzurro, non c’era il sole, ma non era neanche di quel nero scuro che fa diventare scuro anche l’umore.
Eravamo tutti quanti in attesa di varcare quella porta per la prima volta, gesto che ci avrebbe cambiato la vita per sempre perché ci avrebbe portato in un’altra dimensione, ci avrebbe sbattuto in faccia la realtà, che eravamo ormai diventati grandi, che era davvero arrivato il momento di crescere.
Ricordo esattamente quell’istante, ricordo i vecchi tavoli di legno antico, le pareti verde petrolio che stonavano con il rosso delle mie scarpe.
Ricordo che rimasi in estasi per qualche secondo perché riuscivo a sentire uno strano odore che, se chiudo gli occhi, riesco a rivive anche adesso.
Era l’odore di un libro, uno di quei libri  sfogliati tante di quelle volte fino ad essere diventati gialli; parlo di quei libri che sono passati di mano in mano, assorbendo storie, emozioni e desideri diversi. Era un libro particolare di cui non ricordo il nome, ma se chiudo gli occhi posso chiaramente rievocarne la copertina: due soffi di vento che si intrecciano tra loro, due sfumature di un grigio perlato quasi impercettibile che vanno disgregandosi nel nulla, ma insieme.

L’istinto mi aveva portato a sedermi in uno dei primi posti, il più esterno, l’unico che mi avrebbe permesso di scappare via qualora ne avessi avuto bisogno..
Ancora non sapevo che quello che stava per succedere è la ragione che mi spinge a restare.

Aveva capelli verde smeraldo che sembrava uscita da un romanzo di Isabelle Allende, due occhi neri che solo a guardali ci sarei sprofondata dentro, due occhi capaci di leggere il cuore. Era proprio lì accanto a me, come se avesse pianificato la mia stessa strategia. Eravamo tanto vicine che riuscii a sentire la sua anima toccarmi la pelle. Il suo nome è Adele.

Iniziammo a parlare come parlano due persona sconosciute, ma scoprimmo di avere una cosa in comune che è molto di più del colore preferito.
Avevamo le stesse origini, tutte e due arrivavamo dal piccolo paese di Grondas, nel cuore della foresta dell’isola Irlandese; soprattutto, entrambe ci eravamo trasferite nella capitale per la stessa passione: la musica.

Ma la  nostra conoscenza era destinata a morire sul nascere: nonostante fossero i primi giorni in accademia, io sapevo chiaramente che solamente lontana della mia casa, come una fenice, sarei potuta rinascere della ceneri della mia vita passata. Stringere amicizia con una persona del mio stesso paese, con una persona che, come me, conosceva l’odore di quella terra, la carezza della nebbia mattutina che si dissolve lasciando il posto al sole e che, soprattutto,  l’arretratezza che si respira nell’aria avrebbe potuto riaprire delle ferite non del tutto rimarginate, piaghe che avrei potuto medicare solo con la lontananza.

Qui nella Capitale hanno una strana abitudine, quella di passare giornate e serate intere distesi sulla collina più alta. C’è gente che suona la chitarra, che beve del buon vino in compagnia, che dipinge il bellissimo paesaggio che si può scorgere evitando un grande cespuglio e c’è gente che davanti quel cespuglio ci si siede di proposito perché ama il dono dell’immaginazione, come se fossero il Leopardi della situazione.

Su quella collina ci sono andata tante volte, su quella maestosa distesa di fiori da campo ho trascorso  una miriade di  momenti incancellabili.
E’ lì che ho aperto il mio cuore all’amore della mia vita ed è sempre lì che l’ho lasciato andare.
Ricordo ancora quando mi sedevo e iniziavo a pensare di non essere la persona che avrei voluto essere e dopo molto tempo è sempre lì che ho iniziato a capirmi e amarmi.
Ogni volta che torno in quel posto è come vivere un déjà-vu: Io e Adele sedute lì per ore e ore, imparando  a conoscerci  e a volerci bene.

Ringrazierò per sempre quel posto bucolico perché lì l’anima di quella ragazza che avevo consciuto per caso era entrata in contatto con la mia, proprio come quei due soffi di vento del libro che riesco ad immaginare ogni volta che chiudo gli occhi.

Angela Lucia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *