La Comunicazione Visiva in Italia – Digital Times

Come avevamo promesso la volta precedente, andremo ora a fare un quadro di ciò che questo lockdown ha causato in un settore tanto importante come quello della Comunicazione Visiva.

I designer in Italia si ritrovano spesso a vivere fianco a fianco con l’incertezza, in un paese che riconosce molto poco il loro ruolo. L’associazione italiana di design della comunicazione visiva (AIAP) ha pertanto svolto un’indagine (che potete trovare qui) , sottoposta ad un campione di 425 professionisti e studenti del settore in tutto il territorio italiano, nel periodo dal 3 al 20 aprile 2020. Diamo uno sguardo insieme a cosa ne è emerso e proviamo a fare luce su questo scenario.


Un lavoro spesso invisibile

L’esperienza non ancora conclusa del Covid ha messo in luce carenze e necessità fondamentali per affrontare situazioni di crisi. Le Università si sono dovute adeguare in fretta, con piattaforme e mezzi più o meno efficaci. Nel mondo del lavoro si è dovuta trovare una soluzione per poter permettere quantomeno la possibilità di lavorare da casa. Abbiamo visto nel precedente articolo che il compito di chi fa Comunicazione oggi non è mai stato così importante come in questo periodo storico. Analogamente quello dei Designer non è mai stato così presente come ora. Il Questionario AIAP mostra però la mancanza di una vera e propria tutela, una programmazione che possa rispondere a delle condizioni di lavoro che sono in costante cambiamento. È una mancanza, questa, che aggrava sempre di più il mondo del design della comunicazione in Italia.

Il primo budget ad essere solitamente eliminato o tagliato è quello che riguarda il settore della Comunicazione. Perchè? Perchè viene considerato ancora marginale rispetto alle situazioni di crisi delle imprese in Italia o dell’economia.  Con l’aumentare dell’incertezza tanto per chi ha un lavoro fisso e stabile che per coloro che invece lavorano a contratto, o come freelancer, la situazione è andata a dipingersi molto meno rosa di come potesse sembrare. E con questi problemi, è cresciuta la paura sull’immediato futuro.

La Comunicazione Visiva in Italia: qual'è la maggiore preoccupazione?
Dati ufficiali del Questionario AIAP del 5 Maggio 2020

Situazione attuale?

Nel riportare alcuni dei dati che possono essere trovati all’interno dell’Indagine, quello che porta maggiore preoccupazione è il timore che emerge riguardo il presente ma soprattutto il futuro. Con le difficoltà ad arrivare a fine mese, cresce la paura di non essere abbastanza. Un sentimento che sembra essere parimenti importante sia per i professionisti già inseriti nel settore quanto per gli studenti.

Con questo non si vuole dire che chi lavora o studia negli altri settori non possa aver provato lo stesso tipo di sconforto ed agitazione con la situazione del lockdown. Però si vuole mettere in mostra come un mondo comunicativo già in crisi sia andato sempre di più a distruggersi, settimana per settimana, da quando questa situazione è iniziata. E soprattutto, come possiamo o dovremmo muoverci d’ora in avanti per provare a rimediare e fare di meglio.


Cosa può essere fatto

Questo triste quadro può fare paura a chi, come me, sta ancora studiando per entrare proprio in settori che sono così visibilmente penalizzati. Per quanto aspro, lo scenario che ho voluto percorrere con voi oggi non è stato portato avanti per spaventare, quanto per prendere atto di ciò che troveremo una volta fuori. Toccherà a noi lottare, per contrastare questo mantello dell’invisibilità che ci è stato poggiato sopra le spalle. Per poterlo fare al meglio bisogna essere consapevole di cosa andiamo a combattere, chi è il nostro nemico e quali sono le possibili strategie per prendere in mano la situazione. Non è possibile che in Italia la Comunicazione sia ancora vista come una nota a piè di pagina, o un capitolo da saltare.

Il primo dato emerso dalle interviste condotte nel settore fa emergere la necessità, prima di tutto, di avere gli strumenti per svolgere il proprio lavoro al meglio: connessione gratuita, maggiore copertura, servizi pubblici digitali più efficienti. Secondariamente, si deve sostenere una modernizzazione delle aziende, che non può più continuare ad essere rimandata e che riguarda principalmente l’ambito tecnologico. Stare a passo con i tempi, aiutare le piccole/medie imprese a sfruttare i mezzi moderni incentivando il riconoscimento della comunicazione visiva. Oppure aiutare con una piattaforma o con un Albo di settore la comunicazione tra professionisti e aziende.

Insieme possiamo farlo.


Adria J. Necula

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