I "Parranda" @Corte dei Miracoli

Il 30 aprile, un apparente banalissimo giovedì, ha visto gli ospiti della Corte dei Miracoli danzare a saltare a ritmo delle percussioni dei Parranda Groove Factory. Questo gruppo di percussionisti, con un bassista e un producer di musica elettronica, hanno dato vita ad un progetto innovativo, divertente, spettacolare, che non poteva sfuggire ai numerosi e ormai fedelissimi “cortigiani” e ovviamente, a noi appassionati di uRadio. Il concerto si è svolto all’interno del programma StandUp Fest, una due giorni all’insegna della cultura per dire no alla chiusura di uno spazio importantissimo come la Corte dei Miracoli.

Vi presentiamo l’intervista ai Parranda a cura di Tilde Randazzo, con il consiglio di non perdere le prossime date dei loro concerti!

 

Vorrei che illustraste in breve la nascita e il progetto dei Parranda: come avviene questo incontro tra persone così diverse e amanti di generi così distanti, quindi della musica elettronica con le percussioni afro-brasiliane.

Guido Gioioso: Parranda nasce dall’esperienza che alcuni di noi hanno fatto nell’orchestra di percussioni Bandao, un’orchestra (in questo caso circa quaranta elementi) di tipo“batucada” cioè non un gruppo da palco, ma da parata, che quindi si esibisce per strada. Un giorno mi è venuta l’idea di fare una commistione tra le musiche e ritmi afro-brasiliani suonati dal vivo e la musica elettronica, composta e registrata tramite consolle, computer e varie apparecchiature. I percussionisti in questo caso sono in numero ridotto (circa una decina), ognuno legato ad una tipologia diversa di percussione. Ho parlato così con Dario, già vicedirettore dell’orchestra Bandao, che si sarebbe occupato della parte percussiva, io invece della parte melodica e strumentale elettronica. Abbiamo scelto insieme i soggetti da coinvolgere tra quelli già presenti in Bandao e poi abbiamo contattato il bassista più forte di Siena: Tobia Ciaglia. Il basso live sarebbe stato un elemento ancora più particolare.

Riassumendo abbiamo otto percussionisti, io mi occupo degli effetti e della parte elettronica, un bassista e una cantante: Vera Claps.

 

Dario, vuoi spiegare qual è il tuo ruolo in Bandao? Quali sono le differenze principali tra Bandao e Parranda?  

Dario Firuzabadì: Sono entrato a Bandao nel 2009 e nel 2011 ho cominciato a occuparmi della direzione e di istruire i nuovi membri. Quindi esiste una fase preliminare di formazione di quelli che suonano, perchè gli si insegnano la tecnica e i ritmi. La formazione è quindi quella di una bateria afro- brasiliana, e ciò significa che c’è una persona che dirige e “chiama le figure” agli altri che imparano dei groove, dei loop , degli stacchi che vengono eseguiti al segnale. Il bello di questi progetti “da strada” è che  nascono come popolari, quindi anche soggetti non necessariamente musicisti, nel giro di poco tempo, riescono ad apprendere e poter partecipare a degli spettacoli e a dei concerti. Nel caso di Parranda ci sono delle difficoltà in più: suoniamo infatti a metronomo, bisogna saper coordinarsi e andare perfettamente a tempo sulle basi elettroniche. Dopo alcuni scogli tecnici abbiamo potuto lavorare sugli arrangiamenti.

 

Per quanto riguarda il repertorio eseguite sia delle reinterpretazioni che dei pezzi originali? 

Dario: Esatto, ma spesso anche nei pezzi originali vengono utilizzati dei simple riconoscibili per arricchire l’arrangiamento e creare appunto un mix tra la musica suonata ed elettronica, musica house che appunto è fatta così, prendendo dei campioni esistenti, rielaborandoli e creando qualcosa di completamente diverso. Da un punto di vista percussivo i ritmi traggono fortissima ispirazione da  quelli che sono i ritmi popolari brasiliani, che hanno una storia secolare. Si prendono quindi quelle cellule ritmiche e si reinterpretano per adeguarle sia alla traccia melodica e un po’ anche al gusto occidentale; i ritmi brasiliani sono meravigliosi perchè estremamente stimolanti, ma molto diversi dalla musica che ascoltiamo generalmente, e per questo c’era bisogno di rendere il tutto più godibile e più facile da sentire dal nostro punto di vista.

 

Gli spettacoli di Bandao nascono per essere degli spettacoli “di strada”, invece gli spettacoli dei Parranda potremmo definirli oltre che spettacoli musicali anche teatrali. Perchè? 

Dario: La teatralità era uno degli elementi che ci immaginavamo quando abbiamo fondato il progetto. L’idea era quella di fare uno spettacolo e non un semplice concerto. Abbiamo bisogno anzitutto di un’amplificazione, di un computer, del metronomo in cuffia, ma poi anche di elementi “visivi” quali le maschere, “i passettini” funzionali per andare a tempo,  il sistema led nei tamburi, le proiezioni video… il tutto controllato dal computer per risultare a tempo con le musiche.

 

Chendra, tu hai realizzato i costumi e le maschere. Vuoi spiegarcene il significato?

Inizialmente avevano una funzione esclusivamente estetica, e richiamavano il teatro kabuki giapponese. Le avevamo scelte perchè erano strane, inquietanti e belle a vedersi, ma poi invece abbiamo pensato di rifare un look alle maschere scegliendo il tema delle calaveras, i teschi fioriti messicani, molto più attinenti al tema di Parranda, simbolo di rinascita del gruppo e di un nuovo inizio in seguito allo scioglimento e alla ricomposizione.

 

Per quanto riguarda le collaborazioni, e in particolare mi riferisco agli Smania Uagliuns, cosa ci dite?

Guido: Gli Smania Uagliuns sono un gruppo hip-hop lucano trapiantato al nord e sono miei amici di infanzia. Li ho sempre seguiti, e contemporaneamente alla nascita di Parranda è nato il loro nuovo disco che ha avuto molta risonanza e successo. Ho chiesto quindi agli Smania di reinterpretare un loro pezzo del disco suonato nello stile dei Parranda (una bomba!!). Verrà così inserito il nostro remix nell’EP che uscirà a breve. Abbiamo proposto anche di fare un video sullo stesso remix che avevamo realizzato insieme, che sarà proprio il video di lancio dell’EP. Entro un mese speriamo di vedere tutto sul web!

 

Questo è il vostro primo concerto qui alla Corte che purtroppo sta vivendo un momento particolare. Cosa vi augurate per la Corte e cosa vi aspettate dal pubblico di stasera?

Tobia: Ma la domanda politica proprio a me?

Mi permetterete una smielata, dai… Giusto duecentomila euro destinati all’Expo…. li destinassero a questo luogo che è un luogo di cultura! Abbiamo la fortuna o la sfortuna di suonare proprio in questo frangente, e speriamo che possa rappresentare un momento di ripartenza per la Corte e di sensibilizzare tutte le persone che verranno stasera.

 

A quando i prossimi concerti?

Dario: Finalmente approdiamo a Firenze il 16 maggio al Tasso Hostel organizzato da Propaganda Magazine. Il 23 maggio saremo al Circolino Semifonte.

 

 

Tilde Randazzo

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