Non so voi, ma fin da quando ho avuto 6 anni ho dovuto combattere con la mia salute dentale. Quando ero al liceo ho dovuto anche portare una maschera ortodontica, per fortuna solo di notte. Ho scoperto per caso che al Santa Chiara Fab Lab hanno lavorato a un progetto per migliorare quel delizioso strumento di tortura e ho sentito subito un forte impulso. Li ho contattati e sono riuscito ad avere un’intervista, imparando molto su altri progetti che il fab lab ha in cantiere.
Il progetto SuperPowerMe
A farmi da cicerone in questa chiacchierata è Flavio Lampus, ricercatore dell’Università di Siena che lavora e insegna al Santa Chiara Fab Lab. Il primo progetto che mi mostra è proprio quello che mi aveva incuriosito: Super Power Me. Questa nuova maschera si impone di rimpiazzare quella usata attualmente, chiamata maschera di Delaire. Oltre ad essere antiestetica e scomoda, questo apparecchio provoca spesso irritazioni alla pelle, dovute al contatto prolungato con la pelle. Flavio mi racconta di come hanno reinventato la maschera di Delaire partendo da delle rilevazioni 3D, per fornire al paziente un’apparecchio su misura. Da lì hanno deciso di utilizzare componenti più leggeri ed elastici, ma pur sempre molto resistenti, per la struttra e il nylon, che essendo biocompatibile risolve il problema delle irritazioni cutanee.
Da “sfigati” ad Eroi.
Ciò che rende il progetto così innovativo però è l’aspetto psicologico verso il paziente. Chi è destinato a questo tipo di trattamento, infatti, sono i bambini. Portare per 13 ore al giorno un’apparecchio del genere, oltre ad essere frustrante, è sicuramente un duro colpo per l’autostima, fragile in giovane età. Così oltre a rendere più colorate ed appetibili le maschere i ricercatori hanno introdotto anche delle componenti elettroniche. Queste entrano in contatto con una app, che permette al bambino di giocare solo se sta portando la maschera, favorendo lo svolgimento della terapia. Il progetto, supervisionato dalla referente scientifica del Fab Lab nonchè direttrice Prof.ssa Patrizia Marti e dalla dentista Prof.ssa Cecilia Goracci, entrerà in fase di sperimentazione, per ottenere preziosi dati per la versione finale.
Medicina e supporto per disabili.
A questo punto Flavio porta alla mia attenzione Quietude. Il progetto vede ricercatori come Matteo Sirizzottie Simone Guercio in collaborazione con T4All, Glitch Factory e una delegazione di donne non udenti dell’associazione Mason Perkins. Si tratta di una collana in grado di percepire i suoni in tempo reale e reagire in modo da segnalare un evento a chi la indossa. Il progetto vuole non sono risolvere alcune lacune degli attuali apparecchi acustici, ma dare la possibilità a queste persone di esprimersi per ciò che sono, senza nascondersi.
Infine Flavio mi mostra un altro suo progetto: l’uso della stampa 3D nella chirurgia vascolare. Lavorando in collaborazione con il reparto di chirurgia vascolare dell’ospedale di Siena, si sta cercando di migliorare l’approccio ad una patologia che nelle prime fasi è indolore e asintomatica: l’aneurisma dell’aorta addominale. Questo progetto vuole assistere il chirurgo fornendogli delle rilevazioni dettagliate, che possano aiutarlo sia nella fase di diagnosi sia durante l’intervento. Inoltre è possibile utilizzare i modelli per mostrare il quadro clinico al paziente e ai propri familiari in modo chiaro ed intuitivo.
Fab Academy 2019
A gennaio inizia per il quarto anno Fab Academy. Il corso è indirizzato a chiunque voglia approfondire la sua conoscenza nelle tecniche di fabbricazione e project management. Fab Academy, che si tiene da gennaio a giugno, offre la possibilità di diventare un professionista nel settore dell’artigianato digitale e dell’Internet of Things, fornendo spazi specializzati, materiali, lezioni e molto altro.
Sono inoltre disponibili delle borse di studio parziali su richiesta. Per qualsiasi domanda potete visitare il sito di Fab Academy o contattare il Santa Chiara Lab, che non esiterà ad accogliervi nei suoi laboratori per una chiacchierata.
Ringrazio infinitamente il Santa Chiara Fab Lab per l’accoglienza e Flavio per la sua disponibilità.
Giovanni B. Della Posta.
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