Filosofia & popcorn – Klaus e l’etica liberista

Un vero atto di bontà ne ispira sempre un altro…

Klaus

Netflix porta avanti la sua sfida alle major cinematografiche producendo il suo primo lungometraggio di animazione a tema natalizio: Klaus – i segreti del Natale.

Il film è stato scritto e diretto da Sergio Pablos, uno degli artefici del Rinascimento Disney degli anni ’90, il quale ha voluto unire all’animazione tradizionale le moderne tecniche digitali.

Questo mix ha permesso di superare i limiti del disegno a mano, come l’illuminazione volumetrica ed il texturing, pur mantenendo un aspetto “artigianale”. Ciò ha regalato al film un look originale ed unico, in controtendenza con la svolta per il 3D che l’animazione occidentale ha negli ultimi decenni intrapreso. Da segnalare anche la bella colonna sonora.

Pablos ha deciso di narrare una storia alternativa sulle origini di Babbo Natale, ambientandola in una non specificata nazione scandinava ai primi del ‘900.



LA TRAMA

Il film segue le avventure di Jesper Johansen, un allievo scansafatiche della regia accademia postale e figlio raccomandato del capo delle poste. Il suo menefreghismo ed inettitudine, alla fine, riescono a mandare su tutte le furie persino suo padre, che decide di esiliarlo sullo sperduto isolotto di Smeerensburg con l’obbligo di consegnare 6000 lettere.

La missione si rivela tutt’altro che semplice, il piccolo villaggio di pescatori infatti e diviso dalla faida tra i due clan locali, gli Ellingboe ed i Krum, e la popolazione locale è restia dal spedire lettere ai propri nemici.

L’astio tra le fazioni è tale che i bimbi della cittadina non vengono neanche mandati a scuola, per la paura che essi entrino troppo in contatto con la progenie dei rivali.

Durante le sue consegne Jesper fa la conoscenza del signor Klaus un boscaiolo solitario dall’animo gentile ed abile nel costruire giocattoli.

Il postino decide quindi di unire le forze con l’anziano signore, per raggiungere il suo scopo. E così diffonde la voce: se il signor klaus avesse ricevuto delle lettere dai bambini buoni di Smeerensburg, avrebbe spedito loro i suoi giocattoli.

I bimbi, desiderosi di ricevere regali, iniziano a compiere buone azioni verso tutti: membri del proprio clan e non.

Gli adulti, investiti da questo cambiamento iniziato dai giovani, seguono il loro esempio e, d’improvviso, il remoto villaggio diventa un luogo pacifico e meraviglioso in cui vivere.


VECCHIO E NUOVO

Ma non tutti sono felici del cambiamento: gli anziani capiclan non vogliono abbandonare le loro tradizioni e così ordiscono un piano contro i due artefici della pace.

In primo luogo colpiscono Jesper, facendo scoprire a Klaus di essere stato solamente una pedina per gli obiettivi del ragazzo. Il duo così si separa ed il postino sembra pronto a far le valigie e ad andarsene.

Ma il giovane è ormai troppo legato alla città ed al suo amico, riuscendo a fare ritorno in tempo per salvarlo dalla vendetta dei capiclan e per consegnare i regali a tutti i bambini per la notte di Natale.


KLAUS TRA OPPORTUNISMO E BENE COMUNE

Sono abbastanza navigato da sapere che nessuno fa niente per niente.

Jesper

Per tutta la prima parte del film si può assistere alla trasformazione del personaggio di Jesper Johansen dal viziato opportunista degli inizi ad un personaggio positivo e generoso.

Mentre Klaus è sin dagli inizi di buon animo ed agisce in maniera sempre disinteressata, il postino cerca il proprio tornaconto. Sfruttando la domanda di giocattoli dei bambini ed il lavoro del boscaiolo, per arrivare al suo obiettivo.

Se di base può sembrare un imbroglio vero e proprio, Jesper inconsciamente porta graduali miglioramenti alla vita della società. Sua è l’idea della lista dei buoni e dei cattivi, ed è sempre lui a suggerire ai bimbi analfabeti di andare a scuola per imparare a scrivere.

Inoltre sono proprio i miglioramenti che la società di Smeerensburg subisce a generare il suo cambiamento interiore, grazie alla rinnovata bontà della cittadinanza, Jesper, inizia a vedere il bene che esiste nelle persone e ad affezionarsi a loro.


LA MANO INVISIBILE

Come abbiamo già fatto qui, cerchiamo ora i punti di contatto con la filosofia. Questa relazione tra i desideri del singolo ed il benessere dell’intera società, infatti, è ascrivibile alla teoria della mano invisibile di Adam Smith, filosofo scozzese padre del liberismo e dell’economia moderna.

Ogni individuo si sforza di impiegare il proprio capitale in modo che il suo prodotto possa essere di grandissimo valore. Generalmente non intende né promuovere il pubblico interesse, né sa quanto lo sta promuovendo. Si prefigge solo la sua sicurezza, solo il suo guadagno. In ciò è guidato da una mano invisibile per prefiggersi un fine, che non ha nessun interesse della sua intenzione. Perseguendo il suo interesse spesso promuove quello della società più efficacemente di quando realmente intenda promuoverlo.

Adam Smith

Secondo Smith l’individuo guidato dalla sua volontà di guadagno ed unicamente dai propri interessi, finisce sempre, inconsapevolmente, per agire a beneficio del più ampio interesse della sua comunità.

Gli uomini nel loro continuo scambiare e negoziare creano una fitta rete di interessi comuni regolata dal principio del Fair Play.

Così in questa visione, profondamente ottimistica, gli uomini come Jesper riescono ad apportare un miglioramento sia ai loro simili sia a sé stessi.


CONNESSIONI UMANE

Klaus è un film che riesce a mostrare quando profondamente ognuno di noi sia collegato e quanto le azioni di ogni singola persona possano cambiare il mondo, sia in meglio che in peggio.

Se è vero, come direbbe Jesper, che nessuno fa niente per niente è altrettanto vero che una buona azione può generarne un’altra in ogni persona, sia essa disinteressata o no.


Franco Ferrari

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