In Italia, si sa, l’arte è di casa. Ma cosa può succedere nel momento in cui un gruppo di cittadini unisce le forze per salvare un palazzo-gioiello incastonato fra le colline toscane, in decadenza da oltre 25 anni?
È il caso del Castello di Sammezzano, antica residenza nobile costruita nel 1600 e dall’ 800 proprietà della famiglia Panciatichi Ximenes d’Aragona.
Razziato dalle truppe tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale, viene trasformato in un resort di lusso fra gli anni ’70-’90. Dopo il fallimento del progetto, nel 1999 viene acquistato da una ditta italo-inglese; l’intento iniziale è quello di continuare ad utilizzarlo come residenza di lusso, ma improvvisamente vengono a mancare i fondi: la proprietà viene messa all’asta nel 2015.
Le uniche occasioni che, a partire dal 2000 permettono di visitare gli interni, sono tre date annuali, in cui un gruppo di volontari, in accordo con i proprietari, si organizza
Il palazzo è infatti una delle pochissime testimonianze europee di stile architettonico eclettico, che vede la compresenza di diverse correnti artistiche riunite in uno stesso plesso: al suo interno troviamo stucchi, pavimenti e soffitti in stile moresco, pezzi di arte bizantina, persica, indiana, ispanica. Alla struttura, di notevoli dimensioni, si affiancava un parco, concepito come orto botanico contenente oltre 160 specie di piante, importate da tutto il mondo. Un angolo di verde che, pur nel suo stato avanzato di incuria, continua ad essere frequentato da curiosi e abitanti del posto.
È stato proprio durante una di quelle passeggiate nel verde che Francesco Esposito, originario di una cittadina a 15 chilometri dal comune di Reggello, in provincia di Firenze, dove si trova Sammezzano, ha avuto l’idea di poter cambiare il destino che vede il castello in mano a chi potrebbe scegliere di farne di nuovo un hotel esclusivo, oppure di acquistarlo e lasciarlo in rovina come già accaduto. Inaugurando a settembre una raccolta fondi sul sito di crowfunding Kickstarter, il cui fine provocatorio era quello di raccogliere denaro per acquistare la proprietà, è riuscito finalmente ad ottenere che la vicenda acquistasse una certa visibilità, almeno fra i comuni cittadini.
La petizione ha attualmente raggiunto più di 13.200 adesioni: ne mancano circa 1800 perché venga inviata alle autorità, le quali finora non hanno ancora espresso il loro parere sulla vicenda. Grazie alla pagina facebook “Save Sammezzano”, i volontari stanno creando una rete di più di 6.000.000 di contatti, nella speranza di far conoscere la vicenda a più persone possibili, in Italia e nel mondo. Il tempo stringe: la prossima asta, quella che potrebbe rivelarsi decisiva per un potenziale acquirente della proprietà, avverrà fra 120 giorni.
Michela Fortuna
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