#unibonton

#unibonton: il bon ton universitario dalla A alla Z. Il primo passo per un’esistenza più serena.


Inizia il viaggio nel bon ton universitario!

– Prima tappa tra le amenità dell’abbigliamento, dei rapporti personali e dei luoghi di studio –


Abbigliamento.

L’università è un ambiente molto particolare: si studia, si seguono lezioni, si sostengono esami e si stringono rapporti, personali e professionali. Inoltre, la si può frequentare per giornate intere o per manciate di ore alla spicciolata. Presentarsi al meglio è importante, ma piuttosto difficile. Il ‘rischio pigiama’ è sempre dietro l’angolo, così come quello di sembrare pronti per la propria Prima Comunione: entra qui in gioco il bon ton.

Innanzitutto, è bene porre un primo veto: no alle tute e ai leggins accompagnati alla felpa. L’università non è un’estensione della propria cucina. Inoltre, eviterei anche gli abiti da cerimonia, che è bene, per l’appunto, conservare per le cerimonie..Durante l’anno, per i ragazzi sono perfetti jeans o pantaloni, polo, maglioncini, camicie (per i più temerari), eventualmente T-shirt accompagnate da golfini. Agli esami, invece, si può essere leggermente più eleganti, cercando di evitare di sembrare camerieri o lacchè. In ogni caso, no alle cravatte e alle scarpe di vernice, che vanno dimenticate a casa insieme ai sandali e ai pantaloni corti. Le ragazze hanno spesso un guardaroba più vario, per cui si possono sbizzarrire con gonne, pantaloni, camicette, cardigan … Restano i soliti punti fermi: non è casa propria, non è una discoteca, non è uno sposalizio. Tacchi sì ma niente stivalata in stile ‘Angela favolosa cubista’.

I mesi estivi e la canicola possono mettere in ulteriore difficoltà: qui, soprattutto per i ragazzi, no ai pantaloncini corti. Quelli sono perfetti per le partite di calcetto, non per i corridoio del San Niccolò. Per il resto, si possono indossare polo a maniche corte o simili, ma i pantaloni corti sono oggettivamente fuori luogo. Va da sè che anche i sandali sono da conservare per le passeggiate sul lungomare. Le ragazze sono di nuovo più avvantaggiate: pantaloni larghi e ariosi, vestiti leggeri e freschi, annessi e connessi sono sicuramente preferibili a gonne troppo corte o prendisole adatti ad un gelato sulla spiaggia.

Evitate come la peste gli abbigliamenti tematici: i vestiti da strega sotto Halloween e i maglioni con le renne sotto Natale potete tranquillamente indossarli. A casa vostra, quando darete una festa per una delle due ricorrenze. Orologi e gioielli troppo vistosi e cafoni rendono subito troppo vistosi e cafoni.


Amicizie.

Si formano, crescono si raffreddano, si riscaldano. L’importante è saper distinguere tra amici che ci saranno sempre, senza se e senza ma, e amici che si incrociano sul proprio percorso finchè le strade non si dividono. Non c’è nulla di male: ricordiamoci solo che anche noi siamo tenuti a decidere se esserci sempre o se restare semplici comparse per una parte della vita di qualcuno. Le amicizie, come le collane preziose, non vanno esposte perché brillano da sole. Quando un’amicizia termina, per mille motivi, è comunque vietato togliere il saluto in strada. Un ‘ciao’ non ha mai ucciso nessuno, coraggio. Nel dubbio, qui trovate altri consigli utili per mantenere rapporti civili e costruttivi con il resto del mondo.


Aula studio.

Direi che basta il nome, no? Qui si studia, dunque non si chiacchiera, non si ripete a voce alta, non si gioca con il cellulare, non si messaggia furiosamente, non si dorme, non si ascolta musica con le cuffiette a volume folle. Se volete fare una di queste cose – o un’altra non strettamente connessa allo studio o che non si svolga in silenzio – siete pregati di cambiare stanza o edificio. Se c’è un giardino, d’estate è piacevole studiare all’aria aperta. Studiare, appunto: prendere il sole è un’attività riservata alla spiaggia, non  al giardino di Fieravecchia. Questo non è bon ton: è solo buon gusto. O buon senso.


 

 Mattia Barana.

Mattia Barana

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