Il bon ton, l'arte di sapersi comportare in un mondo che cambia.
Lo smart phone ci ha rivoluzionato la vita, non sempre in meglio. Suona sempre troppo o troppo poco, raramente nelle occasioni giuste. Considerarlo semplicemente un oggetto utile è diventato impossibile da quando le sue app ci hanno totalizzato la vita. Molto più intelligente della metà dei concorrenti del GF vip, è tra le invenzioni moderne quella che richiede più educazione:
La sfida dello studente fuori sede.
Innanzitutto, convivere con qualcuno che non si conosceva prima è più semplice che andare ad abitare insieme ad un proprio amico/a. Le aspettative sono più basse e la minore confidenza evita disastri e conflitti nucelari.
Non c’è una ricetta unica per la perfetta convivenza: i casi sono sempre diversi così come sono diverse le sfaccettature dell’animo umano. L’importante è cercare di rispettare i tempi, gli orari, le abitudini e gli spazi degli altri. Distinguere chiaramente quello che è in comune e quello che è privato è un primo passo per una serena convivenza. Può essere utile stabilire mansioni e turni, dopodichè, gentilezza, sensibilità e garbo faranno il resto.
Da evitare come la peste: invadere spazi altrui quando non richiesto, attaccarsi alle piccole cose, trattare la casa come fosse solo propria, non rispettare le proprie mansioni, far arrivare amici a frotte senza previo avviso.
Arte meravigliosa: senza ambire al ritorno ai fasti dei caffè settecenteschi, è bene ricordare due principi fondamentali, cioè la velocità e la leggerezza.
Per velocità s’intende la capacità del passare – in maniera credibile – da un argomento all’altro appena un minuto primadi veder sbadigliare i propri interlocutori. Evitare di vedere stramazzare a terra chi sta chiacchierando con noi come Livia Fusco quando tenta una spaccata in diretta è l’obittivo numero uno. La leggerezza, invece, è lo straordinario elemento di ironico gioco che dovrebbe essere presente in ogni conversazione – e che rende quest’arte ancora apprezzabile nel 2017 -. Unico appunto: evitate le barzellette, a meno che non siate un politico lombardo ottantenne.
Le conversazioni più strambe con i personaggi più strambi nascono, lo si sa, in coda agli esami. Quei momenti magici sono destinati a finire nel giro di qualche ora: salutarsi per strada quando ci si incontra resta comunque obbligatorio, anche se potrà essere stranamente imbarazzante.
Mattia Barana.
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