Alcuni dicono di aver fondato una carriera sulle gaffe. I più, immagino, o se la rovinano o non la iniziano proprio.
Ci sono alcuni elementi importanti da sottolineare:
I vizi capitali oramai sono tutti perdonati, sdoganati, alcuni anche di moda.
Rimane fuori l’invidia, cioè ritenere il bene altrui come un male per noi stessi. Soluzioni? Poche. Sopportare, mascherare, aspettare che passi. Convincersi che, dopotutto, la felicità gira e prima o poi toccherà a noi quel giro di giostra. In alternativa, provare a chiedersi se magari siamo già su questa fantasmagorica giostra e non ce ne siamo resi conto.
Sugli abiti da donna esiste una ricca letteratura, ma non per questo l’abbigliamento maschile è meno importante. In particolare, in tempi di lauree e di feste imminenti, vestirsi con eleganza è fondamentrale. Innanzitutto, la prima regola per indossare abiti da cerimonia è fare di tutto per non sembrare vestiti da cerimonia. L’effetto ‘prima Comunione’ è sempre in agguato.
Dopodichè – e veniamo al titolo del capitoletto – cerchiamo di evitare il blu. La giacca blu è diventata il passe-partout per ogni ora del giorno e della notte: rivendichiamo la nostra individualità dall’esercito del blu! Naturalmente esistono blu e blu. Ci sono differenze a livello di tessuto, taglio e portamento: chi si veste di blu non deve comportarsi necessariamente come uno in blu.
Per quanto riguarda le camicie, non mi pronuncio sugli eventuali abbinamenti di colore, che alla fine sono limitati. Ti stai chiedendo se la tua camicia a quadri è adatta? Guardati le mani. La risposta è ‘sì’ se stringi una motosega, un’ascia, una zappa o un cappello da cowboy.
La giacca gessata è elegante tanto più il gessato è fine e leggero: l’effetto ‘mafia italiana a NY’ è scarsamente consigliato.
Mattia Barana.
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