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La tranquillità non è donna

Oggi è l’8 marzo, giorno tanto atteso dai fiorai quanto temuto dai soggetti allergici. Tralasciando questi dettagli, oggi dovrebbe essere un’occasione per riflettere sul perché abbiamo questa festa e sul perché, forse, celebriamo le donne nel modo sbagliato.

Un piccolo cenno storico: convenzionalmente, la Giornata Internazionale della Donna si celebra l’8 marzo in quanto nel 1917 una folla composta quasi esclusivamente da donne manifestò per le strade di San Pietroburgo per chiedere la fine della guerra. La data venne scelta durante la seconda Conferenza Internazionale delle Donne Comuniste del 1921.

Donne che rivendicano dei diritti: di questo si tratta, quindi. Dal giorno in cui è stata istituita questa festa abbiamo certamente raggiunto dei risultati: possiamo votare, possedere dei beni, fare carriera, abortire, divorziare.


COSA CI VIENE ANCORA NEGATO


C’è però un diritto fondamentale che ci viene negato e, spesso, non ce ne rendiamo nemmeno conto. Ciò che mi ha sbattuto in faccia la realtà è stata la storia Instagram di un’amica.

Quello che ci viene negato, a oggi, è il diritto forse più importante di tutti: la tranquillità. Questo racconto mi ha riportato alla mente tutte le volte in cui anche a me è successo qualcosa di simile.

Tutte le volte che in pieno giorno, aspettando l’autobus per andare all’università, ho finto di non sentire i fischi di qualche ragazzotto per strada. Tutte le volte che tornando a casa la sera stavo al telefono con le amiche, descrivendo il percorso che stavo facendo e cosa avevo intorno in caso fosse successo qualcosa e avessero dovuto chiamare la polizia.

Questo atteggiamento, definito catcalling, è una delle forme di molestia più subdole poiché è praticamente impossibile da provare e instaura nella vittima il senso di paura e impotenza.

Si pianta in testa, condiziona le scelte future e, spesso, viene liquidato con un irritante per il genere femminile quanto irrispettoso verso il genere maschile “boys will be boys”. Come se gli uomini non fossero in grado di comportarsi diversamente.

E, mentre riflettevo su tutto questo, in molte hanno risposto, condividendo le loro esperienze.



AUGURI ALLE DONNE DI DOMANI

Oggi fermiamoci a riflettere. Ignoriamo tutto il rumore e la polemica che ogni anno questa festa porta con sé, da Trenitalia che offre caramelle al limone alle dichiarazioni sul ruolo naturale della donna del politico del momento. L’unica cosa naturale sarebbe non avere una festa della donna, poiché sarebbe bello vivere in un mondo in cui ognuno porti rispetto al suo prossimo, indipendentemente dal sesso.

Quindi, gli auguri oggi li faccio alle donne di domani. Perché auguro di vivere in un mondo in cui non esista il divario salariale. In cui non siano necessarie le quote rosa. Dove possano ottenere una posizione dirigenziale senza che nessuno pensi siano lì per meriti non strettamente legati alle loro abilità lavorative. Auguro di poter scegliere di mettere la carriera davanti alla famiglia senza essere giudicate e soprattutto possano camminare tranquille per strada.


Un mondo che gli uomini e le donne di oggi hanno la responsabilità di costruire.


Melania Verde

Melania Verde

Viaggiatrice in spirito, giornalista in potenza e attualmente studentessa in crisi iscritta al corso di laurea magistrale in Strategie e Tecniche della Comunicazione.

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