Giovedì 30 novembre la Presidente della Camera Laura Boldrini era presente a Siena per la presentazione del suo ultimo libro “La comunità possibile. La nuova rotta per il futuro dell’Europa”. L’evento, tenutosi presso il Rettorato ed inserito nel progetto di integrazione e di giustizia sociale, ha richiamato un pubblico piuttosto eterogeneo ma prevalentemente costituito da ragazzi, a conferma dell’attualità e dell’importanza di questo tema. Tanti sono gli interrogativi e le difficoltà alle quali l’Unione Europea deve far fronte, per questo quello della Boldrini è un invito a riflettere sul ruolo della nostra società e delle generazioni future.
A presentare e approfondire l’evento sono intervenuti Alessandra Viviani, docente di Tutela internazionale dei diritti umani, Luca Verzichelli docente di Scienza politica, entrambi professori dell’Università di Siena, e il Magnifico Rettore Francesco Frati. Si è visto anche il contributo di Perla Azzurra Buonaccorsi, parte di CISOM – Corpo Italiano Soccorso Ordine di Malta ed infermiera in prima linea sulla frontiera del Mediterraneo laureatasi a Siena, che è intervenuta concretamente illustrando con parole semplici e dirette il suo impegno costante in questo ambito.
L’Unione Europea è stata costruita su grandi ideali di giustizia, equità e coesione. Ideali che oggi sono in crisi e vengono messi in discussione dai membri stessi. Negli ultimi anni le politiche promosse dall’UE hanno infatti sorvolato questi temi, concentrandosi di più sull’aspetto economico anche a scapito di paesi come la Grecia. È dovere delle istituzioni garantire pace, giustizia e benessere: correggere i meccanismi che non funzionano e tornare ad essere “la culla dei diritti e dei valori umani”.
“La risposta alla crisi europea deve necessariamente passare attraverso una maggiore integrazione. Attraverso più, non meno Europa”
Il mondo è cambiato notevolmente dalla nascita dell’Unione: il compito degli europeisti di oggi e di domani è quello di riallacciare i rapporti tra cittadino e politica comunitaria, è quello di recuperare il terreno perso con le austerities. Riallinearsi sugli elementi fondanti dell’Europa significa recuperare dignità umana e stato di diritto, ridare valore ai principi, mantenere il sistema di convivenza civile se l’obiettivo è ancora l’unione federale di stati. Questi gli ingredienti per migliorare e dare credibilità all’UE. Per vivere e respirare questa comunità è necessaria l’educazione alla cittadinanza. Un paese va avanti se sa promuovere e preservare i diritti, senza darli per scontati. L’Europa deve trovare il terreno perduto ed è per questo che la Presidente ha dichiarato di voler intraprendere questa battaglia. Per essere cittadini consapevoli è importante difendere i valori fondamentali, ma prima di tutto servono educazione e partecipazione perché sono loro ad essere la base del dialogo costruttivo. Partecipazione per costruire un futuro, dialogare per accogliere. La mancanza di una cittadinanza europea porta a chiedersi come sia possibile accogliere e segna la strada che l’UE deve intraprendere per giungere ad una armonizzazione legislativa in merito a questo gap politico-giuridico. È quindi la comunicazione all’interno di questa grande composizione di stati, la tematica cardine e fondante del libro ieri presentato.
“Fatta l’Europa facciamo gli europei”
Gli stati devono mostrarsi disponibili a cedere una fetta di sovranità dove le misure nazionali non funzionano: assieme ai Presidenti delle Camere di Germania, Francia e Lussemburgo, l’Italia si è fatta portavoce della dichiarazione di integrazione. Si tratta di un progetto destinato a ricostruire e mutare la nostra comunità: un’Europa più unita e sociale. È indispensabile un investimento serio accostato ad una gestione sostenibile delle risorse economiche, perché solo così si potrà rendere possibile l’integrazione.
Il numero dei profughi che sbarcano ogni giorno in Europa è sconcertante ed è largamente risaputo come questo non riguardi solo le istituzioni politiche. Oggi non tutti gli stati si fanno carico del problema migratorio ma è esattamente questa la prova che devono affrontare. Come sopperire a quello che, da anni, è diventato uno dei principali quesiti politici e sociali? La presidente vede l’integrazione come un aiuto attivo alle società più povere del mondo e come una soluzione a questo problema. In una comunità divisa tra chi manifesta la volontà di chiudere o aprire le frontiere, i valori fondamentali rischierebbero di collassare se venisse a mancare una corretta informazione. L’intervento di Perla Azzurra Buonaccorsi sposta la responsabilità sull’Europa, perché non è più possibile nascondersi dietro la disinformazione e continuare ad evitare il problema. Bisogna chiedersi cosa possa fare il cittadino per il proprio paese, smettendo criticare a distanza aspettandosi un cambiamento autonomo. Il cambiamento deve partire da noi, noi che siamo il futuro di questa grande macchina politica, economica e culturale. Noi che siamo l’anima e dobbiamo ricostruirci un corpo.
Sessant’anni di Europa ci hanno dato pace, ma non giustizia sociale. Sull’onda di questo tipo di eventi e di opportunità che l’Università ed altre istituzioni danno ad una città come Siena, in cui sono compresi sia i residenti che una buona percentuale di studenti universitari, è giusto e significativo porsi dei quesiti. “Cosa voglio dall’Europa? Come voglio vivere il mio futuro? Un’Europa unita è davvero realizzabile? Stiamo vivendo un’Europa in crisi, ma è davvero l’unica possibile? Come si fa a credere in un ideale se non lo si conosce?” La risposta data, o interpretata, tra le righe e le tante riflessioni è la necessità di una maggiore coesione, di un maggior dialogo con le istituzioni europee. Se la strada da percorrere è quella della vera unità, bisogna che l’Europa sia più umana, che torni ad esserla come in passato, partendo dal basso, dai cittadini, senza calare ordini e idee dall’alto di un piedistallo o dall’aula di un Parlamento. Un messaggio aperto a chiunque, o meglio, a chiunque lo voglia e lo sappia leggere.
Prima di cominciare, siamo felici di comunicarvi che l'Università degli Studi di Siena metterà a…
Nel celebrare il mese delle donne, è imperativo riconoscere il contributo fondamentale del genere femminile…
Era il 18 giugno del 1943 quando a Bologna nacque Raffaella Maria Roberta Pelloni. La…
Quando si pensa alle invenzioni create e brevettate da donne, l'immaginario collettivo si figura quasi…
La dottoressa Rosalind Elsie Franklin, chimica e cristallografa, nasce il 25 luglio del 1920 a…
Ciao raghi, avevo detto che non ci saremmo più sentiti per questo Sanremo e invece...…