Jean Marian Purdy, infermiera ed embriologa britannica, pioniera della FIV

Jean Marian Purdy, infermiera britannica nata a Cambridge nel 1945, avrebbe ricevuto il Nobel per la medicina nel 2010 se fosse stata eleggibile. Morì a soli 39 ann, stroncata da un melanoma maligno e, visto che il premio non viene assegnato post morte, non lo ha mai ricevuto. La sua figura e la sua ricerca sono durate più di un decennio, ma erano state comunque dimenticate dalla comunità scientifica.

Chi era Jean Marian Purdy? Un’ infermiera ed embriologa britannica, pioniera della FIV

Jean Marian Purdy, infermiera britannica e pioniera della fecondazione assistita, i cui contributi scientifici furono pubblicamente riconosciuti soltanto nel 2018, grazie all’insistenza del suo collega e amico Robert Edwards, con una targa memoriale in cui si afferma che Jean Purdy fu la prima infermiera ed embriologa specializzata in fecondazione in vitro al mondo. Jean si formò per diventare infermiera all’Addenbroke’s Hospital di Cambridge, nella sua contea natale. Dopo aver lavorato i primi anni di carriera al Southampton General Hospital, si specializzò in embriologia e fece domanda per un posto di assistente di ricerca per lavorare sul rigetto dei tessuti.

Erano passati 40 anni dal suo formidabile lavoro. Sebbene sia stata decisiva e centrale nel dare un grande impulso alla prima procreazione medica assistita, per anni il suo contributo è stato ignorato, nonostante lettere di reclamo inviate alle maggiori società scientifiche e alle Autorità Sanitarie.

Il nome di Jean era stato escluso sin dalla prima targa celebrativa posta al Kershaw’s Hospital dove avvenne la prima nascita in provetta. L’amministrazione dell’ospedale ignorò la richiesta di rendere giustizia a tutte le persone coinvolte.

Purdy fu responsabile dello sviluppo della fecondazione in vitro insieme a Robert Edwards, biologo e fisiologo, e a Patrick Steptoe, ostetrico e ginecologo pioniere della laparoscopia, tecnica chirurgica mini invasiva che permette l’ispezione della cavità addominale. I due medici e l’infermiera hanno fondato insieme il primo programma di concepimento tramite Fiv per pazienti sterili, formando altri scienziati nelle loro tecniche. Furono tre visionari anticonformisti che riuscirono a dimostrare al mondo il potere della perseveranza e la meraviglia della scienza e anche la forza di andare contro i pregiudizi bigotti dell’epoca, in cui ancora la religione aveva un grande impatto sulla vita delle persone.

Poiché i due medici avevano un lavoro a tempo pieno in altre strutture, era Jean che gestiva il laboratorio: preparava i terreni di coltura, registrava i dati, rassicurava e supportava le pazienti, le informava sulla procedura, somministrava le iniezioni.

Questa donna era giovane quando è morta per un melanoma maligno, non aveva figli né marito, aveva dedicato la sua vita alla scienza e a quelle donne che non potevano avere dei figli e quindi non  potevano quindi abbracciarli, sorridergli ed educarli, ma grazie a lei e ai suoi colleghi tutto questo è stato possibile. Quindi, nonostante il tema della fecondazione assistita si ancora oggi un tema di grande discussione, possiamo dire comunque come il lavoro di questi scienziati sia stato straordinario.

L’importanza di Purdy è stata ricordata soltanto dopo la pubblicazione di alcuni articoli di Edwards nel 2010 che resero omaggio all’infermiera, assegnandole il posto che meritava. Fu poi il professor Andrew Steptoe della Royal Society of Biology, figlio di Patrick, a riconoscere pubblicamente il ruolo di Jean nello sviluppo della FIV quando nel 2015 fece incidere il suo nome su una targa blu, un cartello permanente che nel Regno Unito commemora un legame tra un luogo ed una persona famosa fungendo così da indicatore storico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *