Martin Schulz all'Università per Stranieri di Siena

Si respira aria d’Europa all’Università per Stranieri di Siena. Sarà forse perché ieri, venerdì 22 aprile 2016 proprio questo ateneo si è visto protagonista di una delle personalità più significative dell’Unione Europea: il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz.

Presenti in quest’occasione di certo non tradizionale anche altre autorità, come il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani e il sindaco di Siena Bruno Valentini. Ma al centro dell’attenzione non potevano esserci che loro, gli studenti: moltissimi infatti gli iscritti all’Università per Stranieri, altrettanti gli Erasmus  provenienti da tutte le università della Toscana che, nella seconda parte della mattinata, si sono intrattenuti con il Presidente del Parlamento Europeo.

La consegna della Laurea Honoris Causa è occasione di riflessione sulla condizione attuale dell’Unione Europea, che da qualche tempo a questa parte non si può dire goda davvero di buona salute. Dalla crisi dei rifugiati agli attacchi terroristici, dalle chiusure delle frontiere che credevamo ormai aperte per sempre, fino alle minacce di sfilacciamento che rispondono al nome di Brexit e Grexit è difficile parlare di obiettivi comuni.

Sarà per questo motivo che, per capire quanto l’Unione Europea debba ancora essere una prerogativa del nostro presente e del nostro futuro, è necessario guardare al passato e alla nostra storia comune. Lo spiega il Professor Mauro Moretti, docente di Storia dell’Università per Stranieri che, citando lo storico Tony Judt, ricorda a tutti che la nostra Unione non è nata dalla pace e dalla stabilità, bensì dalla volontà di scongiurare il ritorno degli antichi demoni, quali la disoccupazione, il fascismo, il militarismo tedesco, la guerra, la rivoluzione.  Quali sono i demoni del nostro periodo storico? Alcuni di questi esistono ancora adesso, altri non possono dirsi mai sconfitti una volta per tutte, ed è proprio questo l’imperativo che deve essere alla base di ogni iniziativa a livello europeo.

Se ciò non bastasse, ci sono i ragazzi Erasmus e gli studenti dell’Università per Stranieri a ricordare i lati positivi dell’Unione Europea: primi tra tutti l’integrazione e il dialogo multiculturale e multilinguistico. Non a caso il Presidente Schulz ha deciso di rivolgersi alla platea esprimendosi in più lingue, probabilmente cogliendo a pieno lo spirito che governa l’ateneo e i suoi studenti. Inoltre, gli elementi centrali della sua lectio magistrali sono stati il dialogo, l’istruzione, la cultura, l’integrazione. Ma che si fa quando oltre le parole mancano i fatti? La realtà propone sfide che la politica spesso stenta a raccogliere, e i fallimenti spesso si nascondono anche laddove meno ci si aspetta: ce lo insegna il quartiere Molenbeek di Bruxelles, che però – e lo stesso Schulz ci tiene a sottolinearlo – non è un caso isolato. 

Anche dalle domande che gli studenti Erasmus hanno posto al Presidente traspaiono sensazioni ambivalenti: c’è entusiasmo, certo. Soprattutto perché sono loro che, forse più di tutti, sanno cosa significhi davvero essere europei. Non bisogna dimenticare, però, anche la crescente preoccupazione; non potrebbe essere altrimenti se si pensa ad alcune decisioni prese negli ultimi tempi che potrebbero mettere in discussione il futuro stesso dell’Unione.

La giornata di ieri può ben rappresentare la prova concreta di ciò che significa dialogo, istruzione, cultura e integrazione. La speranza è che proprio questa prova concreta possa fungere da stimolo, non solo per il Presidente Schulz, ma anche per le altre autorità europee e soprattutto per i rappresentanti degli Stati troppo spesso trincerati dietro interessi singoli ed immediati, che a lungo andare rischiano davvero di distruggere quanto già costruito e quanto può ancora esser realizzato.

Alice Masoni

A.masoni

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