Grüß Gott! [ɡʁyːs ˈɡɔt], deriva da grüß dich Gott (“che Dio ti benedica”), ed è una formula di saluto usata soprattutto in Austria.
Da quasi un mese vivo nella seconda città più grande dell’Austria, Graz, capoluogo della Stiria. La storia di come sono arrivata qui è lunga, ma molto divertente: se siete curiosi possiamo trovarci per un caffè, quando torno, ovviamente.
In ogni caso, quando dico “seconda città più grande” non aspettatevi grandi numeri: la popolazione si aggira intorno alle 300.000 persone, che, messo a confronto con la popolazione di Grosseto (la città in cui vivo), è comunque tanto.
Graz è circondata da basse colline e da tanto, tantissimo verde, ed è attraversata dal fiume Mur, una specie di torrente gigante. La corrente, infatti, è fortissima, tant’è che molti, durante l’estate, prendono la tavola e surfano nel fiume. Il centro storico è veramente bellissimo e molto caratteristico: camminare per le vie del centro, tra guglie, facciate Jugendstil, musicisti di strada e bancarelle di cibo è un’esperienza quasi magica.
Ovunque regnano ordine e pulizia. In mezzo alla città troneggia Schlossberg, una collina con in cima la torre dell’orologio, unica costruzione rimasta di un castello distrutto dalle armate napoleoniche. La si può raggiungere in due modi: o con una lunghissima sfacchinata in salita, o tramite la funicolare. Ovviamente io ho scelto la prima opzione.
Da qui si ha una vista fantastica e molto suggestiva: perfetta per i momenti speciali di coppia, o per ridere come pazzi con gli amici.
Sembra una città da fiaba, e nei giorni lavorativi lo è. La notte e durante i giorni di festa, però, cambia improvvisamente volto. I locali e i pub pullulano, insieme alle discoteche, e ce n’è davvero per tutti i gusti: gli austriaci non amano limitarsi alla sola EDM, ma amano ballare su qualsiasi genere di musica.
Per non parlare della techno e della musica elettronica: quasi ogni weekend, da qualche parte, c’è un locale dove si può ascoltare dell’ottima techno.
Inoltre, essendo Graz una città universitaria (sono presenti ben 6 università e circa 40.000 studenti), gli eventi sono tantissimi e non c’è mai il rischio di annoiarsi. Insomma, il distacco da Siena è stato evidente già dalla prima sera.
Arrivata a Graz credevo di subire un profondo choc culturale, essendo abituata all’idea che gli austriaci siano rigidissimi, musoni e freddi. La prima austriaca che ho incontrato, appena scesa dall’autobus, è stata la mia buddy, che mi ha accolta calorosamente e ha iniziato a chiacchierare senza pausa.
Ho poi incontrato la mia coinquilina (vivo in un appartamento in residenza con altre cinque persone: due austriache, un olandese e due italiani), e anche lei era assolutamente adorabile, simpaticissima ed estremamente ridanciana. Durante la prima settimana chiunque incontrassi qui a Graz, sul tram, in fila alle poste, in banca, nei negozi, ovunque, mi sorrideva con calore. Per dirla tutta, le persone che ho incontrato a Milano mi sono sembrate mille volte più distaccate.
Ma quali sono, in definitiva, le differenze tra noi italiani e gli austriaci? Tenterò di delinearle in maniera molto sintetica.
Ma la cosa che mi ha colpito di più è che gli austriaci attraversano regolarmente fuori dalle strisce e col rosso. Questo, in definitiva, mi ha scioccata più del dovuto.
Ovviamente queste sono soltanto stupide generalizzazioni, ma se c’è una cosa che ho imparato in questo mese è che gli stereotipi, di solito, sono veri. Ma di questo parlerò un’altra volta.
Tra un mese vi aggiornerò sulle lezioni e sul sistema universitario, nel frattempo cercherò di non morire di freddo (mentre scrivo sta nevicando e sono previste temperature minime intorno ai -15°).
Federica Pisacane
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