Ieri, 25 novembre, ricorreva la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Onu in ricordo dell’assassinio delle sorelle Mirabal, tre attiviste della Repubblica Dominicana, torturate e barbaramente uccise nel 1960 dai servizi segreti governativi.
Nonostante l’argomento sia stato parzialmente offuscato dall’invadenza nordamericana del Black Friday, numerose sono state le iniziative di sensibilizzazione e le dichiarazioni da parte di esponenti del Governo e di altre istituzioni. Lo spunto di riflessione più rilevante è stato offerto dal Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha pubblicato su Facebook alcuni commenti alla sua pagina, impregnati di volgarità e violenza, quasi sempre a sfondo sessuale. I nomi degli autori di questi post oltraggiosi, uomini e donne, non sono stati omessi: “Chi si esprime in modo così squallido e sconcio deve essere noto e deve assumersene la responsabilità”, ha commentato la Boldrini.
Secondo l’Istat, quasi 7 milioni di donne in Italia ha subito almeno una volta un episodio di violenza nel corso della propria vita, e il ventaglio dei reati inclusi in questo ambito sono lesioni, percosse, minacce, violenze sessuali, maltrattamenti in famiglia e stalking. Sebbene il Ministro Alfano abbia dichiarato che questo genere di crimini sia in diminuzione, 107 donne nel 2015 sono state vittime di femminicidio, solo il 3% in meno rispetto all’anno precedente.
È in corso in queste ore, a Roma, la manifestazione nazionale organizzata da gruppo “Non una di meno”, che vedrà la sua continuazione domani, 27 novembre presso l’Università La Sapienza, nella formula di tavoli di discussione per delineare un Piano Femminista contro la violenza maschile.
Il 9 gennaio 2016, il Tavolo locale di contrasto della violenza di genere, presieduto dall’Assessora Tarquini (Pari Opportunità) e dall’Assessora Ferretti (Sociale) del Comune di Siena, ha promosso un protocollo operativo fra i Comuni della zona senese, la Società della Salute, l’Azienda Ospedaliera Senese, la Provincia di Siena, il CAV (Centro Aiuto alla Vita), la Fondazione Monastero, L’Università degli Studi di Siena, l’Ufficio Scolastico Territoriale, l’Ordine degli Avvocati e l’ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri.
Lo scopo del protocollo è di mettere in sinergia il lavoro dei soggetti firmatari in tre ambiti: la prevenzione e la sensibilizzazione della popolazione, la formazione del personale dipendente e volontario dai vari enti della rete e la messa in protezione delle vittime. Dal 1 Settembre 2016 è stata istituita una casa rifugio, rivolta alle donne vittime di violenza, gestita dal Comune di Siena insieme al Cav locale e provinciale.
A Siena, inoltre, operano attivamente anche l’Associazione Donna chiama Donna e l’Associazione Amica Donna, che offrono un servizio di ascolto e consulenza per le vittime di violenza.
Come molte operatrici del settore ricordano, anche la violenza piscologica è una gravissima forma di abuso contro le donne: se il tuo partner usa parole o gesti che hanno lo scopo di renderti insicura, sminuirti o umiliarti per poterti controllare o manipolare, non esitare a contattare un centro anti-violenza.
Valentina Carbonara
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