#unibonton: risparmiare denaro non è mai stato così di classe!


Denaro.

Si dice spesso che a una prima occhiata si veda chi lo ha e chi no. Ad una seconda, da quanto.

La condizione univeritaria, va detto, livella un po’ tutti, ma mette nella curiosa situazione di non sapere la condizione economica di chi ti sta di fronte. Non è improbabile vedere qualcuno atteggiarsi come il più povero dei clochard per poi scoprire che fa Rockfeller di cognome (o viceversa). Siccome nessuno di noi gira con il modello ISEE stampato sulla fronte, è delicato evitare l’argomento con chi non si conosce molto bene. Tra l’altro, nelle strane logiche universitarie, i borsisti con i loro pasti gratuiti alla mensa sono addirittura invidiati, mentre in realtà versano in una condizione economica poco florida e, per questo, ricevono aiuti dal DSU.

L’importante è saper spendere: gli sconti nelle librerie e nei supermercati sono fatti apposta per essere sfruttati, senza vergogna. Risparmiare, a quanto pare, non è mai stato così di moda come dal 2008 ad oggi. Voi pensate di fare economia e vi ritrovate a fare tendenza. Sui consigli per risparmiare denaro si potrebbe fare un’intera rubrica: in generale, oltre ad approfittare di promozioni vantaggiose (viva il black friday), si potrebbe suggerire di evitare di acquistare cose superfleue. Inoltre, il tonno in scatola non di marca è lo stesso della Rio Mare, fidatevi, così come il sapone per piatti etc. etc: non siate schizzinosi. Concedetevi ogni tanto un lusso speciale, un piccolo premio a fine settimana. Vi farà sentire meglio. Gestendo bene il frigorifero eviterete di buttare via del cibo, cosa che ritengo personalmente abominevole.

Nel dubbio, esiste una netta differenza tra gretta taccagneria e inoculata spendaccioneria. Ci sono occasioni in cui offrire un caffè, un tè, un pensierino. In generale, la condivisione è la chiave del risparmio e della felicità: pensateci.


Dispense.

Dispese e, in generale, testi e libri, sono il cruccio di ogni studente. Decidere cosa comperare e cosa fotocopiare recuperare in maniera alternativa è una delle grandi scelte che si affrontano all’inizio di ogni corso. Da essa dipenderanno lo studio  per l’esame e lo spessore del portafoglio.

Innanzitutto, sono piuttosto convinto che per ogni esame almeno un testo vada comperato. Studiare su un libro originale dà più soddisfazione e permette di arrivare, il giorno dell’esame, con un personalizzatissimo volume in mano. Tale volume rimarrà nella personale bibliotechina di ciascuno di noi: testi fotocopiati in maniera più o meno lecita non saranno ugualmente consultabili. Allo stesso tempo, sulle fotocopie è più semplice prendere appunti a margine, anche se sono spesso illeggibili perchè presentano annotazioni fotocopiate e rifotocopiate grossomodo dal pleistocene.

In ogni caso, è permesso fotocopiare al massimo il 15% del volume (qui tutte le info). Chi, invece, desiderasse fotocopiarsi procurarsi in maniera alternativatutto il testo, non si senta particolarmente furbo (tecnicamente è reato). Soprattutto, non guardi dall’alto in basso chi acquista legalmente i libri. Allo stesso modo, fotocopiare sarà anche illegale ma non è immorale, o perlomeno lo è quanto far pagare mezza fortuna un libro.

Ricordo che, a questo proposito, il mercato dell’usato può dare grandi soddisfazioni. Consiglio di spulciare qualche bancarella e alcuni simpatici siti come libraccio, comproevendolibri, ebay, maremagnum e lo stesso amazon.


Nelle puntate precedenti – l’ABC del bon ton universitario.


Mattia Barana.

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