#unibonton: indossare gli occhiali da sole, studiare in ospedale e altro ancora

Occhiali da sole.

Basta il nome: se non c’è il sole, non serve metterli. In un luogo chiuso, si tolgono. Altrimenti non sembrerete divi del jet set ma metereopatici con la congiuntivite.

Da evitare gli occhiali con montature troppo appariscenti, a meno che non abbiate un passato da paroliere, un presente da soubrette e un ciuffetto bianco sulla fronte.


Ospedale.

Luogo di lavoro per alcuni, di studio per altri, di degenza per molti. Mi occuperò, visto il taglio della rubrica, delle prime due categorie.

Amici studenti di facoltà mediche e paramediche, vorrei solo ricordarvi che Grey’s Anatomy è un telefilm. Studiate sicuramente come pazzi, ma ricordate che l’ospedale non è nè casa vostra, nè il vostro regno. Non è nemmeno un posto in cui raggiungere fama & potenza.

Se avete intrapreso il vostro percorso per una motivazione diversa dal servizio agli altri, temo troverete il percorso in straordinaria salita. Oppure diventerete antipatici specialisti che si credono secondi (forse) solo al Padreterno. Certi di voler fare questa fine?

 


Ossessioni.

Ciascuno ha le proprie: serie televisive, fissazioni igieniche, manie di pulito, scaramanzie. L’importante è cercare di non ossessionare il prossimo con ciò che ci ossessiona.

D’altro canto, però, coinvolgere qualcuno nelle vostre manie potrà farvi sentire più sani e renderà il tutto più piacevole. Invece di guardarvi da soli 4758403 puntate di una qualche serie televisiva, fatelo con i vostri coinquilini: giuro, vi farà sentire meglio.

Se siete maniaci dell’ordine e del pulito – e condividete un appartamento – si aprono due strade: potete continuare a pulire ogni superficie a modo vostro, senza lamentarvi costantemente di chi abita con voi, o rassegnarvi a dividere i lavori, organizzando dei turni.

Organizzarsi e soprassedere sono le parole chiave per una sana convivenza. Anche per chi vive con i maniaci del pulito: dopotutto, prendere in mano una spugnetta non ha mai ucciso nessuno.


Mattia Barana.

 

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