Il mese delle donne: Daphne Oram

Con questo primo articolo prende via una serie di monografie dedicate a donne che in qualche modo hanno reso noi redattori di uRadio quello che siamo oggi. Questo è il nostro modo di celebrare la Giornata internazionale della donna, che non sarà mai solamente l’otto marzo.

Quando mi sono proposta per scrivere non avevo ancora veramente chiaro in mente a chi dedicare il pezzo. Di sicuro sapevo soltanto che sarebbe stata una donna del mondo della musica, perché effettivamente se sono quella che sono tanto lo devo a quello che ascolto. Per vie dirette o meno. Ci ho messo un bel po’  decidere, poi finalmente ho trovato il nome: Daphne Oram. Mai sentita? Fino a qualche mese fa nemmeno io, ovvero fino a quando ho viso il documentario Sister with Transisters, dedicato alle pioniere della musica elettronica.

Se ho scelto lei e non Kim Gordon o Kathleen Hanna è per un motivo specifico. C’è una frase che si trova sul sito del docupic che continua a balzarmi nel cervello ciclicamente: “The history of women has been a history of silence. Music is no exception” [La storia della donne è una storia di silenzio. La musica non fa eccezione]. Ci sono storie che sembrano destinate all’oblio, conservarle è un dovere.

The Doctor Who theme and beyond: female pioneers of electronic music
Daphne Oram

Nata in Inghilterra nel 1925, Daphne Oram è stata una delle prime compositrici di musica elettronica nel mondo, nonché una delle prime voci a battersi per il riconoscimento della musica elettronica come forma d’arte. Se oggi ascoltate Aphex Twin ringraziate un po’ anche lei.

Sin da bambina si appassiona di musica, ma lo fa a modo suo. Impara a suonare il pianoforte, ma vuole imparare le note che non si vedono, quelle che stanno nello spazio tra un tasto e l’altro. Viene accettata al Royal College of Music, ma rifiuta per lavorare come ingegnere del suono alla BBC, un settore che ancora oggi continua ad essere dominato da uomini.

Sta letteralmente tutto il giorno in studio, sperimentando con i nastri dei registratori per vedere che sorta di suoni possano venir fuori. Dovrà aspettare sedici anni prima che la BBC capisca cosa stia facendo e accetti di finanziarle uno studio per la produzione di suoni elettroacustici. Nasce così il BBC Radiophonic Workshop. È il 1958. Le sue esigenze sperimentali tuttavia mal si accordano con quelle commerciali dello studio, e decide così di licenziarsi e iniziare a lavorare per conto proprio.

Fonda gli Oramics Studios dove inventa l’Oramics Machine, strumento capace di leggere la musica che è stata precedentemente disegnata sulla pellicola da 35 millimetri. Con la sua invenzione diventa possibile controllare sfumature di suono fino ad allora impossibili da catturare.

Daphne Oram e l'Oramics Machine - Soft Revolution
Oramics Machine

Nonostante il suo genio, la sua costanza e tenacia dovrà continuare ad accettare collaborazioni con vari settori commerciali, perché nessuno è pronto a supportare economicamente i suoi studi sperimentali.

Muore nel 2003, lasciando un’eredità che forse ancora oggi facciamo fatica a comprendere e una storia da raccontare ad oltranza.

Daphne Oram simboleggia quel tipo di donna che nonostante ogni tipo di avveristà: culturale, economica, sociale è comunque in grado di andare avanti per la sua strada. Ma lo fa solo accettando il compromesso, accettando di rimanere nell’ombra, accettando il silenzio. Mi viene da chiedere cosa avrebbe potuto realizzare se le istituzioni le avessero permesso di realizzare in pieno il suo potenziale creativo.

Prabilmente se lo chiede anche la BBC, perchè nel 2017 inaugura gli Oram Awards dedicato alle “artiste emergenti nei campi della musica, del suono e delle tecnologie correlate in onore di Daphne Oram e di altre donne pioniere della musica e del suono”. Ci hanno messo solo 75 anni a capire quanto fosse visionaria.


Alice Fusai

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