La Terza sinfonia di Beethoven: l’apoteosi di un eroe

Giovedì prossimo si apre la stagione musicale più importante di Siena, e una tra le più importanti al mondo, la Micat in Vertice. Protagonista della serata sarà Beethoven con due brani: il monumentale Concerto n. 4 per pianoforte e orchestra e la Terza sinfonia “Eroica”. Quattroequaranta vi vuole parlare proprio di quest’ultimo brano, in modo da farvi andare al teatro dei Rozzi un po’ più preparati.

Ludwig van Beethoven

Il compositore

Innanzitutto, diciamo un paio di cose sul compositore. Ludwig van Beethoven (1770 – 1827) fu l’ultimo rappresentante di rilievo del classicismo viennese (più semplice del precedente Barocco, caratterizzato da una forte razionalizzazione e dall’utilizzo di linee melodiche semplici e regole rigorose). Viene anche considerato il ponte tra il classicismo e il romanticismo: ha anticipato infatti molte tematiche e caratteristiche del periodo successivo. Inoltre, durante l’Ottocento venne mitizzato e reso un “artista eroico”, capace di trasmettere attraverso la sua opera ogni sua emozione, esperienza personale o sentimento. Se ve lo state chiedendo, sì, Beethoven è quel compositore che divenne sordo a trent’anni e nonostante questo continuò a comporre; e sì, è l’autore della famosissima Nona sinfonia. Un giorno parleremo di questa sinfonia (e della “maledizione della Nona”).

La sinfonia e il suo contesto

La Terza sinfonia venne composta tra il 1802 e il 1804, in un periodo importantissimo della storia europea. In quel momento “l’anima del mondo a cavallo”, così come venne definito da Hegel, attraversò l’Europa imponendosi come difensore dell’ideale repubblicano. Beethoven stimava moltissimo Napoleone Bonaparte e decise perciò di dedicargli questa sinfonia. Accadde però che Napoleone decise di autoincoronarsi imperatore dei francesi, cosa che andava assolutamente contro gli ideali che aveva propugnato. Beethoven, indignato, strappò (letteralmente) la dedica. Ferdinand Ries, amico e biografo del compositore, ci riferisce cosa esclamò Beethoven alla notizia dell’incoronazione: “Anch’ egli non è altro che un uomo comune. Ora calpesterà tutti i diritti dell’uomo e asseconderà solo la sua ambizione; si collocherà più in alto di tutti gli altri, diventerà un tiranno!”.

Il frontespizio con la dedica cancellata

In seguito questo brano venne intitolato Sinfonia Eroica composta per festeggiare il sovvenire di un grand’uomo, e dedicato al principe Joseph Franz Maximilianvon Lobkowitz, un aristocratico boemo. Non aveva esattamente lo stesso valore, ecco. Ma Beethoven era un uomo dalle forti convinzioni: mantenere la dedica avrebbe significato mentire a se stesso.

Un’occasione per riflettere

Dietro questa sinfonia ci sono anche dei motivi politico-ideologici che sono poco evidenti a un ascoltatore disattento: solo tramite questa forma musicale poteva trasmettere i suoi ideali illuministici. Inoltre inizia a scrivere opere per un pubblico nuovo, un pubblico che non doveva chiacchierare durante l’esecuzione (come faceva di solito) ma ascoltare attentamente e riflettere. La sinfonia doveva diventare, da genere puramente di intrattenimento, un’occasione di meditazione. Ascoltiamo(e vediamo) il brano su YouTube.

L’imponente impalcatura della struttura

La sinfonia si divide nei quattro movimenti canonici: Allegro con brio, Marcia funebre: Adagio assai, Scherzo: Allegro vivace e Finale: Allegro molto. Fu la sinfonia più lunga mai scritta e la più imponente: il pubblico perciò la accolse tiepidamente, lamentandosi del fatto che fosse troppo lunga. Beethoven così promise a se stesso che non avrebbe mai più scritto sinfonie di un’ora. Secondo voi ha mantenuto la promessa?

Non abbiamo né il tempo né lo spazio per analizzare a dovere la struttura della Terza sinfonia, che è molto complessa ma anche molto bella. Possiamo però soffermarci sui quattro temi principali, rappresentati ciascuno da un movimento. La sinfonia segue la parabola di un uomo importante, dalla sua affermazione alla glorificazione post mortem.

Il primo movimento: le gesta

Napoleone che valica il San Bernardo, Jacques Louis David, 1801

Nel primo movimento vengono cantate le gesta dell’eroe tramite un ritmo molto simile a una fanfara. Il ritmo è continuamente spostato in avanti, mentre vengono via via presentati e rielaborati tre temi che si rincorreranno e si intrecceranno nella coda finale. A un grande uomo possono corrispondere solo grandi temi e grandi sviluppi; tutto il primo movimento dà un sentimento di grandiosità, di incredibile gioia e speranza: proprio quella che dovevano provare i contemporanei durante l’ascesa di Napoleone. Alcune parti più riflessive aprono uno spiraglio alla meditazione successiva.

Il secondo movimento: la morte

Napoleone a bordo della Bellerophon, Sir William Quiller Orchardso, 1880

Il secondo movimento, infatti, è una marcia funebre in onore dell’eroe. La morte è ciò che accomuna l’umanità intera, dal più basso dei servi all’anima del mondo. Questo funerale è anche quello dell’ideale repubblicano, del sogno di autodeterminazione che Napoleone ha portato avanti e con il quale ha illuso moltissimi intellettuali e non? Forse, o forse no. Il tema della marcia si frantuma a poco a poco fino all’ultima impennata prima dell’accordo conclusivo.

Il terzo movimento: l’apoteosi

L’apoteosi di Napoleone, Andrea Appiani, 1807

Il terzo movimento è un normalissimo Scherzo inserito perfettamente nella cornice classica della sinfonia, ma con un ritmo e una vivacità senza precedenti. La Terza sinfonia viene definita, non a torto, una tra le sinfonie di Beethoven più emotive. La vivacità di questo movimento è data dallo staccato e dall’alternanza continua di piano e fortissimo; le gesta dell’eroe vengono celebrate e il suo ricordo viene portato letteralmente in trionfo.

Il quarto movimento: la consacrazione finale

L’incoronazione di Napoleone (particolare), Jacques Louis David, 1807

La sinfonia si chiude con il quarto movimento, un Allegro molto, che continua l’apoteosi dell’eroe e dei suoi ideali. Una vera e propria carica di speranza e di gioia chiude il brano, dando l’impressione di una grande fiducia nelle sorti del mondo. Fiducia che poi, come ben sappiamo, viene tradita.

Il concerto del 22 novembre

Sono molto curiosa di vedere come l’Orchestra Giovanile Italiana, diretta da Luciano Acocella, eseguirà questa pietra miliare della musica sinfonica. Vi consiglio di non perdere l’occasione: per soli 5 euro noi studenti universitari possiamo sedere in teatro e tentare di capire cosa ho cercato di spiegare in questo articolo. Se ci pensate, è il costo di un aperitivo. Noi ci rivedremo la prossima settimana con un altro brano e altre riflessioni.


Federica Pisacane.

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