Da Berlino fino al MI AMI: la storia degli Spruzzo

La genesi di un fenomeno

Orchestra

40 batteristi

Un gatto

Shrek

Un candy – flautista

Un bassista

Due triangoliste (un triangolo)

Un maracassaro

Questo è quello che ci appare se apriamo la pagina Instagram degli Spruzzo e diamo una lettura alla descrizione. Tuttavia una delle domande ricorrente quando si parla degli Spruzzo, quasi fosse una sorta di riflesso incondizionato, è sempre la seguente: “Ma chi cazzo sono gli Spruzzo?!”

In principio fu Aimone Romizi, cantante e chitarrista dei Fast Animals and Slow Kids, che coniò questa espressione, in risposta ad un anonimo del pubblico che durante la consueta presentazione della band, prima del brano A Cosa Ci Serve, gli urlò “Saluta anche gli Spruzzo!” Da lì in poi, come una sorta di testimone, ogni qualvolta qualcuno venisse a conoscenza di questo gruppo (?) la reazione era sempre la medesima.

Per conoscere e comprendere il fenomeno Spruzzo occorre però partire dalla genesi: una storia che a dispetto di quanto si possa pensare ha origine fuori dall’Italia, per la precisione a Berlino.

Come ti monopolizzo il Woodworm Festival

Berlino, sabato 8 dicembre 2018, una giornata in pieno stile invernale, fredda e piovosa. Tuttavia, per circa 350 italiani quel giorno era segnato in rosso sul calendario da circa un paio di mesi.

Difatti, nella capitale tedesca quel fine settimana era in programma il Woodworm Festival, appuntamento che vedeva salire sul palco del Bi Nuu, piccolo ma suggestivo locale sotto la metropolitana di Schlesisches Tor, alcuni tra gli artisti di punta della scena indipendente italiana come Motta, Ministri e Fast Animals and Slow Kids. Insomma un’occasione che difficilmente sarebbe ricapitata, un concerto da tramandare ai posteri, uno di quelli dove puoi andare dire a giro: “Ma lo sai che io quella sera ero a Berlino a vedere i FASK?”. La risposta del pubblico italiano fu ovviamente importante: le due sere del festival andarono sold-out (quella del sabato addirittura in prevendita).

Una quarantina di persone, compreso il sottoscritto, nel mese precedente si erano unite in un canale Telegram per coordinare questa trasferta. Molti inoltre approfittarono del fatto che i concerti fossero in un weekend per farsi qualche giorno a Berlino e cogliere l’occasione per visitare la città. Durante il pomeriggio, nell’attesa del live, iniziarono a fare la loro comparsa sullo storico Muro e lungo East Side Gallery alcuni adesivi verdi con un’emblematica scritto nera in mezzo: Spruzzo. La cosa ovviamente non non passò inosservata; tuttavia, nessuno ci fece più di tanto caso. La cosa più importante è che ormai mancavano poche ore a quel concerto così a lungo atteso.

Roku e uno dei primi adesivi apparsi a Berlino

Ore 20:00: la sala del Bi Nuu si sta piano piano riempendo, quando nelle prime file si inizia a notare uno strano movimento di persone. Ad un certo punto, mentre stavo parlando con un amico, si avvicina a noi un tizio (da ora in poi lo chiameremo Roku) che ci chiede se anche noi volevamo entrare a far parte di un band appena nata dal nome Spruzzo. La nostra risposta è ovviamente positiva, e in omaggio abbiamo subito un paio di adesivi verdi con una scritta nera. Esatto, erano proprio gli stessi comparsi sul Muro!

Toto ci spiega subito qual è la particolarità di questo gruppo: tutti sono batteristi, ad eccezione di un candy flautista (quello dei Chupa Chups n.d.r), e tutti suonano su un’unica batteria, ognuno un pezzo diverso. Detto questo si allontana verso il banchetto del merch spiegandoci che avrebbe consegnato un po’ di adesivi al Faro (storico addetto al merch dei FASK n.d.r) in modo che chiunque nell’arco serata avesse comprato un cd, vinile o una maglietta avrebbe avuto in omaggio un adesivo.

Gli Spruzzo, Il Faro e il Merch

Inizia il concerto. Dopo circa un’oretta Aimone pronuncia la storica la frase citata in precedenza: gli Spruzzo entrano di prepotenza negli annali della serata.

Spruzziamo Berlino

Dopo la fine del concerto si scatena il delirio, il gruppo Telegram cambia immediatamente nome in “SPRUZZO fan club” andando a costituire quello che sarà il nucleo fondante della band. In contemporanea viene aperta anche la pagina Instagram che nella giornata seguente sarà taggata in decine di storie, nelle quali si vedevano questi adesivi attaccati nei luoghi più disparati di Berlino.

Gli Spruzzo dal miglior Kebabbaro di tutta Berlino

Il giorno seguente mi unisco a Toto e Miles (l’altro membro fondatore della band), che dimoravano nel mio stesso ostello, nel consueto giro della città. Durante il pomeriggio, nel celebre mercatino delle pulci di Flohmarkt am Mauerpark, con una rapida e soddisfacente trattativa veniamo messi sotto contratto dalla Have Fun Ok Official, emergente etichetta discografica con sede a Bologna. Insomma, per una band nata appena venti ora prima era già un grandissimo passo in avanti. Ma è probabilmente durante la seconda serata che viene raggiunto l’apice.

Per sponsorizzare maggiormente il brand io e altre quattro persone decidiamo quindi di attaccare sulle nostre magliette l’ormai celebre adesivo verde. All’interno del locale veniamo continuamente fermati da persone che ci chiedevamo se eravamo veramente i membri degli Spruzzo, che oramai aveva assunto le fattezze di una band vera e propria. Ad una risposta positiva da parte nostra, seguitavano altri quesiti come ad esempio: “Da dove venite?”, “Come fate a trovarvi per le prove se tutti siete di regioni diverse?” che a loro volta avevano risposte del calibro di “Proviamo su Skype”, “Abbiamo la fibra”.

Per rendere meglio l’idea
https://www.instagram.com/p/BrOPm0VBLIb/

L’esportazione in Italia

L’eco di quanto successo in territorio tedesco non tardò molto ad arrivare in Italia. Nelle settimane successive ogni articolo/reportage sul festival era sommerso da commenti che chiedevano a gran voce di citare anche gli Spruzzo tra i grandi protagonisti. Gli adesivi verdi iniziavano ad essere appesi in tutta la penisola; inoltre, nei racconti dei reduci della trasferta berlinese, gli Spruzzo occupavano un ruolo di primo piano.

Come ogni fenomeno strettamente legato al mondo dell’internet ha vissuto la classica parabola ascendente nel breve periodo, generata dall’ hype della novità, subendo un’altrettanto classica discesa un mesetto dopo la sua nascita.

Tuttavia il seme degli Spruzzo era stato ben piantato in questo pur breve periodo. Il relativo silenzio dei mesi invernali è servito per una paziente coltivazione in attesa di germogliare di nuovo. Perché dico relativo? Oltre a reclutare nuovi membri per la band (tra cui anche un gatto), alcuni componenti si sono ritrovati in occasione di vari concerti (mi viene in mente quello dei Cloud Nothings al Covo di Bologna a cui io stesso ero presente) e ne hanno approfittato per continuare a tappezzare i locali di adesivi e far entrare gli Spruzzo nelle grazie di gruppi italiani più famosi, i cui membri erano spesso tra il pubblico di questi live. Qualche esempio? Fast Animals and Slow Kids (sì, finalmente anche Aimone ha capito chi cazzo sono gli Spruzzo), Ministri, ma anche La Rappresentante di Lista, Endrigo e Giancane.

Ad onor di cronaca nel mese di Febbraio doveva partire un tour in alcuni dei maggior club italiani, ma un problema tecnico alla batteria durante la prima data ha fatto saltare il tutto, peccato…

Le date annunciate del primo tour invernale degli Spruzzo

La rinascita del MI AMI e prospettive future

Questo certosino lavoro sotterraneo ha dato i suoi frutti qualche giorno fa quando gli Spruzzo sono tornati prepotentemente alla ribalta.

Il MI AMI, letteralmente Musica Importante a Milano, è una delle manifestazioni musicali più famose e frequentate a livello nazionale e per la sua collocazione, alla fine del mese di Maggio, dà idealmente il via alla stagione estiva dei festival. La venue ideale per il ritorno degli Spruzzo e dei suoi adesivi verdi.

Purtroppo in questa situazione ho fatto solo da spettatore esterno aggiornandomi tramite le varie storie Instagram (ricordiamo che gli Spruzzo esistono solo sul social arancione e non su quello bianco-blu!) e le foto sul canale Telegram. Tuttavia ho potuto osservare, con soddisfazione quasi paterna, come questa band di soli batteristi (ormai ho perso il conto su quanto effettivamente siano) sia tornata alla ribalta dopo l’exploit berlinese.

Nei prossimi mesi gli Spruzzo sono attesi da un tour in alcuni dei più importanti festival estivi italiani. Se anche voi volete entrare nella band qui sotto potete trovare tutte le date, oppure iniziare a seguirla su Instagram a questo link https://www.instagram.com/spruzzoband/

Il tour estivo degli Spruzzo

Leonardo Bindi.

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