Breve, brevissimo spaccato sul valzer: Sul bel Danubio Blu di Johann Strauss Jr.

Quattroequaranta questa domenica è in trasferta, ma non vi lascerà mai senza un articolo! Oggi torneremo a ballare, esattamente come abbiamo fatto domenica scorsa, ma questa volta ci spostiamo nella magica Vienna, nel palazzo di qualche aristocratico o altoborghese. Mi raccomando, è obbligatoria la cravatta nera, perciò toglietevi i vostri vestiti da piccolo borghesi e mettetevi qualcosa di decente addosso sennò non vi fanno entrare, classisti come sono. Sentite questa musica? E’ il valzer più famoso del mondo: lo avrete sentito milioni di volte nelle pubblicità, ma anche nei film (2001: Odissea nello spazio è sicuramente l’esempio più famoso). Stasera infatti balleremo sul valzer Sul bel Danubio blu di Johann Strauss Jr., perciò trovatevi una dama (o un cavaliere, o anche entrambi se volete) e mettetevi in posizione (e ballate ascoltandolo su YouTube o su Spotify).

Johann Strauss Jr.

Questo valzer è stato scritto originariamente per un coro maschile, perciò il risultato finale doveva essere più o meno simile a quello della musica da discoteca odierna, nella quale la parte cantata ha puramente un valore musicale. Questo valzer così leggero si inserisce perfettamente nella tradizione borghese ottocentesca dell’arte come evasione: non c’è niente su cui riflettere ascoltando questo brano, bisogna solo sorridere e divertirsi. Non è richiesta una profonda comprensione dell’arte, perché per farlo occorreva avere una mente pensante e nei regimi autoritari dell’epoca era molto pericoloso.

Immaginatevi una sala piena di signori vestiti di nero e di signore vestite con abiti sgargianti, le luci delle candele vengono raddoppiate dagli innumerevoli specchi, fiori freschi emanano il loro gradevole odore per tutta la sala, tutto brilla d’oro e di argento. Nell’angolo un’orchestra in marsina nera attacca il valzer. Già le prime coppie si sono formate e iniziano a volteggiare in cerchio, mentre gruppi di uomini conversano di politica e gruppi di donne chiacchierano di moda: all’epoca gli argomenti di discussione erano strettamente divisi per genere. Certo, poteva capitare che una donna si mettesse a parlare di politica, ma il più delle volte veniva immediatamente zittita o tenuta di poco conto.

Ma le vere protagoniste della serata sono loro, la moltitudine di ragazze in vaporosi abiti bianchi, leggeri come nuvole, che con gli occhi lucidi per l’emozione ballano con i loro principi azzurri. Idilliaco, vero? Sapete qual è l’altra faccia della medaglia? In verità ce n’è più d’una, e adesso ve le mostrerò. Vedete laggiù, appoggiati al muro, quei solitari ragazzi (pensate a Tonio Kröger dell’omonimo romanzo di Mann) che osservano timidi i loro coetanei più arditi che ballano con le fanciulle più belle? A pochi passi da loro, sedute sulle sedie o in piedi accanto alle loro madri potete incrociare lo sguardo pieno di lacrime delle ragazze sdegnate dai cavalieri (come Nataša in Guerra e pace di Tolstoj). Insomma, non tutti riuscivano a rispettare i dettami della società dell’epoca, che richiedeva un certo grado di intraprendenza e di frivolezza. Più della metà delle dame era interessata ai soldi del cavaliere e più di metà degli uomini miravano alla dote delle ragazze. E non solo.

Un ballo durante la Season

Nei balli di società le protagoniste erano le giovani, appunto, perché durante questi eventi avveniva il debutto in società, ovvero l’ingresso ufficiale nell’età adulta. Il debutto avveniva intorno ai quindici-sedici anni: prima di quest’età le ragazze non potevano partecipare ad alcun evento, nemmeno privato. Per il debutto vigevano dei rigidi schemi: la regola che più creava liti e invidie tra sorelle era quella che prevedeva l’ingresso in società delle figlie minori solo dopo il matrimonio della maggiore (ma non sempre era così: le sorelle Bennett di Orgoglio e pregiudizio della Austen entrarono in società tutte insieme e prima che la maggiore, Jane, si fosse sposata). Durante gli eventi della società (detta anche Stagione o Season) le ragazze avevano un unico scopo: trovare marito, possibilmente più ricco e di condizione più agiata. Ciò era condiviso dagli uomini, i quali frequentavano assiduamente i balli in cerca della donna più adatta al ruolo di moglie e madre e con un cospicuo patrimonio. Insomma, non c’era molto spazio per l’amore: capitava però che due ragazzi potessero innamorarsi davvero, senza pensare ai soldi. Peccato che il matrimonio per amore venisse considerato disdicevole.

Una debuttante

Per questo importantissimo evento la famiglia non badava a spese, e arrivava anche ad indebitarsi pur di non far sfigurare la debuttante: ne andava del bene della famiglia. E se entro due o tre Season (cioè intorno ai vent’anni) non trovavano marito passavano automaticamente al rango di zitelle. Alzino la mano le lettrici che si sono appena rese conto di esserlo! Io mi salvo per pochi mesi, perciò vi sono comunque vicina.

Ma perché vi ho fatto leggere tutta questa pappardella? Beh, ho cercato di farvi capire l’importanza sociale del valzer; Sul bel Danubio blu fu il valzer più famoso, e lo è ancora, e fu la perfetta espressione della società ottocentesca: frivola, priva di spessore e noncurante delle grandi catastrofi umane. Per tutto l’Ottocento questo era il modello di valzer, e quello di Strauss è considerato il vertice assoluto della storia di questo ballo. Con l’avvento del Novecento anche questa secolare tradizione va in frantumi: lo vedremo domenica prossima, perciò non perdetevi l’appuntamento!

Federica Pisacane

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