Uomini e donne (programma televisivo)

uòmo (ant. o pop. òmo) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini [lat. hŏmĭnes]).

A

(hum) Per uomo (al plurale uomini) si intende un essere cosciente e responsabile dei propri atti, capace di distaccarsi dal mondo organico oggettivandolo e servendosene per i propri fini (vd. MACHIAVELLI). Dal punto di vista biologico uomo è il termine con cui sono indicate tutte le specie di mammiferi primati ominidi appartenenti al genere Homo. Anche quelli che guardano i programmi descritti in questa Enciclopedia (vd. INVOLUZIONE), e in particolare quest’ultimo.

B

(tele) Se ci si riferisce a Uomini e Donne si vuole parlare invece di un programma televisivo, ideato e condotto da Maria De Filippi (vd. GENERE?) e in onda su Canale 5 (vd. BISCIONE) fin dal 16 settembre 1996, quasi in contemporanea con Amici (vd. AMICI). Non a caso, il programma si sviluppa quasi come una versione “adulta” della prima versione di Amici: se in quest’ultimo si parlava dei problemi e delle difficoltà generazionali attraverso le opinioni degli adolescenti, in Uomini e donne i soggetti sono delle coppie che raccontano la propria storia (vd. SENSO). Dato che, come nella prima versione di Amici, il programma risultava troppo innovativo (vd. TROPPO INTELLIGENTE), è stato modificato il format, diventando un dating show ove formare delle coppie e creare delle relazioni sentimentali (vd. POLLAIO). E per rendere il programma più moderno (vd. CIVILE) hanno introdotto le coppie omosessuali dichiarate (vd. FELTRI!).

B1

(tele) La prima versione del programma Uomini e Donne, come specificato precedentemente, era la cosiddetta formula “adulta” di Amici (vd. AHIA). Nel programma venivano raccontati storie di separazioni (vd. CORNA), problemi familiari e col figliame, difficoltà nel lavoro e nell’intimità (tradimenti, suoceri, routine, corna); tutti argomenti discussi tra due platee, divise sessualmente (da qui il titolo della trasmissione) e moderate dalla presentatrice (vd. MARIO). La trasmissione ebbe successo, tanto da diventare leader della fascia oraria del primo pomeriggio e da avere, nel 1998, una versione in prima serata (vd. SPECIALE), con tanto di personaggi famosi nella giuria. Accadde però che nel 2000 il programma analogo (vd. PLAGIO?) Al posto tuo, di Alda D’Eusanio (?), rubò parte degli ascolti. E così Maria (vd. MARIO MARIA) decise di cambiare gioco; da ciò nacque il vero Uomini e Donne.

B2

(tele) Riprendendo la formula di Agenzia matrimoniale (vd. PORTO BELLO), Uomini e Donne cominciò a modificare progressivamente la prima formula, unendo prima la vecchia alla nuova e poi preferendo l’ultima (vd. EH?) – con tanto di approfondimento per C’è posta per te -, e durò fino al 2001, quando nacque a tutti gli effetti Uomini e Donne (vd. INFERNO).

Da allora, a ogni stagione, vengono nominati dei/lle tronisti/e, ovvero coloro i quali, seduti sul trono del pretendente, cercano la compagna/o (vd. POLLAIO – 2); nel momento in cui si sentono pronti, potranno fare la scelta e accettare o meno la corte del tronista (vd. DIGNITA’?). Il tutto col pubblico in studio, il quale è passato da commentare i vari problemi famigliari a commentare i comportamenti e i vestiti dei/lle tronisti/e (vd. DIGNITA’? CIAO). E con tanto di approvazione o disapprovazione da parte di Tina Cipollari, la vamp del programma (vd. NO MARIA…), che da quando è stata invitata a presentare l’inizio di una nuova stagione non se n’è più andata (vd. …NON ESCO).

Per migliorare lo stile di Uomini e Donne è stato introdotto nel 2010 la versione Trono Over, con partecipanti uomini e donne di mezz’età (vd. GALLINA VECCHIA…), senza trono, con soli gruppi (vd. ORGIA…yek) e sola intimità, senza scadenze né esterne, come invece è d’uopo nella versione giovanile (vd. GGGIOVANE). Non a caso, la versione Over sta riscuotendo maggior successo di quella giovanile, tanto da avere tre giorni su cinque all’interno del palinstesto Mediaset (vd. PAESE PER VECCHI).

B3

(tele) “Ci si vorrebbe soffermare un attimo sulla figura di Maria de Filippi. Come conduttrice e ideatrice di programmi è alquanto bicefala: da una parte crea programmi con intenti intelligenti, quasi nobili e civili, dall’altra però, appena scatta il problema share, non si fa scrupoli a diventare da regina di Mediaset a regina del Trash, trasformandoli in prodotti caciara. E nemmeno questo si salva, nemmeno il programma nato per parlare della famiglia tanto da far desiderare a chiunque lo scioglimento del Family Day seduta stante. Tale è la qualità del programma che solo quella formula funziona: quella con i gay non è stata ripresa (si sospetta per uso politico, dato l’allora aria elettorale); quelle “sperimentali” del terzo trono o dei maturi sono fallite dopo due stagioni; quella col gruppo di ragazzi/e, quasi come nella prima versione, pure (“cercavano le telecamere”, dice Maria). Adesso rimangono solo questi due tipi di Trono e qualche annuncio di lavoro a fine puntata. Inutile dire le critiche negative ricevute nel corso del tempo, sia per i contenuti alquanto patetici sia per la forma, probabilmente manipolata e recitata ad hoc, così come le reazioni e i torpiloqui. Si sono espressi a riguardo perfino il Moige e il critico letterario Giulio Ferroni in Scritture a perdere. Pure i comici hanno preso in giro il programma, come la coppia Katia & Valeria e Made in Sud. Tanto per far capire anche la qualità della parodia in questione.” (cit. Babb & Mink, 2018)

C

(hum)  Ritornando al concetto di uomo, si ricordi che la specie vivente Homo sapiens è caratterizzata da stazione eretta, pelosità ridotta, mani con pollice opponibile che consente la presa di precisione, grande sviluppo del cervello e del neurocranio, che sovrasta la regione facciale; e si differenzia inoltre da tutte le altre specie animali per la complessità del linguaggio simbolico articolato, per l’alta capacità di astrazione e di trasmissione di informazioni per altra via che non sia l’ereditarietà biologica (trasmissione culturale). A volte c’è da chiedersi se gli spettatori di Uomini e Donne rientrano in questa categoria, o, ottimisticamente parlando, abbiano qualcuna di queste categorie (vd. DSM5).


Niccolò Mencucci.

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