Università e diritto allo studio: studenti contro il nuovo ISEE

L’anno accademico è iniziato da meno di un mese, ma la voce degli studenti universitari si è fatta sentire già in numerose occasioni. L’oggetto della discordia sono le nuove regole per il calcolo dell’ISEE, che rendono sempre più difficile ottenere borse di studio e prestazioni agevolate in genere. In Toscana ad esempio, il crollo delle domande ammonta a 1349 unità in meno a Firenze, 990 a Siena e 1800 a Pisa (fonte CGIL).
Il rischio è che l’università si trasformi in un lusso per un numero sempre più alto di ragazzi, e che quindi molti di loro rinuncino ad iscriversi o interrompano gli studi perché troppo onerosi. La mobilitazione studentesca non si è fatta attendere, con iniziative sia offline, la manifestazione nazionale del 9 ottobre, che online, con petizioni e tweetmob.

Qualche passo avanti c’è stato, ma la strada per arrivare ad un lieto fine è ancora lunga. Gli studenti di Firenze hanno ottenuto dal Senato Accademico la proroga del pagamento della prima rata delle tasse, che durerà fino a quando non verranno definite misure specifiche per venire incontro alle loro esigenze.
La stessa promessa è stata fatta anche agli studenti dell’Università di Siena, che proprio due giorni fa hanno messo il Senato Accademico di fronte al problema ISEE. Un tavolo tecnico a cui parteciperanno rappresentanti degli studenti e addetti ai lavori è previsto per l’inizio della settimana prossima.

Ma quali sono i nuovi parametri inseriti nel calcolo ISEE che danneggiano così tanto gli studenti?  Secondo Silvio D’Urso, coordinatore di LINK Siena: “il problema di fondo sta nel fatto che viene preso in considerazione anche il parametro ISPE (Indicatore di situazione patrimoniale equivalente, ndr), costituito anche da elementi che non sono fonti di reddito vere e proprie, come la prima casa di proprietà o le borse di studio ottenute in passato. In questo modo la situazione patrimoniale delle famiglie appare molto diversa da quella che è in realtà”.
E soprattutto – continua – rimane esclusa da ogni agevolazione una fascia intermedia di studenti che non sono né abbastanza ricchi da poter permettersi gli studi universitari in maniera autonoma, né abbastanza poveri da poter ottenere un’agevolazione.

Ma la strada, dicevamo, è ancora lunga. Il prossimo appuntamento importante è per mercoledì 28 ottobre, quando a Firenze si terrà un incontro a cui sarà presente anche il vicepresidente regionale, con delega ai rapporti con l’università, Monica Barni. Sarà l’occasione per tornare nuovamente sull’argomento.

Alice Masoni

A.masoni

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