#unibonton

#unibonton: l’agognatissima laurea (e altro ancora)

Laurea.

Finalmente.

Punto di arrivo, di (ri)partenza, miraggio: comunque la si guardi, la laurea è uno dei motivi per cui ha senso il prefisso ‘uni’ davanti alla metà delle cose che ci circondano. Giornata importantissima e memorabile, può essere resa ancor più piacevole se si presta attenzione ad un paio di particolari.

I più discuteranno la propria tesi – rilegata dopo aver chiesto eventuali indicazioni al relatore –  davanti alla commissione. I tempi sono importantissimi: se si ha a disposizione un quarto d’ora, è meglio parlare per 13 minuti e non per 16. Essere interrotti è terrificante: meglio fare tante prove per essere certi di restare nei tempi.

Nell’attesa tra discussione e proclamazione si può chiacchierare, scherzare, ridere e quant’altro. Ci si ricordi che non si è soli ma che ci sono altri laureandi e, soprattutto, altri studenti che cercano semplicemente di andare a lezione senza fare lo slalom tra invitati brilli. Questo vale ancor di più se la laurea è conseguita in una disciplina medica e la cerimonia si tiene in un ospedale.

Dopo la proclamazione sono banditi quei terrificanti canti che risuonano orrendamente per le aule di troppi atenei. Ci tenete proprio? Ci sarà una festa di laurea. Date lì sfogo ai vostri istinti goliardico-sanremesi. Il lancio di coriandoli è spesso vietato: in caso contrario, fate pure. L’apertura della classica bottiglia di spumante segue le regole di cui sopra: in un ospedale no, da altre parti forse sì ma senza festeggiamenti in stile ‘vittoria al motomondiale’.

Come vestirsi. Il laureando può indossare un completo o uno spezzato (non i jeans) senza sembrare un cameriere. La laureanda ha molta più scelta: in ogni caso, è meglio coprire le ginocchia, le spalle e la scollatura. L’abito da discoteca può poi essere utilizzato per la festa. Tutti gli altri cerchino di non sembrare vestiti per un matrimonio.

Le bomboniere non si usano quasi più. Al massimo procuratevene in quantità necessaria per distribuirle ai parenti che ci tengono particolarmente. Alla laureanda qualcuno regali un bel mazzo di fiori. Si provveda anche alla realizzazione di una corona d’alloro da mettere in testa al festeggiato/alla festeggiata solo dopo la proclamazione.


Libri.

L’universitario medio, sostanzialmente, legge di professione. Per questo motivo, il tempo e la voglia di leggere qualcosa che non riguardi il mondo accademico spesso mancano. Concedersi il piccolo lusso di leggere per piacere però è fondamentale: richiede più sforzo di una serie televisiva ma alla lunga regala risultati più soddisfacenti.

I migliori intellettualoidi hanno sempre un libro nello zaino o in borsa, da leggere in treno o in pullman. Tutti gli altri cerchino almeno di avere un libro sul comodino che non serva solo ad arredare la stanza.

Il libro è anche un ottimo regalo: quando lo scegliete, cercate di bilanciare l’effetto che vi fa il titolo (spesso dietro ai titoloni si celano emerite schifezze), la tentazione di regalare un classico (il destinatario potrebbe averlo) o una novità (idem).


Mattia Barana.

 

Mattia Barana

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