UN TUBO JAZZ NIGHTS : CHRIS SPEED TRIO

Martedì 17 marzo, presso il locale senese Un Tubo, il trio guidato dall’artista americano Chris Speed si è esibito di fronte ad un pubblico numerosissimo, accorso anche da più parti della Toscana. E a scanso di equivoci, lo chiariamo subito, si è trattato sicuramente di uno dei concerti più validi che sono andati in scena non solo nel locale, ma probabilmente al livello cittadino dall’inizio di quest’anno; la conferma è giunta quando al termine di un primo bis, gli spettatori hanno continuato ad applaudire il trio, richiedendo a gran voce un altro bis che è stato generosamente concesso quando era ormai notte inoltrata. La settimana in programma presso Un Tubo è stata a dir poco memorabile; lunedì 16 marzo si è esibito Michael Blake, il quale ha offerto uno stage ai ragazzi del Siena Jazz il giorno successivo, martedì 17 marzo è stata la serata di cui parleremo nel corso dell’articolo, mercoledì 18 il duo Bacher- Tura hanno regalato al pubblico un’intensa serata di musica classica, giovedì 19 l’appuntamento è stato con la consueta Jam session e, infine, venerdì 20 è stata la serata in cui si è esibito Francesco Ponticelli, accompagnato da altri artisti, per il fortunato progetto Ellipses.

Una programmazione che manifesta il sensibile interesse del locale verso quel tipo di musica che regali emozioni memorabili allo spettatore e che non cada nel mero sottofondo musicale; un tentativo che è stato premiato con una larga affluenza del pubblico, il quale si è mostrato felice e appagato dalla qualità e dal livello degli artisti che si sono esibiti presso il locale senese.

 

Chris Speed, classe 1967, inizia a studiare pianoforte dall’età di cinque anni; a undici anni prende a suonare il clarinetto e durante il liceo si esercita con il sax tenore e inizia a interessarsi al mondo del jazz, per poi frequentare la New England Conservatory of Music a Boston. Chris Speed è oggi uno dei compositore, clarinettista e sassofonista che vive a Brooklyn, ed è “una delle principali figure nella dinamica scena dell’avanguardi jazzistica e improvvisativa della città di New York” (NY Times).

 

La serata si è contraddistinta per la prevedibile eccellenza degli artisti coinvolti sul palco; una lunga serie di brani che sono stati salutati dal pubblico con partecipazione e calore, tanto da richiedere all’artista americano non uno, ma ben due bis. Al termine del concerto siamo riusciti ad avvicinare Chris Speed e fargli qualche domanda incentrata soprattutto sul  suo rapporto con la musica.

Ci rivela infatti che la sua passione per i vari strumenti è fondata su una curiosità personale che lo contraddistingue sin da quando era più piccolo; si spiegano così i suoi interessi per diversi tipi di musica, che spaziano dal pop alla classica, dal folk al jazz degli anni Quaranta. Quello di guardare e ascoltare con curiosità è un consiglio che Chris Speed rivolge a quanti desiderano entrare nel mondo della musica, che sia per fare carriera o per semplice interesse personale.

Sul rapporto tra la scena jazz contemporanea e quella del passato Chris Speed ha le idee piuttosto chiare; bisogna saper distinguere quello che è stato da quello in cui si vive. Sebbene egli provi una passione per le grandi figure del jazz del passato si dichiara consapevole di non poter riproporre le loro composizioni in maniera nostalgica; nella musica, afferma l’artista americano, bisogna mostrare rispetto per gli antenati che hanno battuto la strada, ma allo stesso tempo è necessario saper osare e alzare il livello della musica. Torna quindi in pieno la sua considerazione sulla curiosità come leitmotiv di cui un’artista deve farsi carico nella sua carriera.

Successivamente l’argomento si sposta sul suo trio e sulle considerazioni riguardo alle necessità su cui basare i sodalizi musicali; in una parola, Chris Speed ci parla di alchimia tra le varie personalità. E’ bene, continua l’artista americano, saper salvaguardare l’individualità anche quando si è in un gruppo perché si rischierebbe di far prevalere solo un aspetto musicale in maniera del tutto arrogante e ingiustificata, sia per il pubblico che per lo stesso team di lavoro.

 

Al termine della lunga intervista, l’artista americano ci propone una lista di artisti che, secondo il suo punto di vista, meritano di essere ascoltati e conosciuti e in particolare consiglia di ascoltare i lavori rimasterizzati di Billie Holiday e di Lester Young.

 

Leonardo G. Stenta

Taylor Baciocco    

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