Un sogno sul palco del Teatro dei Rozzi

Giovedì 17 gennaio alle 21.15 la compagnia teatrale TeatrO2 porterà sul palco del Teatro dei Rozzi Un sogno, dramma dello scrittore svedese August Strindberg. Scritto per trovare una soluzione alla sua lacerante crisi interiore in seguito al fallimento del suo matrimonio, Un sogno è “un nobile pretesto per parlare, usando la lingua del teatro, di tutte le sostanze dolorose del vivere”.

La trama è di una banalità sconcertante: una fanciulla divina scende sulla Terra per essere testimone dei drammi umani. Dopo aver sperimentato tutte le sofferenze degli uomini, la giovane capisce che questi sono esseri per cui provare pietà.

«Tutto può avvenire, tutto è possibile e probabile. Tempo e spazio non esistono; su una base minima di realtà, l’immaginazione disegna motivi nuovi: un misto di ricordi, esperienze, invenzioni, assurdità e improvvisazioni»


Strindberg nella presentazione de Un sogno.

L’autore ha cercato di tradurre in uno spettacolo l’incoerenza e l’atemporalità del sogno: la fanciulla vaga da una scena all’altra, da una situazione all’altra senza apparente motivo, seguendo un filo che a noi spettatori rimane sconosciuto. Strindberg scrisse questo dramma in seguito a un episodio psicotico nel quale credeva che delle streghe stessero progettando di ucciderlo: questa vena inquietante serpeggia all’interno del dramma, evidenziato dal gioco di luci e ombre che sfumano i contorni delle scene.

Raccontare un sogno non significa però parlare di argomenti astratti: in Un sogno, Strindberg esprime le sue preoccupazioni sul materialismo, sulla lotta di classe e tra sessi, sulla decostruzione del matrimonio. Il modo in cui mette in scena le emozioni e i lati più oscuri della psiche lo rendono un precursore dell’espressionismo e del surrealismo drammatico. Certo è che Strindberg ha avuto la chiara intenzione di addentrarsi in un mondo nuovo, quello del teatro psichico, che avrebbe dato origine a messe in scena leggendarie come quelle di Max Reinhardt (1921) e di Antonin Artaud (1928).

Maggiori info sulla pagina Facebook di TeatrO2 e sul sito del Comune di Siena.


Federica Pisacane.

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