Tre stelle per l’Antropocene di John Green

L’autore di Colpa delle stelle tenta la saggistica tra il serio e il faceto, con una raccolta di recensioni che trattano il tema della crisi climatica nel più ampio contesto dell’Antropocene

Edito in Italia da Rizzoli nell’autunno del 2021, l’ultimo libro dello statunitense John Green, Benvenuti nell’Antropocene, è  una raccolta di recensioni tratte dal podcast The Anthropocene Reviewed, poi rielaborate ed inserite nel suo personale contesto pandemico. Il lettore si trova immerso nella quarantena di Green: le oche che gli mangiano l’erba del prato, le sue esperienze di vita, i suoi ricordi a tratti drammatici e molte riflessioni sull’esistenza. Green ci vuol sicuramente far sentire umili, ricordandoci che l’Antropocene, ovvero l’epoca determinata dalla presenza e dal dominio planetario dell’homo sapiens, non occupa che un tempo limitatissimo dell’intera storia della vita sulla Terra. In questo “pianeta uomo-centrico”, l’uomo è arrivato per ultimo, ed è l’uomo ad essere una malattia per la Terra.


A chi è rivolto questo libro

Malgrado le sue migliori intenzioni, Green rimane un autore per adolescenti. Temo che non sia riuscito a fare un salto stilistico passando dai romanzi alla “saggistica”. Lo rimane anche quando cerca di toccare tematiche più complesse ed attuali con l’occhio rivolto pure ad un pubblico adulto. In profondità non ci arriva, e queste sue recensioni restano sue personali impressioni, forse non del tutto banali, ma espresse comunque in un linguaggio da blog. Non chiamatela saggistica, insomma. Se si vuol far interessare alla questione dell’Antropocene sia gli adolescenti che gli adulti, bisognerà cercare altrove.


Un paio di stelle per Green

Le recensioni di Green all’Antropocene sono in realtà un pretesto per parlare di speranza e gratitudine, in un momento storico che ha toccato letteralmente tutto il mondo. Con uno stile semplice ed immediato riesce a ricordarci come i problemi della crisi climatica non siano qualcosa di cui possiamo disinteressarci. Non possiamo, come i simpatici Pinguini di Madagascar che prende ad esempio, rispondere: “Io non mi faccio domande”. Siamo tutti chiamati in causa, perché l’Antropocene siamo noi e tutto ciò che ci circonda e che diamo tragicamente per scontato. A parte un sorriso, Green lascia la consapevolezza che al mondo ci sono ancora persone decenti, nella loro adorabile semplicità. Sì, dovremmo tutti vedere il film Harvey, per recuperare la speranza. Alle recensioni di John Green, malgrado i limiti prima accennati, do tre stelle.


Uno sguardo all’editoria durante la pandemia

Sono stati scritti tanti libri durante la pandemia e, per citare l’editore francese Gallimard, sarebbe stato saggio leggere di più e scrivere di meno. Non si può nemmeno lontanamente paragonare la raccolta di Green al ben più significativo diario-blog della quarantena del nostro Franco “Bifo” Berardi, Fenomenologia della fine, edito da Nero. Libri come quello di Green ci danno tuttavia l’indizio vitale di una industria che non solo non si è fermata, ma che funziona a pieno regime. L’editoria non è in crisi – a costo di mentire spudoratamente nelle quarte di copertina – e siamo molto felici di poterlo affermare.


Lavinia Consolato

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