SpellForce 3 – Un’attesa finalmente finita.


Nuovo appuntamento con la Rubrica Videogames, ormai a passo con tutte le novità del mondo videoludico!

Ogni settimana andiamo alla ricerca di titoli nuovi ed entusiasmanti da portare alla luce.


Questa settimana prenderemo in mano i fili di una vecchia storia, di un mondo magico e ambivalente che ha saputo appassionare i suoi fan fin dal 2003 e che pare essere risorto dalle ceneri nel suo capitolo finale. Un titolo che ha saputo appassionare e deludere, che è sparito e risorto più volte, che pare non voler mollare mai ma tornare sempre con qualcosa di nuovo da offrire: parliamo di SpellForce III.


LA LUNGA STORIA DI UN CULT.

Originariamente creato dalla Phenomic, Spellforce è stato uno di quei titoli che non è mai riuscito ad avvicinarsi a opere colossali come StarCraft o Diablo, rimanendo sempre un prodotto di nicchia e forse addirittura sottovalutato. I fan (sempre più rari) come me hanno imparato a convivere con l’idea di non trovare facilmente altri giocatori di Spellforce, cadendo lentamente in una fase nostalgica di solitudine e ricordi.

Quando uscì per la prima volta, nel 2003, Spellforce colpì prima di tutto per la sua natura ambivalente. Era ed è tuttora un misto tra RTS ed RPG, cioè tra strategia in tempo reale e gioco di ruolo, due tipologie diametralmente opposte per svariate ragioni. L’ultima espansione di Spellforce uscì nel 2015 e, da allora, molti di noi persero la speranza di vedere mai altri capitoli della Saga – visto anche il fallimento della Phenomic, anni addietro.


NUOVA LINFA & NUOVE IDEE.

La Saga è stata tuttavia ripresa da Grimlore Games e THQ Nordic, nel tentativo di far nascere nuovamente una fiamma dalle ceneri e magari avvicinare nuovi gamer ad un gioco ormai vecchio e datato. Per fare questo, gli sviluppatori hanno deciso di ambientare il gioco centinaia di anni prima rispetto al primo capitolo della saga, per permettere a chiunque di avvicinarsi a questo mondo fantasy. Il risultato è un gioco dalla grafica totalmente stravolta, in un tocco rinfrescante di dettagli e paesaggi ricchi di particolari, atmosfere ben delineate e mappe gigantesche da esplorare totalmente con il proprio personaggio o con il party. La personalizzazione del personaggio è purtroppo rimasta alquanto minimalista, riprendendo un classico difetto dei giochi precedenti. Oltre ad un predeterminato ventaglio di volti, infatti, non vi è altra possibilità di modifica.


PREGI E DIFETTI.

Anche il sistema delle classi è piuttosto scarno, seppur via sia un’ampia serie di oggetti, magie e pozioni da poter utilizzare e sfruttare. Grande importanza va infatti data alla personalizzazione dell’inventario dell’intero party, dovendo come sempre fare bene attenzione a quali oggetti mettere su determinati personaggi e quali no. Rimanendo in ambito puramente tecnico, il sistema di combattimento stesso non pare essere particolarmente complicato. Si può sfruttare infatti il famoso sistema “Click’n Fight” attivabile con Alt. In questo modo è possibile rallentare l’azione stessa del combattimento, lanciare eventuali abilità dal menù e vedere anche le debolezze dei vari nemici. Altra piccola pecca è il sistema di guadagno dell’esperienza, che questa volta non è calibrata sul singolo personaggio ma sull’intero party, rendendo il tutto poco ritmato e ben poco soddisfacente.

Se da una parte il lato tecnico di Spellforce lascia un pò a desiderare, quello puramente ruolistico ha dei miglioramenti evidenti. Dalle quest primarie e secondarie all’esplorazione fine a sè stessa, o ancora ai dialoghi e ai filmati, il tutto è gestito con grande cura e impegno, seppur non spicchi per particolare originalità dal punto di vista strettamente fantasy. Vi sono decine di luoghi nascosti, mappe da esplorare, elementi con cui interagire e un discreto numero di opzioni di approfondimento nel corso dei dialoghi.


A PICCOLI PASSI TRA PERSONAGGI E STRATEGIE.

Come già visto nei precedenti capitoli, anche in questo Terzo Titolo troviamo il costante sovrapporsi degli elementi di strategia con quelli di ruolo. Anche stavolta sarà necessario costruire una base e iniziare la raccolta delle risorse fondamentali per continuare a costruire e per creare le unità per il nostro esercito. Purtroppo però le razze disponibili in questa fase sono state drasticamente ridotte a tre –  umani, orchi ed elfi – lì dove una volta vi erano invece anche i nani, i troll, gli elfi scuri, e via dicendo. All’inizio ci viene chiesto di consolidare il nostro accampamento, ma poi spetterà a noi cercare di posizionare altri avamposti lungo le mappe, grazie all’azione dei nostri eroi. Ovviamente ogni territorio dispone di una quantità diversa di risorse, quindi la necessità di espandersi e cercare ciò di cui si ha bisogno è essenziale, soprattutto nelle fasi iniziali del gioco.


UN GIOCO ADATTO A TUTTI.

SpellForce III, nel suo tentativo di tenere fede all’impronta originale della Saga, permette a chiunque di avvicinarsi senza richiedere particolari skill o conoscenze preliminarie (nè di RTS nè di RPG). La gestione del lato strategico del gioco è semplificata, oltre che ampiamente spiegata nel lunghissimo tutorial, permettendo dunque anche ai neofiti di lanciarsi tranquillamente nella mischia. Il lato puramente ruolistico è a sua volta piuttosto neutro, scarno per certi versi, ma sicuramente adatto a chiunque voglia semplicemente godersi il gioco senza dover spulciare troppo o perdere decine di ore a definire le build migliori.


UN GIOCO RIUSCITO?

In conclusione, SpellForce III non va giudicato come esponente di RTS o di RPG: per forza di cose peccherebbe in entrambi. Va ovviamente considerato come un antico e ancora vivo miscuglio tra le due, in un abbraccio non sempre facile. Pur non spiccando particolarmente tra altri titoli come quelli già citati, è un gioco che sicuramente merita l’opportunità di gioco. E’ un titolo che ha fatto fremere i cuori nostalgici dei vecchi fan come me e che probabilmente avvicinerà anche nuovi gamer alle sue meccaniche, in un tentativo di rinascita non eccellente ma sicuramente ben riuscito.


Adria J. Necula.

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