Dopo la prima giornata, i lavori del Siru sono proseguiti la mattina del 25 gennaio, sempre nei locali messi a disposizione dalle Officine Cantelmo di Lecce.
Protagonista della mattinata è Sergio Ferrentino: noto ai più per programmi quali Bar Sport o Caterpillar, è stato anche promotore di UNIrai, iniziativa volta a promuovere progetti di radiofonica e giornalismo multimediale all’interno delle università italiane.
Dopo aver illustrato la “parabola di ascolto”, incubo di ogni conduttore radiofonico che teme costantemente di perdere l’ascolto del suo pubblico, ci si avvia verso quello che è il fulcro della lezione: il radiodramma. La “narrazione di storie” per radio non è mera lettura di un testo: fondamentale è la musica, che deve “sollevare la parola”, che a sua volta deve rifarsi al ritmo della narrazione.
Per meglio comprendere quello di cui si sta parlando, Ferrentino fa ascoltare lo spot mandato in onda da diverse radio nel mondo a sostegno di B92, la webradio serba che subisce la censura di Milošević: come sottofondo viene scelto un suono anomalo (dunque facilmente identificabile) e si approfitta di un momento di silenzio musicale per mandare il messaggio: “Free B92”.
Altra caratteristica fondamentale della drammaturgia radiofonica sta nella necessità di creare l’ambientazione nella quale la storia è calata, che deve risultare caratteristica. A differenza del complesso sonoro della realtà, che è disorganizzato, chi cura un radiodramma deve renderlo organizzato e facilmente identificabile all’orecchio del distratto ascoltatore radiofonico.
Nel pomeriggio è invece la volta di Jonathan Zenti, che basa la sua lezione sugli audiodocumentari. Trovare una definizione per questa materia di lavoro non è semplice: per cercare di chiarirà, Zenti fornisce un’attenta analisi per ciascuno dei due termini che compongono la parole: “audio” è termine inglese che deriva dal latino audire (lett. “ascoltare”), mentre “document” deriva dal latino doceo (lett. “mostrare”, “far vedere”).
Dopo l’ascolto di alcuni esempi di audiodocumentari, Zenti spiega quanto sia importante, in questo tipo di lavoro, la domanda, in quanto è ciò che permette al testo di articolarsi. Qui interviene l’abilità dell’autore, che deve mettere l’intervistato nella condizione di fornire risposte articolate, che non si limitino ad un banale sì/no.
Zenti sarà presto in onda con il suo ultimo lavoro, VeroAmore, di cui vi consigliamo caldamente l’ascolto.
La due giorni organizzata dai ragazzi di radio WAU è stato un’importante occasione di crescita professionale, e ha offerto a tutti noi che vi abbiamo preso parte un’occasione di confronto importante con altri ragazzi provenienti dalle diverse regioni di Italia.
I complimenti e i ringraziamenti vanno allo staff di WAU e ai relatori dei diversi workshop. La speranza è senza dubbio di rivedersi presto, e creare nuovi e sempre più numerosi momenti di incontro e crescita come quello appena descritto.
Mariafrancesca Guadalupi